47. "La fine"

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! Capitolo che tratta temi delicati. Sono presenti scene forti.

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Da quando la voce di Niccolò ha smesso di accarezzargli i pensieri, Andrea ha perso completamente la cognizione dei suoi gesti.

Non sa più se è giorno o notte, non sa più se ha mangiato o se è digiuno, non sa più nulla.
Non sa nemmeno più chi è.

L'unica cosa che gli dava un'identità, l'unica persona che dava un senso alla sua vita, adesso è andata via.
E quella vita che qualche mese prima gli aveva regalato tutto, adesso si sta riprendendo ogni cosa, a partire da lui.

Ha cercato con tutto se stesso di spegnere quelle voci nella sua testa, e non è stato facile.
Si è trattenuto, con l'unica speranza di un lieto fine, ma adesso non ha più alcun motivo per farlo.
Forse perché lui, di vivere, non ne ha più la forza.

Ora è notte fonda, e per i corridoi del carcere non c'è anima viva.
La ronda non passa quasi mai in questa zona, e le celle accanto alla sua sono vuote.
Non c'è nessuno che può fermarlo.

Con le mani che tremano come mai prima d'ora prende da sotto al cuscino un coltellino, rubato durante l'ora d'aria ad un altro mostro come lui.
Il cuore gli rimbomba nelle tempie, ma non ha paura.
Ha solo voglia di smettere di soffrire.

È strano pensare che abbia pianificato tutto.
Non è mai stato capace di organizzare nulla, eppure stavolta ha previsto ogni sua singola mossa.
Ha previsto l'unica cosa che, nella vita, dovrebbe accadere senza preavviso.

In silenzio posa la lama sul materasso, e tira fuori fuori dallo stesso nascondiglio la foto.
La loro foto.

La avvicina agli occhi e lascia scorrere lo sguardo da un lato all'altro dell'immagine, scattata un giorno d'inverno, nel loro cortile.
Posa lo sguardo sulla ruggine del cancello nello sfondo, sbiadito e arrugginito.
Chissà cosa sarebbe successo se non avesse deciso di attraversarlo, tre anni prima.

Con un sorriso amaro sulle labbra e gli occhi pesanti, pieni di lacrime, osserva quel muretto che è stato teatro dei loro sfoghi, dei loro abbracci, dei loro baci dati di nascosto, delle loro carezze e delle loro parole.

Lo sfiora piano, con la punta delle dita, mentre nella sua testa si rincorrono mille immagini, mille ricordi, tutti incastrati ad un passo dalla realtà.

Niccolò che ride con una birra tra le mani, gli occhi lucidi e i capelli arruffati dal vento.
Niccolò che gli piange sulla spalla, stringendo la stoffa della sua felpa tra le dita e pregandolo di non andare via, di restare ancora lì con lui.
Niccolò che lo bacia sul collo e lo spinge contro le pietre dure del muro, senza staccarsi nemmeno un istante, senza prendere fiato.
Niccolò che gli sussurra di stare calmo, perché lui è lì, perché non può succedergli nulla di male.

E poi Niccolò che, d'ora in avanti, si siederà lì da solo.

Senza nemmeno rendersene conto Andrea si ritrova inginocchiato a terra, con il viso rigato dalle lacrime e la schiena scossa dai singhiozzi.
Non riesce più a controllarsi.

Abbassa la mano e stringe quella foto tra le dita, tanto forte da sentire gli angoli piegarsi e premergli violentemente sulla pelle, tanto forte da sentire male.

Ed è in quell'istante, in quel preciso momento, che la sua mente si offusca del tutto, che si stacca dal resto del corpo e che lascia al cuore, quel cuore straziato ed ormai ridotto in frantumi, la libertà di scegliere per lui.

Afferra il coltellino con la mano destra, e lo stringe forte.
Cerca di calmare il tremore nelle mani, senza riuscirci.
Sa che questa è l'ultima decisione che prenderà, l'ultima decisione sbagliata della sua vita.

Chiude gli occhi, mentre si concentra solamente sulla rabbia immensa che ha dentro.
E poi, in un battito di ciglia, lo fa.
Avverte il freddo della lama premergli sulla pelle, seguito da un liquido caldo che comincia a scorrergli sul braccio.
Una, due volte.

Lascia scivolare il coltello a terra e ascolta quel rumore metallico che gli rimbomba nelle orecchie: è l'unica cosa che riesce a sentire.
Tutte le altre emozioni e sensazioni sono completamente anestetizzate.

Non ha paura, non avverte alcun dolore.

In quel sangue che gli bagna i vestiti, non ci vede qualcosa di sbagliato.
Ci vede tante cose, e ci vede la fine.

Si ricorda di quando andava a scuola, con la cartella sulle spalle e con un sorriso che la vita, negli giro di pochi anni, gli avrebbe insegnato a nascondere.
Pensa a sua mamma, pensa a tutte le volte ha cercato di proteggerlo e lui, puntualmente, non glielo permetteva mai.

E poi è arrivato Francesco, che ha portato con lui la droga, la notte, la paura.
Le serate passate al freddo, fuori di casa, a sperare che qualcuno o qualcosa lo aiutasse a scappare da se stesso.

E infine, quando tutto sembrava perduto, ecco che Niccolò si è scontrato con la sua vita.
Non ha avuto pietà ad entrargli nel cuore e ad accomodarsi lì, per sempre.
Il primo bacio, il primo amore, la prima notte insieme.

E poi le lacrime, la paura di perdere tutto...quante volte ha buttato all'aria ogni cosa?
Tante, troppe.
Adesso, però, non lo farà mai più.

Ad ogni secondo che passa sente le forze abbandonarlo lentamente, e si sdraia a terra.
La stanza gira vorticosamente attorno a lui, e i polsi gli bruciano da morire.

Con le mani insanguinate tasta il pavimento attorno a sé, cercando quella maledettissima foto.
La solleva e la porta davanti agli occhi, tremando.

"Scusa."
sussurra con un filo di voce, posando le labbra fredde sul viso sfocato del moro.

Piange, piange e trema, ma non vuole chiudere gli occhi.

Sa che sta per finire tutto, e vuole avere stampata nella mente, come ultima immagine, loro due abbracciati, sorridenti, felici, insieme.
Perché è quello, solo e soltanto quello, il suo posto nel mondo.

Stretto tra le braccia di Niccolò, con un cappellino ridicolo in testa e con il cuore leggero.

Ed è così, con quest'ultimo pensiero in testa, che molla completamente la presa.
Abbassa le palpebre, emette un sospiro strozzato e si lascia andare al destino, sperando che la realtà lo abbandoni il più in fretta possibile.
Non resiste, non ce la fa più.

Di quell'Andrea che aveva imparato a sorridere, a vivere, ad amare la realtà, adesso non resta più nulla.

C'è solo un corpo riverso nel suo stesso sangue, circondato dal buio più totale.

|| 𝐀 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐭𝐞 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora