È difficile descrivere le sensazioni di Niccolò in questo momento.
Se n'è andato forse troppo in fretta, senza nemmeno stare ad ascoltare le preghiere di Andrea, ma solo perché non avrebbe sopportato di stare lì un secondo di più.
E adesso gli sembra che tutto si sia fermato, che ogni cosa sia finta, surreale.
Il caldo asfissiante di agosto che rende l'asfalto bollente, le poche persone che camminano per la strada cercando un filo d'ombra e le altrettante macchine che lo fanno sobbalzare ogni volta, sembrano non esistere davvero.E così come loro, anche tutto quello che si sono detti appare fin troppo distante dalla realtà.
Senza mezzi termini, è tutto finito.
Quello che erano riusciti a costruire insieme, andando oltre ai giudizi delle persone e ai loro caratteri impossibili, è svanito in un battito di ciglia.
Nemmeno il tempo di accorgersene, che sono di nuovo punto e daccapo.Niccolò, da quando il rumore di una porta sbattuta ha segnato il confine tra il prima e il dopo, non ci ha più capito nulla.
Probabilmente, se qualcuno lo fermasse e gli chiedesse il suo nome, non sarebbe in grado di rispondere.
Non si accorge di stare piangendo, e non si accorge nemmeno di essere arrivato al parcheggio, almeno fino a che Gabriele non gli corre incontro, preoccupato dalla sua andatura barcollante e dal suo senso di malessere generale."Che è successo Nì?"
domanda infatti quest'ultimo fermandolo per la stoffa della maglietta e facendolo sobbalzare, senza riuscire a capire cosa abbia potuto ridurlo in quel modo: il moro, confuso, resta a fissarlo per un po', con in testa solo le parole del litigio di poco prima, che non lasciano spazio a nient'altro.
Rimbombano e ritornano imperterrite, togliendogli la capacità di ragionare."Mi ha tradito"
mormora Niccolò qualche istante dopo, strascicando le parole e facendo credere a Gabriele, anche se solo per poco, di aver sentito male."Cosa?"
chiede confuso, indietreggiando di un passo per accertarsi che l'amico non sia ubriaco, ma poi, vedendo che non accenna a reagire e che è sul punto di scoppiare a piangere di nuovo, si vede costretto a ricredersi."N'ce credo..Andrea?"
riesce semplicemente a dire, scuotendo la testa e passandosi una mano tra i capelli, per poi accompagnare il moro a sedersi su un muretto, vedendolo sempre più debole e stanco."È così"
sussurra Niccolò, stupendosi di quanto sia difficile parlare in una situazione del genere, per poi accasciarsi sulla pietra e prendersi la testa tra le mani, totalmente distrutto."L'altro giorno è andato a lasciare la sua ragazza e..ed è finita in un altro modo"
spiega lentamente, concentrandosi su tutto tranne che su quello che sta dicendo, come se non sentire la realtà dei fatti servisse a farlo stare meglio."Cazzo Nì..c'è qualcosa che posso fare? Qualunque co-"
comincia a dire Gabriele, ancora incredulo che possa essere successa una cosa del genere, ma viene subito bloccato da Niccolò, che ha già lasciato perdere l'intenzione di trattenere le lacrime."D-dimmi solo perché. P..perché cazzo"
domanda quest'ultimo scuotendo il capo e nascondendosi il più possibile dall'amico, anche se sa che non ce n'è alcun bisogno."Non lo so..che ti ha detto lui?"
risponde Gabriele, del tutto impotente davanti a quel pianto irrefrenabile, sperando che la smetta il prima possibile: ha sempre odiato veder soffrire le persone care, soprattutto quando non ha modo di consolarle."Che era u..ubriaco e che n-non vuole perdermi"
dice Niccolò qualche secondo dopo, tirando su con il naso e asciugandosi il viso con la maglietta, per poi alzare gli occhi ed incrociare quelli di Gabriele, che alla vista di quel dolore si sente costretto a mandarlo via, in un modo o nell'altro."Nicco, ascoltami bene. Non ho mai visto degli occhi innamorati come i vostri..sia i tuoi che i suoi. So che adesso è difficile, e non ti biasimo. Solo che, ecco.. è stato uno scivolone, un errore. Sono più che sicuro che si sente terribilmente in colpa adesso"
Il riccio dice tutto questo di fretta, cercando continuamente di mantenere un contatto visivo con Niccolò, per fargli capire che ogni cosa che ha detto, in fondo, la pensa davvero.
Non può credere che Andrea abbia voluto tutto questo, non dopo aver visto tutti i piccoli gesti che fa per il moro d i sorrisi che entrambi indossano solo in presenza dell'altro, ogni singolo istante che trascorrono insieme."È finita Gabriele"
ribatte Niccolò strappandolo dai suoi pensieri, con un tono molto più freddo, più spento rispetto a prima."Volete davvero buttare tutto all'aria? Nì, ragiona un secondo"
insiste Gabriele spazientito, allargando le braccia e piegando la testa di lato, nella speranza di fargli capire che mollare tutto, proprio sul più bello, sarebbe la scelta peggiore di tutte.Il moro, a quelle parole, resta per un po' in silenzio, per poi lasciare perdere la vergogna e dire tutto a Gabriele, confessandogli il vero motivo che lo spinge ad essere titubante, a non capirci più nulla.
"Io..io posso anche perdonare sta cazzata. Solo che..che non so cosa vuole lui"
dice abbassando lo sguardo e grattandosi la nuca, leggermente confuso, mente il riccio lo guarda con attenzione, invitandolo con un cenno del capo a continuare a parlare."L'altra sera l'ho portato su al parco, a vedere il tramonto. E poi, non so cosa m'è preso e..e gli ho detto che lo amo"
confessa Niccolò tutto di un fiato, arrossendo violentemente ed alzando subito gli occhi in direzione di Gabriele che però, a differenza delle sue aspettative, non si muove di un millimetro: in fondo tutti considerano la loro relazione una cosa normale, anche se il moro fatica ancora a capirlo, a crederci."E?"
lo incita semplicemente il riccio, accomodandosi meglio e voltandosi nella sua direzione, incuriosito da quelle parole nelle quali, nonostante tutto, non ci vede nulla di male."E non ha risposto"
sbotta Niccolò alzando la voce e stringendo i pugni, mentre avverte una stretta allo stomaco più violenta delle altre, che gli fa salire - inevitabilmente - altre mille lacrime agli occhi."Viè qua."
dice semplicemente Gabriele, comprendendo la gravità della situazione ed allargando le braccia, avvertendo subito il corpo di Niccolò scontrarsi con il suo, in un abbraccio che non può fare altro che tirare entrambi su di morale: il moro non se l'è fatto ripetere due volte, ne aveva troppo bisogno.
D'altro canto, però, è a questo che servono gli amici.
Ad esserci sempre, soprattutto in momenti delicati e terribili come questo."Sì, mo nun t'allargà..so che sono bello, ma per il momento sono ancora sull'altra sponda"
commenta Gabriele qualche minuto più tardi, dopo che Niccolò si è rilassato un po' troppo tra le sue braccia, strappandogli, senza saperlo, una risata sincera.
Amara, sì, ma sincera."Cretino"
dice Niccolò staccandosi da lui e facendolo sorridere, per poi scompigliarsi ulteriormente i capelli e spostare lo sguardo verso il cielo, leggermente sollevato."A parte gli scherzi..forse non ti ha detto nulla perché si sentiva in colpa. Non so cosa avrei fatto io in una situazione del genere"
aggiunge Gabriele poco dopo, passandogli una sigaretta e l'accendino, esprimendo a voce i suoi pensieri e cercando di difendere Andrea, per quanto possibile.Niccolò prova a rispondere, ma non ci riesce.
Forse è davvero andata così.
L'unica cosa che vorrebbe fare in questo momento è tornare sui suoi passi e cercare di chiarire tutto con più calma, ma sa benissimo che non è il momento per farlo.
Aspetterò, si dice, mentre una nuvola di fumo gli invade i polmoni, rilassandolo all'istante.Che poi, in realtà, il problema è che lui ha paura.
Ha il terrore che dopo quel litigio Andrea non voglia più vederlo, o che sia troppo pentito per passare oltre.
Anche il moro è arrabbiato con lui, lo odia per il disastro che ha combinato, ma è cosciente del fatto che il loro amore sia mille volte più forte di quel pomeriggio di pazzia.
Chi lo sa, forse ha davvero ragione Gabriele.
Forse si può rimediare sul serio.
Solo che con quel casino in testa, non è per nulla semplice pensare ad una soluzione.
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|| 𝐀 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐭𝐞 ||
FanfictionL'amore. L'amore non ha formule, l'amore non ha né regole né mezze misure. L'amore succede, e basta. Qualcuno ha detto che chi ama vince sempre, ma quando si ama davvero qualcuno si ha la costante sensazione di perdere. Il desiderio, però, resta sem...