15. "Solo loro"

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"Mai 'na volta che sta in orario"
sbuffa Gabriele togliendosi il k-way e gettandolo sull'erba, riferendosi a Niccolò.

Il moro, nonostante le loro raccomandazioni, è l'unico del gruppo che ancora manca all'appello.
I suoi amici, subito dopo aver saputodella vittoria hanno cercato un modo dignitoso per festeggiare, e le loro ricerche, come ogni volta, si sono concluse in una partita di calcetto, qualche birra e tante, tante chiacchiere.

"Figurati..mo c'ha pure la testa per aria"
gli dà ragione Gianmarco, seguito da una leggera risata da parte di tutti.

Negli ultimi giorni Niccolò è stato quasi intrattabile, a causa della sua convinzione che le canzoni scritte fino ad ora non siano all'altezza, che le sue capacità non siano abbastanza elevate per uno studio di registrazione e che lui, alla fine, in quel mondo c'entri poco e niente.

Ovviamente ogni sua lamentela è stata smontata dai suoi amici, che ripongono un'immensa fiducia in lui, ma questo non è servito a calmare i nervi del moro, fin troppo tesi.
Dorme, mangia ed esce poco, preso com'è dallo scrivere "la canzone giusta", senza ovviamente riuscirci.
Non è mai stato il tipo di persona che conclude più obiettivi sotto stress e anzi, quando avverte troppa pressione non riesce a portare a termine nemmeno le cose più banali.

Per comporre un pezzo ha sempre avuto bisogno di molto tempo a disposizione, di tranquillità e, cosa più importante, di un qualcosa da buttare fuori.
E forse, alla fine, il suo problema sta proprio qui.
È da un bel po' di tempo che sente di stare bene, che si sente in pace, con se stesso e con il mondo.

I mostri che prima lo tormentavano ora sono rimpiccioliti al punto da risultare quasi ridicoli, gli attacchi di panico sono scomparsi del tutto e - che lui voglia o no - quelle canzoni e quei testi colmi di rancore, di rabbia repressa e di necessità di scappare, non escono più facilmente come una volta.

"Andrea? Vieni un secondo"
chiede Adriano all'improvviso, approfittando del ritardo di Niccolò per chiarire le cose con Andrea, una volta per tutte.

Il biondo, colto alla sprovvista, non sa bene cosa fare.
Con una mano si scompiglia i capelli e decide di avvicinarsi, pronto ad ascoltae qualche altra critica o, peggio ancora, a ricevere la conferma di aver rovinato o incrinato un'amicizia così bella.

"Senti...scusa per come t'ho trattato. Non so che cazzo avevo"
ammette Adriano tenendo lo sguardo fisso sull'erba sintetica del campetto e passandosi una mano tra i capelli, estremamente imbarazzato.

Una volta tornato a casa, ripensando alle parole e alle cazzate dette, si è sentito tremendamente in colpa nei confronti di Niccolò e di Andrea e, cosa peggiore, non aveva la minima idea di come rimediare.

"Fa niente..non ti preoccupare"
dice subito il biondo stringendosi nelle spalle e spostando leggermente lo sguardo, alla ricerca di un qualunque contatto visivo con Adriano.

"Parli con uno che manda a cagare due persone su tre"
aggiunge poi ironico, abituato a questo tipo di situazioni e consapevole che, molto spesso, l'unico modo per risolvere ogni cosa è quello di abbandonare la freddezza e la serietà.

A quelle parole, come previsto, i muscoli di Adriano si rilassano, assieme al rumore dei suoi pensieri che, lentamente, diventano sempre meno fastidiosi.

"Famo finta de niente?"
chiede qualche istante dopo, ancora leggermente titubante.

Ad Andrea, però, non importa più di quello che si sono detti: ora conta solamente l'aver risolto tutto e - forse - l'aver trovato un altro amico.
Un'altra persona che lo sosterrà sempre, nel bene o nel male.

"Andata"
acconsente infatti con un sorriso, avvicinandosi a lui e dandogli quell'abbraccio di rito - inevitabile in momenti come quello - che segna un nuovo inizio, un nuovo capitolo per entrambi.

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