v e n t u n o

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Quando raggiungemmo all'unisono la sala in cui avremmo degustato la cena, tirai un sospiro di sollievo nel notare come ci avessero assegnato lo stesso tavolo. Lasciai che andassero avanti prima di me e rimasi qualche secondo in disparte a riflettere e a farmi coraggio; sarebbe potuto succedere qualcosa di peggiore rispetto ai giorni precedenti?
Accantonai in qualche angolo remoto della mia mente sia la paura sia l'agitazione, prima di cercare con lo sguardo dove fosse stato collocato il tavolo assegnatomi. Passai accanto a quello di Douglas, che salutai con affetto.

"Bea sono contento che tu abbia deciso di venire" mi strinse forte, consapevole dello sforzo che stessi facendo.

"Sono felice di vedervi insieme; come stai Natalia?" salutai anche la sua meravigliosa accompagnatrice.

Il vestito le fasciava tutte le forme in modo delicato e sensuale "Sto bene, sono davvero contenta di essere qui" sorrisi; avrei voluto poter dire lo stesso.

"Nos vemos más tarde, bebecita; fingís que no está pasando nada, pero Pipa y su novia no dejan de mirarte ni un segundo" lo guardai negli occhi e annuii.

Raggiunsi il mio posto, con la costante sensazione degli sguardi di Gonzalo e Paulo sulla mia pelle; non ero riuscita a vedere dove quest'ultimo fosse seduto, ma ero sicura mi avesse squadrata per l'intero tragitto "Tutto bene amore?"

"Certo" non mi fece così piacere sentire l'appellativo, ma non fu quella la circostanza giusta in cui farglielo presente.

"Después me cuentas todo lo que pasó en estos días,¿está bien?" non sapevo che a Cristiano interessasse l'argomento: solitamente tendeva a rimanere fuori da dinamiche scomode come quella.

"Claro que si, ahora no creo que sea el momento" gli sorrisi e notai il suo orecchino, che gli stava sorprendentemente bene.

Mel indicò con un gesto rapido la sua spalla "Los dos están detrás de mí" mimò con le labbra, e fui l'unica a notarlo, fortunatamente.

In effetti, spostando di qualche grado lo sguardo, mi resi conto che Paulo e Oriana erano seduti proprio lungo la mia traiettoria visiva. Gonzalo invece si trovava al tavolo accanto al suo connazionale: li avevo entrambi in visuale, e ciò non fece altro che aumentare il mio grado di agitazione. Più volte Federico mi strinse la mano, sopra e sotto il tavolo, e mi sollevò sapere che avrei potuto contare su di lui: quella sera più di qualunque altro momento.

Una frazione di secondo dopo rispetto a quando il mio compagno cinse le mie spalle con il suo braccio, notai con la coda dell'occhio che Paulo fece lo stesso; camuffai il mio interessamento ai suoi gesti e tornai a ridere con Juan, che non smetteva di mostrare un' ironia incredibile dal primo secondo in cui ci eravamo conosciuti. La moglie era una donna davvero fortunata: un uomo che ti sappia sempre far ridere è una benedizione.

"Balliamo?" accettai la mano di Federico solo perché tutto il nostro tavolo si era alzato per raggiungere la pista da ballo, ed io non volevo essere notata negativamente.

"Ti ricordi la prima volta che abbiamo ballato insieme?" mi fece fare due piroette.

"Come potrei dimenticarlo? Non sai quanto ho sperato quella sera che tutto andasse a buon fine"

Gli lasciai un dolce bacio "La perseveranza premia gli audaci" accarezzai la sua morbida guancia.

Tornammo a sederci dopo una ventina di minuti di balli dettati da musica latinoamericana e dalle mosse del Panita "Sono contento che siate tutti qui stasera" esordì Andrea Agnelli.

"Ci sono già passata per tre anni: quest'uomo è logorroico a livelli mai visti prima d'ora" Mel si era seduta accanto a me.

Aveva ragione, parlò per una buona decina di minuti "E in questa serata speciale, non possiamo far altro che alzare i calici per ringraziare e brindare a tutti: la nostra squadra, che ci fa sognare sul campo; i nostri tecnici e l'intero staff, senza i quali la Juventus non sarebbe la stessa; i collaboratori, dai più storici ai più recenti" guardò una lunga serie di persone, per poi sorridere anche nella mia direzione.

Pensami anche domani -Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora