v e n t i s e i

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Mi risultò gradevole rimanere una ventina di minuti sola, nella stanza d'hotel; parlare con Cristiano mi aveva aperto gli occhi su molte cose e prima di tutto sul fatto di dover chiarire la situazione con le persone attorno a me. Con tutte. Non sarei potuta essere il motivo di un rendimento scarso da parte di ben tre giocatori fondamentali della rosa juventina.
Mi persi nel guardare la Senna che scorreva sotto il balcone della camera, e mi resi conto che il primo pensiero fu proprio Paulo; allontanai tutto ciò che mi passò per la mente, concentrandomi sulla serata con Neymar che ero in procinto di passare.

"Ay niña, nunca te vi tan linda como hoy" mi lasciò un bacio sulla guancia, ed io sorrisi di rimando.

Mi accomodai delicatamente sul sedile di pelle della Maserati con cui ci avrebbero portato al Gala "È bello rivederti dopo tanto tempo"

"È vero, molto bello; come sta andando la vita a Torino?" sistemai il vestito piuttosto delicato.

"È tutto perfetto, sai quanto io sia innamorata della mia città e delle persone che la abitano" decisi di mentire, i miei problemi non sarebbero dovuti diventare di sua competenza.

"Non ti manca neanche un po' la Spagna? La tua amata Madrid?"

Negai con il capo "Direi proprio di no; sai quanto io ami il freddo e l'atmosfera italiana" annuì, prima di iniziare a parlare del più e del meno.

"Estás lista, bebecita?" mi porse la mano, che accettai qualche istante prima di essere inondati da un fiume incontrollato di flash.

"Mira, ya está un montón de gente" notai sul tappeto rosso Cristiano e Georgina, non lontani da Marco Verratti e la sua compagna attuale.

"Ya vi todos, ahora mira a las cámaras" feci come disse, e sorrisi a tutti quei fotografi che non smettevano di urlare i nostri nomi.

Era la prima volta ad un evento tanto importante "Sono così nervosa" ammisi, bisbigliando al suo orecchio, mentre ci spostammo di qualche metro.

"Tranquila niña, estoy acá contigo y no te voy a dejar sola ni un segundo" mi rassicurò, con il viso a qualche centimetro dal mio.

Mi sentii più serena, e continuai a sorridere ininterrottamente di fronte a tutta quella gente che non ci dava tregua: destra, sinistra, giratevi di qua, ora dall'altra parte. Furono queste le parole che risuonarono per la maggiore. Fui contenta e a mio agio vicino a Neymar; probabilmente di fronte alle fotocamere saremmo potuti sembrare una coppia, pur essendo semplicemente due persone molto complici.

Non rimasi infastidita nel notare il suo braccio ben stretto alla mia vita, mi fece sentire protetta. Molte delle foto scattate vennero spontanee: non smise neanche un secondo di farmi sorridere per rilassare i miei nervi che fecero fatica a distendersi.
Ci fermarono anche alcuni giornalisti per rilasciare brevi interviste, e i nostri discorsi furono sempre gli stessi: lavorativamente parlando siamo un grande team, nella vita reale invece facciamo coppia con altre persone.

"Adrien, mi fa piacere vederti" salutai uno dei centrocampisti più in gamba della Juventus, che stava conversando con alcuni suoi ex compagni del Paris Saint Germain.

"Anche a me; sei qui con Paulo?" negai con il capo.

Ero consapevole del fatto che, quella sera, sarebbe stato presente anche lui "Sono con Neymar" suo amico ed ex compagno di spogliatoio.

"Quelqu'un parle-t-il de moi?" non capii neanche mezza parola, così decisi di salutare Marco.

"Je ne sais pas quelles sont vos intentions, mais vous ne voulez pas espérer une histoire: elle et Paulo ont quelque chose" quando sentii quel nome, immaginai di essere stata chiamata in causa.

Pensami anche domani -Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora