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Quel fatidico giorno sarebbe arrivato ed avrei dovuto incontrare Paulo Dybala. Sin dalle prime luci del mattino iniziai a pentirmi di aver promesso a Gonzalo di provarci,ma la soglia massima di pentimento arrivò quando Isabella,una mia cara amica torinese,mi girò un articolo del giorno prima.
Paulo Dybala e le sue notti folli: società contrariata.

I titoli dei giornali non avevano dubbi: un altro passo falso e sarebbe stato venduto,non al miglior offerente,ma a chiunque avesse accettato di prendere sulle proprie spalle un peso come quello.
Non indifferente.

Mi sarei dovuta incontrare con lui nel pomeriggio,perciò optai per una folle corsa al parco,alle undici e mezza di mattina. Gonzalo mi avrebbe impedito di andare,ma per mia fortuna era impegnato in altro.

Già dopo una decina di minuti la mia idea folle sembrò ancora più fuori di testa. La mattinata torinese prevedeva trentatré gradi e neanche un accenno di nuvola in cielo. Ancora più geniale poi,la mia decisione di non fare colazione.
Parco Carrara però era sempre meraviglioso e gremito di persone educate,rispettose e con un gran sorriso sul volto mente giocavano con i propri figli.
La fontanella sembrò la metà migliore,così accelerai la corsa per poterla raggiungere il più rapidamente possibile. Bagnai i polsi,visti i pochi zuccheri nel sangue che si stavano esaurendo,e mi chinai per bere,quando una spinta mi portò a battere il labbro e a tagliarlo leggermente.

"Ma sei deficiente?" mi girai per guardare la persona in questione: un idiota con gli occhiali da sole e un passamontagna di un tessuto leggero. Chi diavolo si vestiva così ad agosto? "Cafone.." sussurrai,quando senza rivolgermi la parola,continuò la sua corsa.

"Cosa hai fatto al labbro?" Gonzalo si preoccupò più di quanto avrebbe dovuto "Ti fa male?" provò a sfiorarlo,quando mi ritrassi prontamente.

Annuii "Brucia molto. Un cretino mi è venuto addosso,senza nemmeno chiedermi scusa"

"B ti senti bene?" il suo sguardo ancora più preoccupato mi fece intuire che il mio viso fosse strano "Sei così pallida; hai mangiato?"

"Non avevo fame,ma sto bene,non preoccuparti" gli presi la mano che posava sulla mia guancia "E non guardarmi così Gonzalo,so badare a me stessa"

"Non mi sembra che sia così però. Come ti salta in mente di non mangiare nulla prima di correre sotto il sole cocente delle undici?"

Aveva dannatamente ragione "Okay d'accordo ho sbagliato" risposi innervosita "Comunque non mi sembra questo il tono giusto. E soprattutto,non mi sembra sia il caso di darmi dell'immatura"

"Non ho detto che tu lo sia"

"Peccato che la tua espressione e i tuoi occhi parlino,ed so che lo stai pensando" indicai il suo viso,qualche istante prima di andarmi a chiudere in bagno.

Quando furono le cinque iniziai a prepararmi,per incontrare alle sei Paulo Dybala in un bar in centro. Non diedi molta importanza al look: un paio di shorts in jeans e una maglietta Tommy infilata dentro; converse bianche,borsa dello stesso colore ed occhiali da sole. Un abbigliamento semplice,che forse non rispecchiava il mio portafoglio,ma sicuramente il mio stile.
La gente mi aveva spesso notata per il mio aspetto fisico,ma non mi ero mai sentita così bella. E vestirmi in modo semplice mi aiutava a sentirmi meglio con me stessa.

Riconobbi la sua figura solo quando fui abbastanza vicina al bar,tanto da poter mettere a fuoco. Una maglia bianca che risaltava il suo incarnato olivastro  e un paio di occhiali uguali ai miei. Smanettava con il proprio telefono,mentre qualcuno intorno a lui sembrava averlo riconosciuto.

"Paulo Dybala?" fu il modo più stupido per iniziare a parlare,ma non mi venne in mente altro e la voglia di impegnarmi era meno di zero.

"E così tu saresti la famosa ragazza che stanca il Pipa ogni notte?" se il mio approccio era stato pessimo,il suo aveva vinto a mani basse.

Pensami anche domani -Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora