Per Andrea quegli ultimi giorni, nonostante la vicinanza di Niccolò, sono stati un calvario.
Ha cercato di restare forte, non ha versato nemmeno una lacrima davanti alla bara di sua madre, ma questo suo scudo è resistito poco.Non è più abituato a crollare, a trascorrere ore intere con la testa affondata nel cuscino e le guance costantemente umide, a mangiare quel poco che serve per tenersi in piedi e a bere fino a farsi male, ma non può più evitarlo.
Si sente perso, forse per la prima volta in vita sua.L'unica cosa che da un minimo di senso alle sue giornate sono le chiamate infinite con Niccolò, che non si da pace finché non sente un "sì" dall'altro capo del telefono, e le loro passeggiate per il quartiere, tante volte affrontate in totale silenzio.
Molto spesso il biondo le ha rifiutate, ma solo perché hanno la capacità di farlo stare bene.Si sente in colpa quando non pensa più al suo comportamento terribile, quando non percepisce il peso dei rimorsi e del dolore: ormai è dell'idea che debba pagare per quello che ha fatto, ed è quasi impossibile fargli cambiare idea.
E anche adesso, mentre cammina sulla spiaggia in direzione degli amici di Niccolò, sente che non dovrebbe essere lì.
Lo hanno invitato loro, forse per fagli staccare i pensieri o forse per farsi perdonare dei commenti amari che gli hanno rivolto dopo la sua fuga improvvisa, ma lui si ritiene comunque fuori luogo."Bella Andrè!"
lo saluta Gabriele con un sorriso, notandolo per primo e facendo voltare tutti gli altri nella sua direzione.Il biondo li raggiunge e ricambia debolmente il gesto, senza riuscire a spingersi oltre.
"Grazie, non..non c'era bisogno"
risponde a bassa voce, sorridendo lievemente e stupendosi di quanto poco abbia parlato in quei giorni, tanto da diventarne quasi incapace."Andrè su, taci"
lo zittisce Alessandro con una pacca sulla spalla, facendogli cenno di avvicinarsi e di sistemare il telo sulla sabbia, ma il biondo non si muove di un millimetro."Davvero, io..non voglio disturbarvi, no-"
prova a insistere, ma viene subito bloccato da Gabriele, che non vuole sentire una parola di più."A me non sembra che portarci tutti al mare sia disturbare, no?"
lo smentisce ovvio, stringendosi nelle spalle e rivolgendogli l'ennesimo sorriso.
"Poi parlane con Adriano, ha fatto tutto lui..noi eseguiamo"
continua alzando le mani ed indicando il riccio, che durante tutto il loro discorso era rimasto leggermente in disparte, per distrarsi un po'.Appena Niccolò gli ha dato quella terribile notizia ha deciso di farsi perdonare definitivamente dal biondo, ed il modo migliore, se non l'unico, era regalargli una giornata lontano da tutto e da tutti.
Andrea si volta verso di lui e gli sorride, estremamente grato: nessuno ha mai fatto una cosa del genere per lui, mai."A Nì ma te dai una mossa?"
urla Adriano cambiando discorso ed individuando per primo la figura di Niccolò, che corre verso di loro con lo zaino sulle spalle e gli occhiali da sole storti sul viso."Zitti tutti"
intima accomodandosi con un lamento accanto a Gabriele, anticipando qualsiasi commento nei confronti del suo solito ritardo."Almeno ce l'hai il pranzo?"
chiede retorico Alessandro, afferrando lo zaino dell'amico e frugandoci dentro, senza ovviamente chiedere il permesso."Ringraziate mia madre"
dice Niccolò appena l'amico tira fuori una teglia ancora calda, per poi sdraiarsi sul telo mare e gettare un'occhiata ad Andrea, che è ancora impalato nello stesso luogo di prima, con lo sguardo perso nel mare."Viè qua Andre"
lo chiama, strappandolo dai suoi pensieri e spostandosi leggermente di lato.Andrea fatica a lasciarsi andare, ma cerca in tutti i modi di non pensare a quella terribile sensazione di solitudine, che non riesce a scrollarsi di dosso.
"Chi vuole na birra?"
chiede Gabriele all'improvviso, risvegliandolo dai suoi pensieri: ovviamente tutti alzano le mani, ed il riccio scuote la testa, sorridendo."Forza, alzate il culo e aiutatemi"
ordina rivolgendosi ad Adriano e Alessandro, già in piedi e con ancora le scarpe addosso.Una volta afferrato il portafogli i tre si dirigono verso l'unico bar aperto della spiaggia, lasciando soli Niccolò e Andrea.
Il moro attende qualche istante, beandosi del sole che gli riscalda le guance e la fronte, per poi tirarsi a sedere e voltarsi in direzione dell'amico, che non ha alcuna intenzione di parlare."Allora, come va?"
gli chiede con un sorriso, mentre allunga una mano e fruga distrattamente nella tasca davanti dello zaino."Sono stato meglio"
ammette Andrea schiarendosi la voce, con un mezzo sorriso sulle labbra, afferrando molto volentieri la sigaretta offerta da Niccolò.In silenzio la porta alle labbra e ripara la fiamma dal vento, mentre il moro lo osserva di nascosto, quasi ipnotizzato dai suoi gesti.
Non sa il perché, ma ultimamente passare del tempo accanto ad Andrea gli fa un effetto strano.
Sente come se debba dare il meglio di sé, e le poche parole che il biondo gli rivolge durante il giorno gli restano in testa per ore, senza un motivo apparente.
Prova a non farci caso ma, a suo malgrado, è diventato quasi impossibile pensare ad altro.~~~~~~
"Nì...ci canti qualcosina?"
domanda Alessandro a pranzo finito, buttando giù l'ultimo sorso di birra e ricevendo in risposta uno sbuffo da parte di Niccolò, visibilmente scocciato."Almeno il tuo lavoro Niccolò, forza"
insiste Adriano, preparandosi a cantare e ad ascoltare il moro, che si rassegna con un sorriso.Si maledice per non aver portato con sé la chitarra, ma non fa niente.
Sa che basta la sua voce, mista alle urla dei suoi amici e ad una delle canzoni - a parer suo - più belle di sempre, per farlo stare bene."Ma amici mai, per chi si cerca come noi
Non è possibile.
Odiarsi mai, per chi si ama come noi"Andrea, mentre canta sottovoce cercando di andare a tempo, sorride.
Osserva di sottecchi quella curva sulle labbra di Niccolò, che riscalda inevitabilmente il cuore di tutti, e resta a guardarla per tanti, forse troppi istanti.Dopo di essa, il suo sguardo si posa anche sugli occhi lucidi del moro e sui suoi capelli spettinati, ammira tutti i tatuaggi che ha sulle braccia e sorride alla vista delle sue dita che, appoggiate alle gambe, suonano i tasti di un pianoforte immaginario.
E quando la canzone finisce, quando gli altri riprendono a parlare tra di loro, quasi non se ne accorge.
Ci fa caso solo quando Adriano gli scuote una mano di fronte agli occhi, scatenando una risata da parte di tutti.
Di tutti meno che lui.Scuote la testa ed abbassa lo sguardo, rabbrividendo leggermente.
Quel sorriso che ha indossato per tranquillizzare i suoi amici, però, svanisce subito, non appena nota la pelle d'oca che gli è spuntata sulle braccia.
Non ne capisce il motivo, anche se una mezza idea ce l'ha.
Ce l'ha eccome, ma non vuole assolutamente ascoltarla.Sarà stata la canzone, si dice.
Solo la canzone.
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|| 𝐀 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐭𝐞 ||
FanfictionL'amore. L'amore non ha formule, l'amore non ha né regole né mezze misure. L'amore succede, e basta. Qualcuno ha detto che chi ama vince sempre, ma quando si ama davvero qualcuno si ha la costante sensazione di perdere. Il desiderio, però, resta sem...