t r e n t u n o

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Non riuscii a capire cosa ci facesse davanti alla mia porta di casa «Non mi sarei aspettata di vederti»

«Anche io non mi sarei aspettato di essere qui, ma un saggio mi ha consigliato di farlo» sorrisi, non capendo l'allusione.

«Non sei stato informato del fatto che una bottiglia di vino non curi in nessun modo l'influenza?»

«Un paio di medici me lo hanno accennato, ma non sono così convinto del fatto che abbiano ragione»

Scossi il capo «Non ti va di entrare?» rimasi negativamente sorpresa dalla distanza che mantenne.

«In realtà sono passato solo per darti questa, dopo leggerai il mittente del regalo» mi lasciò un biglietto bianco.

«Appuntamento importante Dybala?»

«Credo che si possa definire così» non era mai stato particolarmente espansivo quando si trattava di raccontare qualche dettaglio, ma notai un atteggiamento esageratamente vago.

Annuii «Non male il completo» il nero valorizzava notevolmente i suoi colori.

«Avrei voluto poter dire lo stesso del tuo» mi squadrò ed io roteai gli occhi.

«Non mi sentirò offesa. Sono cinque giorni che il mio outfit non supera l'eleganza della tuta»

Alzò le spalle, guardandomi negli occhi «Ciò non vuol dire che tu non sia bella lo stesso, qualsiasi cosa indossi»

«Sicuro di non voler entrare neanche qualche minuto?» sembrai patetica, ma la sua compagnia non mi sarebbe dispiaciuta quella sera.

«Se entrassi, non vorrei più andarmene» mi lasciò un bacio all'angolo della bocca, prima di salutarmi.

Sfiorai ripetutamente il punto sul quale aveva posato le sue labbra, senza essere in grado di smettere di sorridere. Non riuscii a capire se fosse positivo il fatto che mi stessi abbandonando alla consapevolezza di essere irrimediabilmente presa da lui, o se mi stessi consapevolmente buttando in un tunnel che non avrebbe più visto la luce.

Sperando che ti tenga compagnia anche quando io non posso farlo. Recitava il biglietto scritto a mano, e firmato con una sola lettera: F. Lo rilessi più volte e capii che fosse arrivato il momento giusto per parlare con il mio fidanzato; presto sarebbe diventato un ex.

«Gonzalo» aprii la porta di casa per la seconda volta in poco tempo «Cosa ci fai qui?»

«Posso entrare?» strofinò le mani, congelate a causa del rigido freddo torinese «So che probabilmente avresti preferito passare una serata in compagnia di qualcun altro, ma troppi segnali oggi mi hanno fatto capire che sarei dovuto venire»

Lo invitai in cucina «Di quali segnali stai parlando?»

«Non avrei mai pensato di poter avere uno strano ricordo di un ambiente della tua nuova casa» accennò alla penisola, vicino alla quale una decina di giorni prima mi aveva baciata.

«Credo sia meglio che rimanga un nostro segreto»

«Non potrei trovarmi più d'accordo» lasciò cadere su uno sgabello il suo piumone «Hai intenzione di finirla da sola?» indicò la bottiglia scura.

Sorrisi «Non sarebbe un'idea così sbagliata»

«Non credo che la mia compagnia possa renderlo migliore?» roteai gli occhi, divertita.

«Puoi rimanere a cena qui, se è ciò che vuoi» alzai le spalle e sul suo viso si dipinse un sorriso soddisfatto.

«Ti stavo parlando dei segnali che ho avuto oggi: mi sono svegliato ed ho sentito il tuo profumo»

Pensami anche domani -Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora