v e n t i t r e

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Quando mi svegliai, impiegai una notevole manciata di secondi a capire dove mi trovassi; era casa di Paulo, ed io senza rendermene conto mi ero addormentata con la testa sulle sue gambe. Mi girai a guardarlo e ancora dormiva, sembrava un angelo: i lineamenti rilassati, il respiro profondo di chi ancora è nel mondo dei sogni e il braccio posato sulla mia vita. Non immaginai neanche quanto fosse stato scomodo per lui passare la notte in quella posizione, solo per far stare comoda me.

Dopo averlo osservato qualche minuto, passando lo sguardo su qualsiasi punto del viso e del busto, passai le dita sopra i due cerchi tatuati sul braccio che ormai era sopra la mia pancia. Non riuscii a capirne il significato, però mi ripromisi che un giorno glielo avrei chiesto.
Cercai con quanta più delicatezza mi fu possibile trovare, di alzarmi senza svegliarlo: dopo la notte precedente, aveva bisogno di riposare, mentre io avevo la necessità di pensare.

Andai nella sua cucina e cercai qualche ingrediente per preparare la colazione più gustosa che fossi in grado di creare; fu un'impresa, Paulo e la spesa non andavano granché d'accordo. Mentre cercai nei vari scaffali, mi cadde l'occhio su una foto posata sul piano cottura, lo ritraeva con Oriana; lei era di una bellezza impressionante.

"Non la amo, se è questo che ti stai chiedendo" comparve sul ciglio della porta, ed io mi girai a guardarlo.

"Non stavo pensando a questo" mentii in parte "È davvero bella"

"Lo è" non pretesi una risposta diversa "Ma non potrei comunque amarla. Se solo fosse arrivata un mese prima nella mia vita"

Annuii, contenta che non lo avesse fatto "Mi dispiace averti svegliato, volevo preparare una buona colazione ma non hai nulla negli scaffali"

"Lo so, in questi giorni ero troppo fuori di me per pensare addirittura alla spesa"

"Non ti preoccupare, possiamo andare in un bar, anche se è quasi mezzogiorno"

"Mi è venuta un'idea" si avvicinò pericolosamente "Non crearti paranoie inutili, non ci vedrà nessuno"

Guardai i suoi occhi finalmente luminosi "Cosa vorresti fare?"

"C'è un ristorante in cui amo andare quando voglio stare da solo e riflettere; l'unica persona che ci ho portato è stata mia mamma, nessun'altra"

"Sei sicuro che nessuno verrà a sapere nulla?" sorrisi nell'osservare la sua felicità.

"Conosco molto bene il proprietario e sa che non pretendo niente se non la privacy almeno durante il pasto. Ti fidi di me?"

Annuii "Ma devo passare a casa, non ho nulla da mettere"

"Mi vesto e ti ci porto subito" mi lasciò un bacio sulla guancia, e per un momento sperai che non fosse solo lì.

"Devi ammetterlo Dybala, non sei uno a cui piace passare inosservato" asserii e lui rise.

"Sono troppo bello per non essere notato" ed era vero, ma non gliel'avrei mai data vinta.

Scossi il capo ridendo "Mi riferisco alla macchina: un po' troppo per Torino, non ti pare?"

"Masi si offende se le dici così" aveva persino dato un nome alla sua Maserati "E comunque in questa zona se ne vedono molte; l'elite torinese non è poi così sobria come vuoi credere"

"È vero, c'è chi tende ad ostentare di più"

"Risparmia la parte finale della frase: si Paulo, sei tra quelle persone" risi e lui con me, prima di fargli parcheggiare la macchina in garage.

"Molto meglio spendere soldi in macchine piuttosto che in serate poco di classe"

Sbuffò "Scusa mamma, prometto di non andare più a letto con una donna in vita mia"

Pensami anche domani -Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora