19. "Come si capisce di essere innamorati?"

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Le ultime settimane, per Niccolò, sono state forse le più intense di tutta la sua vita.

Lui, che è abituato a fare poche cose ogni giorno, si ritrova a dover correre da una parte all'altra, con sulle spalle il peso di dover dimostrare a tutti di non essere un totale disastro.

Passa le giornate in quello studio di registrazione improvvisato, nel tentativo di comporre qualcosa di decente: a lui non dispiacciono queste nuove abitudini, fatta eccezione per il tempo libero quasi inesistente, che non gli permette di incontrare i suoi amici e, soprattutto, di vedere Andrea.

Si sentono e si incontrano raramente, e un po' si mancano.
Niccolò sospira e si siede con la schiena al muro, gettando uno sguardo veloce fuori dalla finestra: per quanto sia difficile fare a meno delle loro chiacchierate, è sempre più convinto che allontanarsi dal biondo sia stato un bene.

Stava cominciando a sentirsi a disagio accanto a lui, anche se non poteva fare a meno di accettare ogni suo invito.
Quella confusione che ha in testa si è trasformata in poco tempo in sensazioni e pensieri completamente sbagliati, che lui sta cercando in ogni modo di ignorare.

Andrea è un suo amico, è la persona che lo ha aiutato ad uscire di casa e a vivere di nuovo, ma niente di più.
Sì, probabilmente lo ha salvato per davvero, ma solo come amico.

Ad interrompere questi pensieri, sempre gli stessi da un po' troppi giorni, arriva la vibrazione del suo telefono, gettato da qualche parte sul materasso.

"Ciao Adri, che c'è?"
risponde Niccolò afferrandolo e sdraiandosi all'indietro, mentre osserva con tutta l'attenzione del mondo una delle crepe sul soffitto.

"Posso..posso parlarti un secondo?"
chiede il riccio titubante, dirigendo lo sguardo verso le finestre dell'appartamento di Niccolò, che dal loro parcheggio si intravedono leggermente.

"Certo, vai"
annuisce il moro, preparandosi ad ascoltare quello che l'amico ha da dire.

Adriano, però, attende qualche secondo prima di rispondere, desideroso di vedere Niccolò di persona.

"No, non così. Scendi al parchetto?"

"Arrivo subito."

Dopo questo breve scambio di battute Niccolò salta giù dal letto, e in un batter d'occhio si ritrova nel loro parcheggio.

"Eccomi..tutto a posto, sì?"
chiede il moro raggiungendo di corsa Adriano e riprendendo fiato, appoggiandosi al cofano della sua macchina.

Il riccio ci pensa su per un po', indeciso se la sua domanda abbia senso oppure no, ma poi non riesce più a trattenersi.

"Come si capisce di essere innamorati?"
domanda qualche istante dopo, spezzando il silenzio che si è venuto a creare e facendo trasalire Niccolò, che non si aspettava una richiesta del genere.

Quest'ultimo abbassa immediatamente lo sguardo e lo punta verso un ciuffo d'erba, sentendosi quasi attaccato.

"Non lo so."
risponde freddo, nonostante le parole di Adriano siano state dette con la più totale inconsapevolezza.

"Se...se ti rende felice, forse"
aggiunge poi, cercando di correggersi ed abbassando di poco il tono di voce.

"Mh"
annuisce Adriano sospirando pesantemente, per nulla convinto.

Niccolò aspetta che il riccio ricominci a parlare ma, notando che non ha alcuna intenzione di farlo, si fa avanti.

"Chi è Adrià?"
domanda qualche secondo dopo, alzando di nuovo gli occhi in quelli di Adriano e cercando di ignorare il disagio provocato da quella conversazione.

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