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Il post-sbornia era stato uno dei più lunghi che fossi in grado di ricordare; dopo due giorni ancora non mi sentivo al cento per cento delle mie capacità fisiche e cognitive. Fui però costretta ad alzarmi alle otto per essere al meglio, pronta ad incontrare la dirigenza juventina.
Avevo già avuto l'opportunità di conoscere i diretti interessati, ed era un piacere sapere di potermi confrontare e collaborare con un team di eccellenze.

Optai per un tailleur nero e dai dettagli oro, a cui abbinai una semplice camicia ed un paio di tacchi vertiginosi, che senza l'alcol in corpo avrei saputo sicuramente gestire meglio. Declinai l'offerta insistente di Paulo di passarmi a prendere, preferii guidare una mezz'ora scarsa verso Vinovo: silenzio e serenità, questo era ciò di cui avevo più bisogno.

"Mi rimangio tutte le parole sulle procuratrici donne; non sarete brave quanto gli uomini, ma cavolo, questi completi vi donano" non mi sarei aspettata un commento più volgare, maschilista e scontato.

Mi sforzai di sorridere "Non farti rispondere male dopo dieci secondi, fai passare almeno una mezz'ora"

"Si capo" imitò il saluto militare e poi tornò a mettere le mani in tasca.

L'incontro con la società andò a gonfie vele: tutto ciò di cui avremmo dovuto parlare era stato analizzato nei minimi dettagli, e gli estremi per un rinnovo di contratto erano stati accordati. Sarebbe mancato poco all'accordo ufficiale e alla firma da parte di Paulo.

"Prometto a me stesso che non lo dirò mai più, ma te la sei cavata. Ci sai stranamente fare"

"Farò finta di aver sentito solo alcune parole della tua pessima frase" sorrise divertito "Se posso darti un consiglio sincero, hai un'ottima società alle spalle, rimettiti in carreggiata"

"A cosa ti riferisci?"

Alzai un sopracciglio "Alle serate che ti vedono protagonista troppo spesso ultimamente; hai scelto questa vita e ciò ti comporta dei sacrifici"

"Ho già una madre che mi dice cosa fare, non mi serve la ramanzina da una che si ubriaca fino a star male"

"Sei scontato lo sai? Ma sappi che non riuscirai a ferirmi, ci vuole molto di più"

"Dove stai andando?" mi accompagnò fino alla macchina "Ti va di andare a mangiare qualcosa insieme?"

Negai con il capo "Ho già un impegno. E anche tu ne hai uno piuttosto importante" indicai il campo di allenamento che si vedeva dal parcheggio.

"Giusto" guardò il terreno verde in modo diverso, con dolcezza nello sguardo "Questa volta ti sei salvata in calcio d'angolo, ma la prossima non mi sfuggi"

"Quando sarà il momento vedremo chi avrà la meglio" era una sfida che non si sarebbe mai concretizzata "Ora se non ti dispiace, togli il braccio dallo sportello, devo andare"

"Il goal che segnerò in allenamento te lo dedicherò"

Sorrisi, mettendo in moto "Dai già per scontato che andrà così bene?"

"Sai che sono il migliore giusto?" fece l'occhiolino e partii, evitando di rispondere ad un quesito che una risposta non aveva.

Trovare parcheggio era stato pressoché impossibile, Torino a fine agosto era ancora piena di turisti "Non voglio sapere quanto stiamo soffrendo i tuoi piedi"

"Più di quanto dovrebbero; prima o poi mi tradiranno. Come stai?" era l'ideale un'uscita tra amiche dopo tanto tempo.

"Io bene, mattinata senza Gonzalo. A te come è andata?"

Ci sedemmo ad un bar-ristorante in Piazza San Carlo "Giornata produttiva; è un cretino ma può contare su una società che lo stima e lo appoggia. Dovrebbe rendersi conto della sua fortuna"

Pensami anche domani -Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora