Capitolo 45 - Dall'Inghilterra all'Italia, con amore

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Con l'arrivo del nuovo anno dobbiamo purtroppo lasciare la nostra isola felice nel Principato.

Trascorriamo il giorno del mio compleanno sommersi tra gli scatoloni in Inghilterra, un'immagine molto divertente che condivido anche su Instagram. Dobbiamo infatti raccogliere tutto quello che desideriamo portare in Italia, perchè tra una settimana ci trasferiremo ufficialmente a Maranello. Nei giorni scorsi abbiamo scelto una casa nei pressi del circuito di Fiorano, una villetta indipendente che abbiamo selezionato tra le varie che ci sono state proposte. 

La sera prima di partire trovo Lando in giardino, seduto sul gradino del patio mentre beve una tazza di tè. Si osserva attorno, credo di sapere come si senta "Ti sta già venendo nostalgia di questo posto?"

"Un po'." Sorseggia la bevanda e sospira "E' stata la prima casa in cui ho vissuto per conto mio. Il primo acquisto da adulto che ho fatto. E poi ho tanti bei ricordi qui, assieme a te soprattutto."

"E' più che giusto che tu ti senta così. Ti invidio sai?" Mi guarda confuso. "Quando ho lasciato l'Italia, la sera prima di partire, non ho potuto provare questa sensazione. A parte che ero troppo agitata, non ho praticamente dormito quella notte. Ma poi non pensavo minimamente che quel viaggio avrebbe cambiato così tanto la mia vita. Per quanto mi riguarda questa resterà per sempre la nostra prima casa, anch'io ho molti bei ricordi qui."

Sorride leggermente "Almeno non la vendiamo."

Non ci avevamo pensato neanche lontanamente. Eravamo troppo affezionati entrambi a questa casetta che ci aveva protetto durante i lunghi mesi di lockdown, che ci aveva visto innamorarci, litigare, fare pace, piangere, ridere e mille altre cose. 

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La nuova casa è una villetta a non più di 2 km dalla sede Ferrari. Non è molto grande, ma avevamo preferito un piccolo stabile formato da cucina, soggiorno, camera da letto con bagno e uno studio. Nell'ultima stanza contavamo di sistemare i simulatori di Lando e un divano-letto per gli ospiti. 

Mi occupo di svuotare gli scatoloni quasi da sola, perchè Lando deve occuparsi dell'interminabile burocrazia. Ci metto qualche giorno, ma alla fine sono soddisfatta del risultato. E sono così contenta che decido di preparare dei ravioli fatti in casa. 

Per tenermi compagnia infilo gli auricolari e lascio che la riproduzione casuale mi faccia da colonna sonora. Sono fortunata, e quando sto riempiendo l'impasto parte 'Read my mind' dei The Killers. Non la sento da un secolo, così inizio a ballarla e a cantare a squarciagola "OH WELL I DON'T MIND IF YOU DON'T MIND, CAUSE I DON'T SHINE IF YOU DON'T SHINE, BEFORE YOU GO CAN YOU READ MY MIND?" Sono così presa dalla mia performance che non mi rendo conto di non essere più sola in casa, finchè non sento una mano sulla mia spalla. Caccio un urlo assurdo, facendo ridere Lando che mi sta riprendendo con il cellulare.

"Sei pazzo? Stavo per morire di paura."

"Non sembrava sai?" Fa partire il video che ha appena ripreso, mi vergogno come una ladra. Che umiliazione. 

"Ti prego cancella quell'obbrobrio."

"Cosa otterrei in cambio?" Mi domanda con tono provocatorio.

"Il fatto che non ti avvelenerei il cibo con cui ti nutro non basta?" Mi appoggio con cautela al bancone dove stavo impastando, non mi nota mentre riempio un pugno di farina.

"Addirittura? Cos'hai mangiato stamattina, pane e perfidia?" Posa le mani al banco, circondandomi. 

"Non ricordo, ma so bene cosa mangerai tu." Sorrido subdola e deposito sulla sua faccia la farina che avevo nascosto. 

Lando caccia un piccolo grido di frustrazione e mi fissa mentre mi libero dalla sua stretta ridendo. "Dove pensi di andare, devi pagarmela!"

Cerco di fuggire ma mi raggiunge immediatamente, mi blocca a terra e inizia a liberarsi di più farina possibile per farmela finire addosso, oltre a farmi il solletico. 

My kind of drug // Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora