Capitolo 7 - Il mondo reale

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Ciao a tutti! Capitolo più corto dei precedenti, ma nel prossimo succederanno davvero moooolte cose (arriverà anche una faccia nota :D), quindi ho preferito dividerli.

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Sono passati poco più di 2 mesi dal mio arrivo in Inghilterra, quando Lando riceve il nuovo programma di test dalla McLaren. 

E' ora di tornare nel mondo reale. 

"Tra due settimane devo partire, per i test." Si vede che è emozionato, ha molta voglia di tornare in pista. "E devo passare qualche giorno prima in sede, per tamponi, test fisici, ecc."

Lo guardo e capisco che è venuto il momento per me di tornare in Italia. "Parto tra un paio di giorni allora, così puoi prepararti"

"Vorrei che potessi venire con me"

"E' giusto così" vorrei sorridere per incoraggiarlo, ma i miei occhi diventano lucidi contro la mia volontà. 

"Ti prego... puoi restare qui se vuoi, è casa tua ormai..."

"No, no. Devo tornare dalla mia famiglia. E poi sarà solo per un po'."

Il problema più grosso è che non sappiamo quanto sarà lungo questo 'po''. Maledetta pandemia, maledetti tutti.

L'addio in aeroporto è quanto più doloroso abbia mai affrontato finora. So che sto facendo la cosa giusta, me ne rendo conto, ma soffro. Lando mi tiene stretta fino all'ultimo, mi lascia andare solo quando sto per perdere il volo "Ti amo più di tutto"

"Più della mia vita" rispondo, e lo bacio. Indosso la mia mascherina e attraverso il gate. Mi volto indietro per un secondo, Lando mi sta facendo il segno di un cuore con le dita.

Dio, dammi la forza.

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Tornare alla routine del passato è dannatamente complicato. 

Le prime due settimane sono le più difficili, un po' perchè sono costretta a passarle in quarantena in casa da sola, e un po' perchè continuo a scorrere la mia galleria del cellulare per controllare che gli ultimi mesi non siano stati un sogno. 

Lando mi chiama o mi scrive in ogni momento libero, a seconda dei suoi impegni.

Un pomeriggio mi presenta anche Carlos in video-chiamata, che impressiono positivamente visto che parlo in spagnolo. "Così tu sei la mina vagante che faceva impazzire il ragazzino qui a fianco, sempre lì con questo telefonino in mano tictictic a messaggiare"

"Sì sono io, o almeno lo spero" sorrido.

"Aaah me gusta esa chica, te l'ho già detto." Dà una gomitata a Lando "Ti ha già dato la buona notizia?" Guardo confusa Lando. "Amico diglielo su, che voglio vedere che faccia fa"

"Sì ecco... ho parlato con Karen, la mia assistente, e mi ha dato un pass per te per la gara in Austria. Prepara le valigie che tra 2 settimane ci rivediamo."

Nonostante sia a lavoro, in un angolo appartato, urlo emozionata tanto da spaventare tutti. "Scusate" mormoro ed esco sul retro.

"Avrei dovuto aspettare stasera per dirtelo, non quando eri a lavoro..." dà inoltre un pugno sulla spalla a Carlos perchè gli ha rovinato l'effetto sorpresa.

"Sono così contenta... come funziona? Che giorno devo prendere l'aereo? Te ne occupi tu dell'albergo? Mio dio non ci posso credere..."

"Calma, andiamo per ordine. L'ideale è che tu arrivi il giovedì, così hai tempo per ambientarti e fare tutti i test. Per il resto la tabella degli impegni la sai. Dell'hotel me ne occupo io, ce n'è uno ottimo proprio fuori dal circuito."

"Non vedo l'ora". 

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Le giornate in attesa della mia partenza per l'Austria sembrano durare il doppio del normale. Il lavoro mi tiene impegnata la maggior parte del tempo, cerco di farmi in quattro finchè posso.

Mi aspettavo grandi discorsi da parte dei miei genitori, mirati soprattutto a trattenermi in Italia il più possibile, specialmente da parte di mia madre. Mio padre è sempre stato quello taciturno, quello che se ti doveva dire qualcosa lo faceva per interposta persona. E solo dopo averci pensato per dei giorni interi. Mia madre invece ha preso atto della mia partenza come se fosse un dato di fatto. Temevo davvero che mi avrebbe impedito di partire (per quanto non sia più una bambina), ma la sensazione è che mi lasci andare con la speranza che prima o poi questa pazzia finisca. Me ne rendo conto soprattutto quando percepisco il suo sguardo su di me mentre sorrido per qualche stupidaggine scritta da Lando. 

Sto seriamente valutando l'idea di parlarle, quando ricevo una videochiamata da lui. Rispondo a lavoro nel mio solito angolo riparato, e mi trovo davanti sia Lando che Carlos. 

"Ogni volta che provo ad avere un attimo da solo con te mi ritrovo questo qua tra i piedi"

L'inglese mi fa sorridere "Si vede che gli sei mancato durante il lockdown"

Mentre Lando sbuffa Carlos mi dà manforte "E' esattamente quello, brava. E anche per mantenere alta la passione, lo so io cosa finireste a fare voi due se vi lasciassi soli."

Divento rossa come un peperone, facendo ridere entrambi i miei interlocutori. Chiacchieriamo per qualche minuto, ogni tanto allungo il collo per vedere se ci sia bisogno di me al banco.

"Ehi, chi è quella bella signora alle tue spalle?" Domanda lo spagnolo interrompendomi.

"Carlos... è mia madre." Lei non parla inglese, ma capta quella parola e si volta a fissarmi. "Fa il bravo, che non parla inglese."

"Allora menomale che parlo uno poco de italiano, buongiorno signora" io mi vergogno da morire, mia madre probabilmente pensa che abbia a che fare con dei pazzi (il suo sguardo perplesso lo conferma).

Per tutta risposta Lando dà uno spintone a Carlos e lo butta già dal divano. "Scusami. Ti giuro che non ti chiamerò mai più mentre c'è anche lui."

"Tranquillo. Dopotutto, ancora 4 giorni e ci rivediamo." E' quello che mi ripeto ogni mattina appena sveglia, come un mantra.

"Sembra passato un secolo."

"Anche a me."

My kind of drug // Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora