La sera, dopo il bel pomeriggio passato con la nonna, avremmo attivato il piano per farmi perdonare da Gonzalo, che nonostante mi avesse concesso di rimanere in casa sua, sembrava ancora non avere la minima intenzione di rivolgermi parola.
L'idea finale, approvata anche da alcuni suoi compagni di squadra e amici, fu quella di una cena con musica, approfittando anche del fatto che a mezzanotte sarebbe stato il suo trentunesimo compleanno.
Non avrebbe voluto festeggiare, a sua detta, ma sia Isabella che io lo conoscevamo troppo bene per sapere che ad averla vinta era stata la sua pigrizia nel non volersi organizzare."Wow, sei sicura di non volerti impegnare? Perché credimi, per una come te farei carte false" mi fece ridere, ma l'idea non attraversò la mia mente neanche una frazione di secondo.
"Più che sicura. Ma sappi che qualora dovessi cambiare idea non trascurerò la tua offerta" era un bel ragazzo, con la testa sulle spalle e provava un amore incondizionato per la sua famiglia e sua figlia.
"Andiamo?" intervenne la mia amica d'infanzia.
"Si. Passi tu a prendere Gonzalo?" mi rivolsi proprio a lei, mentre cercai disperatamente le chiavi della mia macchina.
Douglas portò le sue davanti ai miei occhi "Non ci pensare neanche, guido io" non provai nemmeno a convincerlo del contrario, sarebbe stata una battaglia persa in partenza.
"Ci vediamo lì tra una mezz'ora. Gli altri a che punto sono?" la mia migliore amica continuava a girare come una pazza in casa, alla ricerca di non so cosa.
"Cerchi questo Isabella?" Douglas, con la sua solita non chalanche, le mostrò il suo telefono.
Lei lo afferrò, sospirando "Non capisco perché io non sia in grado rilassarmi in queste situazioni"
"Ce lo stiamo chiedendo anche noi" mi scambiai uno sguardo complice con il brasiliano, che continuò a ridere.
"Sto bene? Il trucco, il vestito, i tacchi? La borsa si abbina?"
"Da dio. È tutto perfetto e mi fa piacere che ti piaccia la mia borsa" la mia ysl ormai era di sua proprietà.
Mi squadrò qualche secondo "Il rosso ti rende una bomba sexy" constatò, ed io scossi il capo "Mi piace" alzò il tono della voce, facendomi ridere.
"Non potrei darti torto neanche se lo volessi" intervenne Douglas, guadagnandosi un'occhiataccia come risposta.
"Adesso vai e smetti di dire idiozie. Soprattutto stai attenta a non farti beccare, o manderai all'aria l'intera sorpresa" a volte, parlava più del dovuto.
"Tutto bene Bea? Sei stranamente silenziosa; non ricordo un viaggio in macchina insieme in cui tu non abbia proferito parola" e aveva ragione.
Lo guardai, mentre i suoi occhi erano concentrati sulla strada difronte a noi "Sono solo un po' agitata: Gonzalo è arrabbiato con me e spero riesca ad andare oltre, non sopporto situazioni come questa"
"Non vedo come non possa perdonarti dopo tutto quello che in soli due giorni sei riuscita ad organizzare per lui. Se si trattasse di me, ti avrei già perdonata dopo due secondi"
"Purtroppo lui non è così. Non litighiamo quasi mai, ma quelle rare volte in cui succede, portiamo avanti il muso lungo avanti per settimane"
"Forse non dovrei dirtelo, ma questi due giorni ogni volta che eravamo insieme non smetteva di parlarci di te. Quanto ti adora, quanto gli dispiaccia aver reagito in maniera esagerata, quanto la sua vita senza di te sarebbe monotona. Io, Paulo e Federico non sopportavamo più di sentirlo parlare, giuro"
Rilassò parecchio i miei nervi tesi sapere questa cosa "Mi fa piacere, anche io non ho smesso di pensarci un secondo"
"Parlando di cose davvero importanti: con quei tacchi chi devi arrivare a baciare? Matthijs? Wojciech?" guardai i miei sandali.
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Pensami anche domani -Paulo Dybala
Romance«Io voglio svegliarmi e trovarti al mio fianco,nulla di più» [l'intera storia è frutto della mia fantasia,nessun evento è accaduto realmente; non che io sappia]