Anche in questa occasione, il mio lavoro si era dimostrato essere il più fedele degli amici, quello che non mi avrebbe mai lasciata sola nei momenti del bisogno. Preparare la valigia per raggiungere Madrid fu consolatorio e soddisfacente: niente Paulo, niente Federico, nessuna situazione da dover affrontare nel momento meno opportuno. Avrei avuto qualche giorno per riflettere e per pensare al mio stesso bene. Mi ero trascurata fin troppo negli ultimi tempi.
Accettai la proposta di Rodrigo di accompagnarmi all'aeroporto; sapevo fosse perché aveva bisogno di confrontarsi con me su molte cose, ma apprezzai la delicatezza con cui decise di affrontarle. Nessun commento, nessun giudizio, totale imparzialità: voleva un gran bene ai suoi compagni di squadra, ma provava anche molto affetto nei miei confronti. Mi sentii al sicuro, consapevole di poter contare su persone così pure e oneste.
Lasciai che il comodo sedile della prima classe mi cullasse e mi lasciasse riposare un paio di ore; comprensibilmente, le ultime notti non erano state serene, e chiudere gli occhi prima di affrontare una settimana di lavoro intenso risultò essere l'ideale.
«Sono davvero contento di vederti» il suo italiano era migliorato drasticamente dalla prima volta in cui ci eravamo conosciuti.
«Anche a me fa piacere» lasciai che si occupasse del mio bagaglio «Come procede la vita da padre? È così difficile come credo?»
Sorrise, lasciandomi intuire una risposta affermativa alla mia domanda «Cresco insieme ai miei figli. Non è semplice da spiegare, ma sembra di rinascere due volte»
«Solamente perché non siete voi papà ad alzarvi nel bel mezzo della notte» lo presi in giro; le sue qualità di padre non le avrei mai messe in discussione.
«Alice insiste affinché sia lei a svegliarsi. Pensa che io abbia bisogno di riposarmi dopo una giornata passata ad allenarmi»
Annuii «Non vi siete dati per vinti: avete tentato di portare in famiglia una femmina»
«Ed indovina? Si chiamerà Edoardo» risi e capii dal suono della sua risata che fosse l'uomo più felice del mondo.
«Edoardo» ripeterei «Mi piace come nome»
Mi lasciò uno sguardo rapido «Ho cercato di convincere Ali ad approcciare ad un nome spagnolo»
«Mi sembra evidente che le donne abbiano la meglio»
«Tu proveresti mai a metterti contro una donna incinta?» risi ancora, consapevole di essermi meritata quella spensieratezza.
Negai con il capo «Non se quella donna è Alice»
«Invece che mi racconti di te? Ho notato con piacere che sei estremamente chiacchierata negli ultimi tempi»
«Non so quanto questo sia un aspetto positivo»
«Sei la ragazza più in gamba che conosca; se il mondo del calcio ti conosce sempre di più, non vedo cosa ci sia di negativo»
Alzai le spalle «Assolutamente nulla. Credevo ti riferissi a notizie di natura differente»
«Aspettavo che fossi tu a parlarmene. Vorrei evitare di toccare tasti dolenti senza che tu sia d'accordo» era mio amico, un consiglio non avrebbe fatto male.
«Quale dettaglio in particolare vorresti conoscere?»
Storse il naso, indeciso su quale argomento trattare per primo «Chiederti del mio amico credo sia inevitabile»
«Paulo« forse quello che meno di tutti avrei voluto affrontare «Non c'è molto da dire: abbiamo chiuso il nostro rapporto proprio qualche sera fa; non è mai stato vero nulla di ciò che si leggeva online»
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Pensami anche domani -Paulo Dybala
Romance«Io voglio svegliarmi e trovarti al mio fianco,nulla di più» [l'intera storia è frutto della mia fantasia,nessun evento è accaduto realmente; non che io sappia]