v e n t i s e t t e

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Per la prima volta, dopo tanto tempo, tornare a Torino non mi fece provare quella sensazione di serenità. Solo una gran voglia di risolvere tutti quei problemi che da mesi non mi permettevano di essere serena al cento per cento. Non si può pretendere una vita tutta rose e fiori, ma non fa bene alla salute mentale di una persona avere troppe difficoltà da affrontare.

Mi lasciai cadere sul letto matrimoniale e voltai lo sguardo verso la finestra, da dove non molte settimane prima Federico guardava il tramonto piemontese. Sorrisi pensando alla sua schiena tatuata e possente, mentre una stretta allo stomaco si impossessò di me non appena pensai a quanto starebbe stato bello se, al suo posto, ci fosse stato Paulo.
Quel Paulo che, in poco tempo, era cambiato in meglio.

Possiamo vederci per parlare? Recitava il messaggio di Gonzalo, che mi risvegliò da quello stato di trance che durò più del dovuto. Pensai a quali fossero le persone con cui avrei dovuto chiarire, e lui rientrava nella lista. Risposi con un banale ok, prima di iniziare a perdere tempo su Instagram. Decisi di pubblicare la foto che due sere prima aveva scattato Cristiano, e rimasi sorpresa nel notare quante notifiche arrivarono in una frazione di tempo davvero breve. Mi era sempre piaciuto essere attiva sui social, ma la vita reale era un'altra e risucchiava più energie di quante si sarebbe potuto immaginare.

Riscaldai una piadina, che farcii con del triste e banale prosciutto; cucinare non mi dispiaceva, ma per aver potuto creare qualcosa di buono avrei dovuto avere la mente libera, e quella sera non era decisamente il momento ideale.
Aprii il computer lasciato sulla penisola della cucina e cercai alcune foto della serata di gala: ne trovai un numero impressionante su me e Neymar; sorrisi e ricordai con affetto la sua compagnia, e apprezzai il suo auto controllo nel non provarci con me la notte successiva. Lasciai che la curiosità avesse la meglio, ed iniziai a scorrerle tutte, fino ad arrivare a quelle che il mio subconscio avrebbe voluto trovare: Paulo, con quello splendido completo nero che gli rendeva decisamente giustizia.
Per quanto mi impegnassi a nasconderlo a me stessa, ero irrimediabilmente attratta da lui.

Sentii il campanello della porta suonare, e lasciai cadere la piada sul piatto "Scusami se irrompono a casa tua così tardi, so che sei stanca"

"Non importa, non stavo facendo nulla" ammisi, non curante del tono svogliato con cui parlai.

"Credo che tu sappia il motivo per cui sono qui"

"Posso immaginare, ma sono pronta ad ascoltarti" lo invitai a seguirmi in cucina, dove terminai la cena.

Lo vidi sorridere, in modo puro "Beh, direi che un impiego lo avevi trovato"

"Stavo solo guardando le foto dell'altra sera" risposi con sufficienza, seguendo il suo sguardo fino al mio pc.

"A me quelle sembrano le foto di Paulo" non sorrisi insieme a lui.

"Avrebbero dovuto evitare di scattargliele?" per una delle prime volte, la sua presenza mi innervosì.

Negó con il capo "Non sto dicendo questo; perché ti sei soffermata proprio sulle sue?"

"Non lo so, vuoi dirmelo tu?" il mio tono era arrogante, ma non mi sentii in colpa.

"B,non serve che tu mi risponda in questo modo; dimentichi di avermi confessato cosa provi per lui?"

Alzai le spalle, addentando la mia cena "Le cose sono cambiate"

"In così poco tempo?"

"Si Gonzalo, le situazioni cambiano e cambia anche il modo di vedere una determinata persona; quante spiegazioni dovrò ancora darti?"

"Nessuna" sentii il suo sguardo su di me, ma lo ignorai "Se il tuo atteggiamento è questo, credo sia meglio che torni un altro giorno"

Risi ironica "Pensavi che ti sarei saltata al collo, gioendo della tua presenza? Mi dispiace aver deluso le tue aspettative"

Pensami anche domani -Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora