2. "Te faccio rimpiagne d'èsse nato."

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Una vita normale.
Sono tante le interpretazioni che possono essere attribuite a queste parole: una casa, un posto di lavoro stabile, una famiglia o degli amici con cui uscire, dei figli, una vacanza ogni tanto.

Andrea, però, non ha mai avuto "l'onore" di provare sulla sua pelle la sensazione di vivere giornate tutte uguali, tranquille e senza alcun cambiamento significativo.
Ha perso il conto di quanti appartamenti ha cambiato negli ultimi anni, tanto che ormai non svuota nemmeno più gli scatoloni, consapevole che quella sistemazione, qualunque essa sia, avrà vita breve.

L'unica cosa certa è che non è mai uscito dai confini di Roma e che, tirando le somme, non si è nemmeno mai mosso dalla periferia, dato il suo misero conto in banca.

Appoggiato con una spalla alla finestra sposta leggermente un ciuffo di capelli biondi dagli occhi, per riuscire ad osservare meglio il panorama oltre il vetro.
In lontananza i contorni della città si distinguono ben poco, ma a lui non interessa un granché: conosce praticamente a memoria ogni singolo tetto, cupola e campanile di Roma.

Mentre con lo sguardo spazia ancora un po' tra i palazzi di fronte porta una mano ad accarezzarsi la barba, decretando che è arrivata l'ora di accorciarla un po'.
Non l'ha mai rasata del tutto, ma così è decisamente troppo lunga.

Sospira e rimanda a più tardi qualsiasi cosa abbia intenzione di fare, per poi staccarsi a malavoglia dal muro e dirigersi verso uno dei cartoni accanto alla porta di ingresso. Rovista per qualche istante alla ricerca delle chiavi della macchina e dei suoi adorati occhiali da sole, trovandoli entrambi al primo colpo.

Senza perdere altro tempo chiude la porta di casa, nasconde gli occhi verdi dietro le lenti scure e si appresta a scendere quattro piani di scale, maledicendo sottovoce chiunque sia responsabile del mantenimento dell'ascensore, guasto da settimane.

Di solito esce di casa di rado, forse perché non ha nessuno con cui farlo o forse perché ha sempre preferito starsene per conto suo, lontano da tutto e da tutti.

L'unica persona per cui lo faceva volentieri era Rebecca, la sua fidanzata, ma ora non più.
La loro relazione è ormai agli sgoccioli, i loro incontri non sono altro che una discussione continua e, nelle rare volte in cui non litigano, non trovano più nulla da dirsi.

Oggi, vita sentimentale a parte, il motivo che lo ha spinto ad uscire di casa è un altro, ma forse è meglio fare qualche passo indietro.

Il suo carattere impossibile lo ha sempre ostacolato, senza alcuna eccezione.
Non sa controllarsi, quando qualcuno gli fa un torto - anche minimo - perde le staffe e si chiude in se stesso, tagliando tutti i ponti con quella persona.

A causa di questi comportamenti impulsivi non ha mai concluso nulla nella vita: non ha terminato gli studi - non che avesse qualcuno a cui interessasse minimamente - e, soprattutto, non ha mai trovato nessun impiego con il quale mantenersi.

Ha trascorso un intero anno in balia del mondo, senza soldi o una casa dove stare, passando le notti in qualche ostello solo per avere un posto in cui dormire e qualcosa da mettere sotto ai denti.
Per un po' questa sistemazione precaria, unita a qualche lavoretto di tanto in tanto, è andata bene, ma non poteva continuare a vivere così in eterno.

Non si ricorda bene come sia successo - o forse non vuole pensarci per non trovare altre alternative alla scelta terribile che ha preso - fatto sta che in poco tempo si è ritrovato nel giro della droga.
Un gruppo di ragazzi persi, esattamente come lui, che però, per sopravvivere, spacciano.

Per quanto il suo buon senso gli abbia impedito di entrare in prima persona in quel mondo, questo "lavoro" gli ha dato la possibilità di saldare ogni debito e di condurre una vita, se non normale, per lo meno accettabile.

|| 𝐀 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐭𝐞 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora