Capitolo 43 - Sì, lo voglio

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Il titolo direi che anticipa da sé cosa succederà 😉 Buona lettura!

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La mattina del matrimonio mi sveglio sola nel mio letto. Lando ha raggiunto la famiglia in albergo, si sarebbe preparato lì. Scorro la miriade di notifiche che ho sul telefonino, ovviamente sono bombardata di auguri. Rispondo ad un paio di amiche che purtroppo oggi non potranno esserci, poi mi alzo. Mi do una rapida sistemata in bagno e scendo al piano di sotto. Sentivo delle voci concitate, ma non mi aspettavo di trovarmi nel delirio più totale. Per un lungo istante mi pento di non aver assunto un wedding planner.

Mia madre ha già i bigodini in testa, è in tuta ma sta urlando ad alcuni fioristi che certi vasi vanno portati nella villa del ricevimento. Le mie amiche litigano su chi debba essere truccata per prima, Mia si sta facendo acconciare i capelli. E' proprio lei ad accorgersi della mia presenza, caccia un gridolino che mi trapana le tempie. In un secondo ho tutto il corteo attorno, che mi abbraccia e mi saluta. Mia madre si è finalmente liberata dei fioristi, e si avvicina "Vuoi qualcosa per colazione?"

"No grazie, ho lo stomaco chiuso." Non riuscirei a mangiare nemmeno una briciola di pane.

Finalmente il parrucchiere è libero, può occuparsi di raccogliermi i capelli. Mi fa un semplice chignon alto leggermente spettinato che orna con alcune perline, una pettinatura che richiede un po' di tempo perchè dovrà sorreggere il peso del velo. Mentre sta per terminare il suo lavoro, inizia a occuparsi di me anche la truccatrice. Nel frattempo sento che mia cugina si sta occupando di far rinfrescare la stiratura del mio abito. Quando lo indosso resto incantata davanti allo specchio. Ho fatto molte prove, ma è la prima volta che vedo tutti i pezzi combaciare. Faccio molta, molta fatica a non scoppiare a piangere, resisto solo perchè so che rovinerei il lavoro di troppe persone. 

Non ho la minima idea di che ore siano. "Dobbiamo andare?" 

Mia madre guarda il suo orologio, lei è già pronta da un bel po' "Credo che Lando sia appena arrivato in chiesa. Direi che potremmo muoverci, vado a chiamare papà."

Quando mio padre entra in sala, impettito nel suo completo, si commuove. L'ho sempre detto che non è mai stato un uomo di molte parole, ma quando mi abbraccia sento tutto l'amore del mondo.

Mi permette di appoggiarmi al suo braccio (nonostante non ce ne sia bisogno, visto che indosso scarpe basse) e mi guida fuori dal cancello. Lì ad attendermi troviamo il regalo di Zak Brown: ha fatto arrivare fin qui la sua Rolls-Royce storica, che ci ha prestato per le nozze. Noto intorno a me una piccola folla di curiosi, richiamati certamente dall'auto (che già di per sè non passa inosservata, figuriamoci con un gigantesco fiocco bianco sul cofano) ma anche dal clamore delle nozze. Vivevo in un paesino di 3000 anime, questo sarebbe stato con ogni probabilità l'avvenimento dell'anno.

Il fotografo ci ronza già attorno, immortala anche Mia che mi aiuta a sistemare la gonna nell'abitacolo, in modo che non si sgualcisca. E per fortuna non ho un abito troppo voluminoso. Sorrido ad un paio di vicini che conosco di vista, e partiamo.

Il viaggio verso la piccola chiesa di campagna dura poco, circa un quarto d'ora. Man mano che ci avviciniamo io sento l'ansia montare. Mi sembra di essere tornata al mio arrivo in Australia: cosa diavolo ci faccio qui? Sono così giovane, e Lando è addirittura molto più giovane di me. Lo conosco da pochissimo, e se non riuscissi a renderlo felice? E se mi chiedesse di divorziare dopo che l'ho convinto a lavorare in Italia? E se, e se, e se... ho la tachicardia.

Mio padre stringe la mia mano "Stai calma, e respira. E' normale essere agitati, lo sono tutti prima del matrimonio. Avrai dubbi, anche questo è normale. Ovviamente se non sei convinta possiamo pure tornare a casa, lo sai che ti accompagnerei. Ma nel tuo profondo so che non lo pensi davvero." Sto per dire qualcosa ma mi interrompe "Lo so che non mi sono mai sbilanciato su Lando, su tutta la vostra storia a dire la verità. So cosa è successo tra di voi, anche se tu e mamma non mi dicevate niente sono venuto a sapere praticamente tutto. Non è un problema, sono felice che abbiate risolto. Perchè a me basta vedere una cosa: quando sei con lui, quando parli di lui, hai una luce particolare, Alice. E' una luce simile a quella che ti vedevo addosso quando tornavi dallo stadio, lo sguardo di chi non aveva più paura di nulla, perchè era felice."

My kind of drug // Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora