t r e n t a

1.6K 51 8
                                    

Quando aprii gli occhi la mattina seguente, sentii la testa scoppiare, come se fosse un pallone gonfiato eccessivamente. Portai una mano sulla fronte e constatai quanto effettivamente fosse calda, promettendomi che avrei misurato la febbre non appena mi fossi alzata. Non trovai nessuno in casa, né sentii alcun tipo di rumore; quando afferrai il telefono, notai che fossero le dieci e mezza: Paulo era andato agli allenamenti.
Notai una foto inviata proprio da lui circa un'ora prima, che lo ritraeva con Douglas e Rodrigo; non erano solo una grande squadra, ma grandi amici.

Inevitabilmente, questa considerazione,mi portò alla mente la mia migliore amica. Non ci sentivamo da un arco di tempo che mi parve un'eternità: non avrei mai pensato di potermela cavare senza di lei per un periodo tanto lungo. Le lasciai un messaggio: Sono a casa con la febbre, la stessa che non mi veniva dai tempi delle medie. Se ti va, passa qui da me; un volto amico è la migliore medicina.
Sapevo non sarebbe rimasta indifferente difronte ad una mia richiesta come quella.

Risposi a Paulo con un selfie discutibile: i capelli erano stati goffamente legati in uno chignon e le occhiaie divennero protagoniste del mio viso. Como puedes ser tan linda? Rispose, ed immaginai non avesse intorno Federico; altra questione da risolvere il prima possibile.

Infilai le AirPods nelle orecchie e mi dedicai alla pulizia della casa, non senza aver constatato che la temperatura del mio corpo arrivava a sfiorare i trentanove gradi. Provai ad immaginare come sarebbe stato avere la possibilità di rivedere e parlare nuovamente con la persona che aveva rappresentato, per anni, il mio faro in mezzo al mare. Accantonai ogni aspettativa: avrei dovuto vivere la vita con più leggerezza.

Sentii il citofono suonare e per una frazione di secondo sperai che fosse l'argentino ad essere tornato "Al diavolo i convenevoli, questo Mc non si mangerà da solo e freddo diventerà uno schifo"

"Anche io sono contenta che tu sia qui" risi e scossi il capo, prima di chiudermi alle spalle la porta di casa.

"Ho pensato che il modo migliore per iniziare a chiederti scusa fosse il cibo, perciò mi sono chiesta: sushi, pizza o hamburger?"

La aiutai a tirare fuori il necessario "E poi hai optato per il Mc Donalds" sistemai il tutto sull'isola in cucina.

"Poi ho pensato che: la pizza a pranzo non ti piace, il sushi è una cosa da ricchi che fai con i ragazzi e il Mc mi è sembrata l'opzione migliore" risi di gusto.

"Il sushi non lo mangio solo con le persone con cui lavoro"

"Invece si. Ogni volta che ti chiedevo dove avessi passato un pranzo o una cena di lavoro, la tua risposta era sempre la stessa" mi ammonì.

Scossi nuovamente il capo, e risi "La pizza a pranzo non si può mangiare, e non dire il contrario in casa mia"

"La pizza è buona in ogni occasione" alzò le spalle, prima di avvicinarmi un panino e una serie infinita di altre sfiziosità.

"Quanto cibo hai preso? Non è obbligatorio finire un pranzo ed aver guadagnato cinque chili"

"Sei pelle e ossa, non credo che succeda nulla" addentò il sul panino, ed io feci lo stesso.

Mi gustai quel sapore chimico ma paradisiaco "Non sono pelle ed ossa, si chiama costituzione; non riuscirei ad ingrassare neanche se volessi"

"Da quando siamo alle medie ti ho sempre invidiata per questa cosa: con il minimo sforzo, avevi il corpo più bello di tutte quante"

"Non è assolutamente vero: tu sei più alta, hai un seno più bello, delle gambe da favola. E poi, ho sempre fatto sport"

Annuì, consapevole degli anni in cui la pallavolo era la mia più importante valvola di sfogo "Ma non sei mai dovuta stare a dieta come me e Carlotta"

Pensami anche domani -Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora