Flashback 7 - Un cazzo di enorme casino

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Ciao a tutti! Come anticipato nello scorso capitolo, in questa parte sarà Lando a parlare, con un bel riepilogo di tutto quello appena successo (mettetevi comode/i perchè è un capitolo bello lungo). 

Prima di lasciarvi ho una piccola informazione di servizio: DOMANI ci sarà una piccola sorpresa. Non in questa storia, ma... vi consiglio di tenere d'occhio il mio profilo 😉

(In ogni caso "My Kind of Drug" non si ferma, il prossimo capitolo arriverà mercoledì come da tabella di marcia 😌)

Buona lettura!

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Tutti si sono accorti subito che qualcosa non andava nel mio umore. Dire che era nero sarebbe un eufemismo. Non avevo parlato con nessuno, ho preferito crogiolarmi nella mia incazzatura, lo sguardo truce nascosto dietro gli occhiali da sole (anche in aereo) e gli auricolari piantati saldi nelle orecchie, sparati a tutto volume con della musica che neanche ascolto. 

Mi sento tradito e ferito nell'orgoglio. Arrabbiato con me stesso, con Alice, con Charles, con qualsiasi persona presente su questo volo, ignara colpevole di non rispettare il mio cattivo umore. Fatemi soffrire in pace, per Dio.

Vorrei poter far finta di dormire per tutto il volo, nascosto nel mio angolo, ma Carlos non è d'accordo. Si siede al mio fianco e mi scosta leggermente gli occhiali "Lo sapevo che eri sveglio."

Lo fisso in cagnesco "Bravo, hai indovinato. Vuoi una medaglia?"

Ho risposto da stronzo, ma non se la prende "Non te lo chiedo se vuoi parlare. Inizia e basta."

Serro la mascella, non ho alcuna intenzione di raccontargli alcunchè. Butto gli occhiali sul tavolino davanti a me e resto zitto, a braccia conserte.

"Senti, se questo tuo comportamento dipende dal fatto che Alice non sia qui, lasciami dire che è una cosa davvero da immaturi."

Quella frase funziona su di me come una valvola della pentola a pressione "Ha fatto una stronzata."

In poche parole gli racconto quello che è successo. Mi fissa meravigliato a lungo quando concludo il mio discorso "Scusa se te lo dico, ma non dovresti essere più incazzato con Charles? Lei si è trovata in mezzo."

"Certo che sono incazzato con lui. Ma almeno ha avuto il coraggio di ammetterlo. Sono incazzato con lui, con lei che non mi avrebbe detto niente, ma soprattutto sono furioso con me stesso perchè sono stato io a mandarlo a casa sua, pensando di fare una buona azione. A pensare di fare del bene lo si prende sempre nel culo, ecco la verità."

Carlos riflette a lungo prima di ribattere "Sono tutte reazioni comprensibili. Scusa, ma come fai a essere sicuro che non te l'avrebbe detto? Magari stava solo aspettando il momento giusto."

"Non ci sentivamo dalla sera prima, non era da lei. Stava cercando di farla franca." Butto giù un sorso d'acqua dalla bottiglietta che ho davanti, imitato da Carlos. 

"E adesso dov'è?"

"Non lo so e non mi interessa. Mi ha lasciato le chiavi di casa, sarà tornata in Italia." 

Il mio compagno di squadra sospira "E' un cazzo di enorme casino."

Non avrei saputo riassumere meglio la situazione.

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Sto lavorando da cani, me lo dico da solo. Domani iniziano le prove libere e io dormo a fatica, non riesco a concentrarmi su niente. Seguo la mia lista di impegni in maniera distratta, con somma disperazione di Karen che cerca di farmi adempiere a tutti i miei impegni. Ha saputo tutto quello che è successo, credo da Carlos, e si sta facendo in quattro per coprirmi e non far incazzare i capi. E' solo la prima gara della stagione, ma rischio già di compromettere tutto. Ci penso, ma non mi interessa. 

My kind of drug // Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora