t r e d i c i

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"Bea sei troppo veloce" Mel si chinò un secondo, esausta dalla corsa continuata durata più di un'ora.

"Possiamo interrompere quando vuoi" ci avviammo alla fontanella dalla quale ero solita bere.

"Hai un viso strano" non seguii il suo discorso, piuttosto continuai a fissare l'acqua scorrere; un flash: Paulo, era stato Paulo a procurarmi il taglio sul labbro "Mi stai ascoltando?"

Tornai a sentire normalmente la sua dolce voce "Cosa c'entra Paulo?" domandai.

"Bea non ho nominato Paulino; è successo qualcosa?"

"No no no, tutto bene. Mi era sembrato di sentirti dire il suo nome" cercai la scusa più banale e semplice da dare.

"Non va tutto bene, non serve che tu mi menta. Vuoi dirmi cosa sta succedendo?" tornammo con una camminata veloce verso casa sua.

Cercai di convincerla "Sono sincera, Mel" non mi avrebbe mai creduta "Stavo solo riflettendo su quale fosse la data della firma ufficiale del contratto"

"Avete trovato un'accordo?" mi conosceva, e sapeva che insistendo non avrebbe ottenuto risposte da parte mia.

"Si, o almeno spero sia ancora valido. Ha questa grande capacità di rovinare sempre le cose"

"Stiamo ancora parlando di calcio?" evidentemente la rabbia nella mia voce lasciava pensare ad altro.

Sorrisi, cercando di salvarmi in calcio d'angolo "Si certamente" affermai "Questa sera esco con Federico"

"Sul serio? Dove ti porterà? So che è un tipo molto romantico"

"Ancora non lo so, non vorrei fare nulla di complicato o stancante, sono giorni pesanti" lo erano anche a causa del lavoro.

"Allora ti chiamo domani mattina mentre vai in aeroporto e mi racconti, va bene?"

Le lasciai un bacio sulla guancia "Lo davo per scontato"

Fui sollevata dal fatto che non cercò di insistere su argomenti che aveva capito essere delicati; un'amica vera era anche questo, delicatezza e riservatezza: non tutto andava raccontato, o almeno non quando non era il momento opportuno. E quella mattina decisamente non lo era stato.

Mi rilassai sotto il getto d'acqua gelido, e notai come i miei nervi fossero più tesi di quanto avrei potuto anche solo immaginare. Due volte mi tornò in mente quella mattina al parco: la sua struttura fisica, la sua corsa e quei pochi lineamenti che aveva lasciato intravedere. Era stato lui, ma non me lo aveva mai confessato. Incredibile pensare a come non me ne fossi mai resa conto.

Quando arrivò l'ora di prepararmi per uscire, la voglia arrivò a rasentare lo zero; non avevo voglia di vestirmi, di truccarmi, di dover far finta per tutta la sera che le cose stessero al giusto posto e dover fingere che mi stessi innamorando di un ragazzo per il quale quel sentimento, forse, non lo avrei provato mai.

Non vedo l'ora di passare la serata con te, recitava il suo messaggio, al quale risposi con un semplice ti va di rimanere a casa? Possiamo passare comunque una bella serata. Data la sua risposta tardiva, mi venne il timore che ci fosse rimasto male, perché gli avessi rovinato i piani o perché fosse uno a cui piaceva fare vita mondana. Anche io lo sarei stata, in una situazione leggermente diversa.

Passai una quindicina di minuti a fissare il telefono, come se stessi aspettando la chiamata più importante della mia vita. Io stessa mi sorpresi della mia spontanea e inconsapevole volontà di leggere la sua risposta. Mi sembra un'idea perfetta. Vieni a casa mia per le otto e mezza, cucinerò qualcosa di speciale. E lasciò il suo indirizzo allegato.
Tirai un sospiro di sollievo, e allontanai quella tensione inspiegabile che stava iniziando a crescere.

Pensami anche domani -Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora