Quando aprii gli occhi la mattina seguente, sentii la testa scoppiare, come se fosse un pallone gonfiato eccessivamente. Portai una mano sulla fronte e constatai quanto effettivamente fosse calda, promettendomi che avrei misurato la febbre non appena mi fossi alzata. Non trovai nessuno in casa, né sentii alcun tipo di rumore; quando afferrai il telefono, notai che fossero le dieci e mezza: Paulo era andato agli allenamenti.
Notai una foto inviata proprio da lui circa un'ora prima, che lo ritraeva con Douglas e Rodrigo; non erano solo una grande squadra, ma grandi amici.Inevitabilmente, questa considerazione,mi portò alla mente la mia migliore amica. Non ci sentivamo da un arco di tempo che mi parve un'eternità: non avrei mai pensato di potermela cavare senza di lei per un periodo tanto lungo. Le lasciai un messaggio: Sono a casa con la febbre, la stessa che non mi veniva dai tempi delle medie. Se ti va, passa qui da me; un volto amico è la migliore medicina.
Sapevo non sarebbe rimasta indifferente difronte ad una mia richiesta come quella.Risposi a Paulo con un selfie discutibile: i capelli erano stati goffamente legati in uno chignon e le occhiaie divennero protagoniste del mio viso. Como puedes ser tan linda? Rispose, ed immaginai non avesse intorno Federico; altra questione da risolvere il prima possibile.
Infilai le AirPods nelle orecchie e mi dedicai alla pulizia della casa, non senza aver constatato che la temperatura del mio corpo arrivava a sfiorare i trentanove gradi. Provai ad immaginare come sarebbe stato avere la possibilità di rivedere e parlare nuovamente con la persona che aveva rappresentato, per anni, il mio faro in mezzo al mare. Accantonai ogni aspettativa: avrei dovuto vivere la vita con più leggerezza.
Sentii il citofono suonare e per una frazione di secondo sperai che fosse l'argentino ad essere tornato "Al diavolo i convenevoli, questo Mc non si mangerà da solo e freddo diventerà uno schifo"
"Anche io sono contenta che tu sia qui" risi e scossi il capo, prima di chiudermi alle spalle la porta di casa.
"Ho pensato che il modo migliore per iniziare a chiederti scusa fosse il cibo, perciò mi sono chiesta: sushi, pizza o hamburger?"
La aiutai a tirare fuori il necessario "E poi hai optato per il Mc Donalds" sistemai il tutto sull'isola in cucina.
"Poi ho pensato che: la pizza a pranzo non ti piace, il sushi è una cosa da ricchi che fai con i ragazzi e il Mc mi è sembrata l'opzione migliore" risi di gusto.
"Il sushi non lo mangio solo con le persone con cui lavoro"
"Invece si. Ogni volta che ti chiedevo dove avessi passato un pranzo o una cena di lavoro, la tua risposta era sempre la stessa" mi ammonì.
Scossi nuovamente il capo, e risi "La pizza a pranzo non si può mangiare, e non dire il contrario in casa mia"
"La pizza è buona in ogni occasione" alzò le spalle, prima di avvicinarmi un panino e una serie infinita di altre sfiziosità.
"Quanto cibo hai preso? Non è obbligatorio finire un pranzo ed aver guadagnato cinque chili"
"Sei pelle e ossa, non credo che succeda nulla" addentò il sul panino, ed io feci lo stesso.
Mi gustai quel sapore chimico ma paradisiaco "Non sono pelle ed ossa, si chiama costituzione; non riuscirei ad ingrassare neanche se volessi"
"Da quando siamo alle medie ti ho sempre invidiata per questa cosa: con il minimo sforzo, avevi il corpo più bello di tutte quante"
"Non è assolutamente vero: tu sei più alta, hai un seno più bello, delle gambe da favola. E poi, ho sempre fatto sport"
Annuì, consapevole degli anni in cui la pallavolo era la mia più importante valvola di sfogo "Ma non sei mai dovuta stare a dieta come me e Carlotta"
STAI LEGGENDO
Pensami anche domani -Paulo Dybala
Romance«Io voglio svegliarmi e trovarti al mio fianco,nulla di più» [l'intera storia è frutto della mia fantasia,nessun evento è accaduto realmente; non che io sappia]