Le pareti scrostate, che forse un tempo erano addirittura bianche.
Il materasso scomodo, il pavimento freddo e la finestrella posta in alto, dalla quale non entra mai la luce.Andrea crede di conoscere ormai a memoria tutti i segni sul muro, il numero di passi che servono per raggiungere le sbarre e tornare a letto, e le poche parole che gli rivolgono i poliziotti all'ora dei pasti.
Non viene trattato come un criminale pericoloso, ma lui si sente così.
Se riuscisse a ragionare lucidamente, forse, si renderebbe conto che la sua situazione non è poi così grave, non se riuscirà a convincere il giudice della sua reale disperazione, ma non è semplice come sembra.
Ha trascorso l'ultima settimana sdraiato su quel materasso, con lo sguardo rivolto al soffitto e gli occhi pieni di lacrime e sensi di colpa.
I suoi pensieri, impossibili da spegnere anche durante la notte, sono decisamente monotematici: Niccolò, Niccolò, e ancora Niccolò.Gli mancano la sua voce, le sue parole, il calore del suo corpo, la protezione dei suoi abbracci.
Avrebbe preferito di gran lunga che lui si fosse stufato della loro relazione, che avesse trovato un'altra persona, piuttosto che lasciarlo così.Può solo immaginare le terribili sensazioni del moro, la rabbia che ha dentro, le giornate infernali che è obbligato ad affrontare.
Ogni singolo giorno, durante l'ora d'aria, trascorre il suo tempo a fissare il telefono posto oltre il plexiglass, accessibile ai carcerati una sola volta a settimana.Ha un bisogno disperato di chiamarlo e di parlargli, ma si vergogna.
Si sente la persona peggiore sulla faccia della Terra, e non vuole più rovinare la vita di Niccolò.Sa che è forte, che supererà anche questa è che ritroverà il sorriso, ma senza di lui.
Non ha alcuna intenzione di impedirglielo.
Continuerà a vivere la sua vita lontano da lui, e la vivrà meglio.Con questa consapevolezza a togliergli il respiro Andrea lascia cadere il cucchiaio nella zuppa ancora calda e la posa a terra, accanto al materasso.
Non riesce nemmeno più a mangiare.Con un sospiro si sdraia e si nasconde la testa tra le mani, stanco.
Domani è il giorno del processo, e non è pronto.
Dovrebbe essere sul pezzo, preparato a rispondere a tutte le domande dei giudici, ma non lo è.
È solo l'ombra di se stesso, un'anima distrutta nascosta in un corpo che non vuole nemmeno reggersi in piedi.In circostanze normali adesso sarebbe scoppiato a piangere, sopraffatto dai troppi pensieri, ma stavolta no.
Ha già versato tutte le lacrime che aveva in corpo.I ricordi, però, non li ha ancora finiti.
Quelli, assieme ai rimpianti, sono quasi inesauribili.Pensa alle serate passate con Niccolò, e a tutte le promesse che non è mai riuscito a mantenere.
Pensa a come, un mese prima, erano le due persone più felici del mondo, mentre adesso sono distanti, soli, distrutti.Pensa a come sarebbe stato più semplice, per se stesso e per Niccolò, se lui fosse stato una persona diversa.
~~~~~~
Se Niccolò credeva di aver ormai superato il periodo più brutto della sua vita, si sbagliava.
Non avrebbe mai pensato che si potesse soffrire così tanto in così poco tempo.Da quando ha lasciato Andrea, abbandonandolo in un posto che non avrà pietà di lui, si è sentito perso.
Il vuoto che ha dentro lo logora notte e giorno, ed è incolmabile.
Solo un paio di occhi verdi, un sorriso furbo e dei capelli biondi potrebbero riuscire a riempirlo.Non sa più cosa fare, e non riesce a fare niente.
Ha trascorso una settimana intera sul divano di casa loro, a guardare il vuoto e a piangere sulla felpa dimenticata di Andrea.
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|| 𝐀 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐭𝐞 ||
Fiksi PenggemarL'amore. L'amore non ha formule, l'amore non ha né regole né mezze misure. L'amore succede, e basta. Qualcuno ha detto che chi ama vince sempre, ma quando si ama davvero qualcuno si ha la costante sensazione di perdere. Il desiderio, però, resta sem...