d o d i c i

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(LEGGETE PRIMA 10 e 11!!!
non capisco per quale motivo il capitolo dodici venga segnato prima del 10 e dell'11. Ho provato a risolvere il problema, ma non ci si riesce; mi dispiace per la scomodità)

Per le settantadue ore successive lasciai che la mia mente si liberasse di tutto: impegni, pensieri e preoccupazioni che caratterizzavano la vita di tutti i giorni. Decisi di ospitare la nonna per tenermi compagnia, per andare a fare qualche piccola gita o una semplice passeggiata per quelle piccole vie torinesi che ama e che ha fatto amare anche a me.
Fui anche sollevata dal risultato delle sue analisi: non facevano sperare per il meglio ma neanche per il peggio; dato quello che la mia mente nei giorni precedenti era arrivata a supporre, qualsiasi esito leggermente migliore sarebbe risultato un successo.

Dici di essere sicura di non provare nulla per quel ragazzo, ma la nonna ti conosce: i tuoi occhi dicono il contrario. Forse si, lei mi conosceva meglio di chiunque altro al mondo avrebbe potuto fare ,ma questa volta si sbagliava. Sarebbe stato così sbagliato e difficile che neanche tutto l'amore del mondo sarebbe potuto risultare sufficiente.
La mia testa si rifiutava completamente di pensare a quello che era successo; gli era stata già data troppa importanza. Decisi addirittura di tagliare i ponti un paio di giorni con tutte le persone che mi cercarono, anche solo per comprendere che fine avessi fatto: G, Douglas, Mel, Isabella o Federico.

L'unico nei confronti del quale mi sentii estremamente in colpa fu proprio quest'ultimo; era così buono, tenero e bravo da meritare una persona che fosse pronta e in grado di valorizzarlo. Io non ero pronta, e forse per lui non lo sarei mai stata, anche se allo stesso tempo mi faceva stare bene pensare di poter contare su di lui. Tutti abbiamo bisogno di sentirci amati da qualcuno, anche se probabilmente non lo potremmo mai ricambiare nella stessa quantità.

L'unica cosa relativa al lavoro che feci fu quella di analizzare tutti gli articoli inerenti alla reazione che Paulo aveva avuto la domenica precedente: non aveva fatto altro che rendere ancora meno stabile la sua posizione. A darmi rabbia, non furono i giusti commenti sul suo completamento, ma alcune ipotesi campate totalmente in aria da parte dei giornalisti: probabile rottura con la società; rapporto incrinato con i compagni di squadra; problemi di cuore; scelta sbagliata del suo procuratore. E forse il problema non era neanche tra questi. Il problema lo aveva con se stesso, ed era qualcosa di talmente personale che i giornalisti non avrebbero nemmeno mai dovuto pensare di poter mettere bocca.

Nonostante tutto, lo difendevo. Perché per quanto mi avessero ferito le sue parole, per quanto avrei voluto cancellare quel bacio, conoscevo bene gli atteggiamenti di chi ha qualcosa dentro di cui liberarsi ma non si fida a farlo. E i giornalisti non avrebbero mai dovuto marciare su tematiche personali importanti.
Erano inoltre stati allegati collegamenti a pagine che parlavano addirittura di me e di Oriana Sabatini. Cuore in due? Si domandavano, senza conoscere la natura delle cose. Ma non avrei mai dato una risposta, per tutelare me stessa, Paulo e soprattutto Federico. La realtà era un'altra e nessuno, tranne i diretti interessati, avrebbe dovuto saperla.

Non riuscii a mangiare, visto il pranzo abbondante della nonna, così mi lasciai cadere sul divano e iniziai una nuova serie su Netflix, fin quando il campanello non suonò.

Guardai dallo spioncino e mi convinsi in tutti i modi che se avessi aperto la serata avrebbe preso una brutta piega "Beatriz so che ci sei, ho sentito i passi" mi sembrava di non conoscere più la sua voce "Non fare la bambina, voglio solo parlare"

Non durai a lungo ed aprii leggermente la porta "Non è la serata giusta, ci possiamo sentire in un altro momento?"

"Io ho bisogno di parlarti ora, sei tu quella che non ha risposto alle mie chiamate" si fece largo, entrando in casa.

Pensami anche domani -Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora