4.riscaldamento

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Sono le 16 e sono davanti alla palestra.
Non è arrivato ancora nessuno.
Di solito Alessia, fa sempre un po' tardi a causa del traffico, invece le mie amiche devono liberarsi alla svelta dei corsi pomeridiani.

Quindi la porta è chiusa e non c'è nessuno che la potrebbe aprire. Aspetto e passano i minuti, ad un certo punto vedo una macchina parcheggiare.
Da questa scende una ragazzo i suoi capelli sembravano oro alla luce del sole, quando si avvicina lo riconosco: Daniele.

Lui si avvicina.

《Ciao scusa per il ritardo, non trovavo la palestra》dice.

《Oh tranquillo, non è arrivato ancora nessuno e la palestra è chiusa...》gli rispondo imbarazzata.

Lui alza la mano destra facendo tintinnare le chiavi, gli sorrido e lui ricambia.

Oh Dio che sorriso.

Appena entrati mi vado a cambiare nello spogliatoio. Metto il completo per l'allenamento, ovvero una maglietta con il mio numero sopra il 22, un pantalone della tuta e infine una felpa blu scuro.

Quando esco trovo Daniele fare delle schiacciate contro il muro: è davvero formidabile.

Lo osservo da lontano, notando che la luce che entra nella palestra gli fa risplendere i capelli.

Noi usiamo la palestra della scuola per allenarci, quindi ci sono tutti gli attrezzi che utilizziamo durante ginnastica a scuola.

C'è solo un punto di svantaggio nella palestra: una trave.

È posta proprio sopra la rete, forse spostata leggermente verso destra e quando si vanno a fare le battute molte volte la palla sbatte contro la trave e perdiamo il punto.

Infatti noi tendiamo a scegliere sempre il campo di sinistra. Anche quando giochiamo per allenarci.

《Se cerchi i palloni sono in quella stanza lì》dice indicando l'ultima porta della palestra.

《Grazie》rispondo.

Amo la pallavolo da quando sono piccola, ogni volta che ero arrabbiata prendevo un pallone e cominciavo a tirarlo contro il muro, facendo schiacciate e a volte palleggi.

Mi ha sempre aiutata, sempre.

Ogni problema me lo risolveva bastavano pochi minuti a contatto con la palla che il mondo intorno a me svaniva e rimanevano io e la mia passione.

Mio padre ci teneva molto, mi aiutava, era bravo, certo la maggior parte delle cose le ha imparate nel corso del tempo, alla mie partite oppure agli allenamenti.

Come me del resto.

Al solo ricordo mi scende una lacrima, ma la asciugo subito. Non è il momento.

Prendo una palla e comincio a fare schiacciate oltre la rete.

Cercando di sfogarmi.

Le prime mi erano uscite perfette quelle a seguire lasciavano a desiderare.
Daniele nota che ho qualche difficoltà allora mi aiuta.

《Ehi non ti scoraggiare》 dice prendendomi i fianchi per restare dritta.

《Allora resta sempre dritta, poi alza il braccio destro e piegalo leggermente tiralo all'indietro e schiaccia.》mi spiega lui.

Già lo sapevo come si fa però non mi riusciva sempre.

Che poi cosa crede che io non sono capace da sola?

Decido di riprovarci senza la palla, poi con questa.

《Allora vedi il movimento ti riesco Perfetto.》mi dice lui.

《Sì lo so ma hai detto bene il movimento, non la schiacciata》rispondo.

Il mio sguardo si punta oltre la rete.

L'ho sempre immaginata come un confine, come un limite.

Io ho la rete il mio limite e la palla deve arrivare oltre il mio limite. Devo superare ogni limite. Devo provare e riuscirci. Devo essere brava a credere in ciò che faccio, anche se a volte mi scoraggio facilmente.

《Allora proviamoci》dice facendomi un sorriso adorabile.

Prende una palla e mi fa da alzatore; quando arriva la palla sono prontissima e infatti faccio una schiacciata che rimbalza in mezzo al campo con una forza che non avevo mai visto prima...

Daniele sgrana gli occhi neanche lui ci crede, io tengo una mano davanti alla bocca per lo stupore.

Mi fa un sorriso che non potevo non ricambiare.

Si avvicina e mi abbraccia, riesco a sentire il calore del suo corpo sul mio, le sue braccia che mi circondano e il suo respiro sul mio orecchio che dice《sei fortissima, ti serve solo credere di più nelle tue capacità. Perchè solo così potrai raggiungere livelli insuperabili.》

《Grazie》sussurro io.

Ci siamo sciolti dall'abbraccio, ma siamo comunque vicinissimi.

"Stella ma che fai lo conosci sono da qualche ora. Si che è bellissimo, però calma." Mi suggerisce il mio subconscio.

A quel punto il momento è interrotto da una voce familiare: Sofia.

Che forse è l'unica volta che fa la cosa giusta.

Lei è una ragazza estroversa, non gliene importa niente del giudizio degli altri. Se pensa una cosa la dice in faccia e basta.

Ha dei capelli che le invidio molto, sono folti e neri, ondulati e occhi chiari tendenti al verde.

Appena ci vede fa un passo indietro, ma stanno arrivando tutte quindi ci ripensa, viene verso il centro palestra. Appena mi vede fa un espressione come per dire "ho interrotto qualcosa? Se vuoi posso andarmene", io scuoto la testa come per dire "no".

《Va be io vado a vedere che vuole Sofia... Comunque grazie davvero》dico a Daniele facendogli un sorriso.

《Va bene, tanto io devo vedere che vuole fare Alessia, e... Di niente》risponde lui facendomi un sorriso sbilenco.

Sofia si avvicina, toccandomi il braccio.

《Stella!》chiama.

Sofia è stata una delle prima ragazze con cui ho legato dal primo momento che ho cominciato pallavolo.

《Sofia! Cosa c'è?》Rispondo io ridendo.

《Che ci facevi a due millimetri da Daniele?》 Domanda con fare da investigatrice.

《Niente mi ha solo aiutato a fare una schiacciata bomba...》 dico io tralasciando l'abbraccio.

《E basta?》dice guardandomi negli occhi come se mi leggesse nel pensiero《so che c'è dell'altro...》continua.

Ma non riesco a rispondere che Alessia entra in palestra, richiamando la nostra attenzione.

My victory is youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora