t r e n t a s e i

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Non cercai di negare a me stessa quanto quella situazione mi stesse rendendo nervosa: sentii lo stomaco contorcersi più di una volta prima di entrare nel locale in cui Juan Cuadrado aveva deciso di festeggiare i suoi trentadue anni. Non ero pronta ad affrontare molti dettagli, ma probabilmente il momento ideale non sarebbe mai arrivato. Provai ad immaginare quanto sarebbe potuta risultarmi complicata quella serata, e mi consolò constatare che, nonostante tutto, avrei potuto contare su persone che avrebbero fatto in modo che mi sentissi a mio agio.

Quando mettemmo piede dentro al Piper, una scarica di adrenalina invase il mio corpo, mentre il volume fuori dal comune della musica iniziò a fare a pugni con il suono dei miei pensieri. Lasciai che fosse la prima ad avere la meglio, almeno per una sera.

«Yo estoy acá, y nunca me voy a alejar de vos. ¿Estás lista, mi niña?» annuii, essendo in grado di fare solo quello.

Neanche una stretta di mano così calorosa fu in grado di distendere i miei nervi.

«Ay que lindo verte acá, Bea. Intenté buscarte muchas veces esta semana; ¿Pasó algo malo?»

Negai con il capo, stringendo il colombiano in un forte e sincero abbraccio «Estaba bastante ocupada en Madrid, y no tuve la oportunidad de hablar» mentii, ma non sarebbe stato il caso di parlare dei miei problemi proprio in quell'occasione.

«Me hace muy feliz verte, en serio» sorrisi, sapevo che fosse così.

«Non credo di venire a salutare i tuoi compagni; andrò da Mel» parlai con Dou, indicando una delle mie amiche più fidate al bancone.

Annuì «Non potrai ignorare tutti per l'intera serata»

«Questo lo dici tu» mi dileguai, convinta di voler continuare il mio gioco: ignorare le persone che avrei dovuto evitare.

«Que lindo que estés acá, nena» a chiamarmi così era sempre stato Paulo.

Le sorrisi, contenta di vederla dopo un po' di tempo «Douglas mi ha trascinata fuori da casa mia: non sarei venuta neanche per tutto l'oro del mondo»

«Beatriz Blanco che si nega una serata in discoteca? Sei sicura di essere la mia migliore amica?» risi, posando i gomiti sul bancone.

«Questa Beatriz non sarebbe in grado di godersi neanche un viaggio alle Maldive di questi tempi»

Intervenne il bar man, sexy come qualsiasi classico cliché «Non posso offrirti le Maldive, ma un cocktail che ti permetta di smettere di pensare posso farlo»

«La cosa più forte che hai» mi limitai a dire, cercando di essere il più provocante possibile: sapevo di avere più di uno sguardo addosso.

«Sei sicura?» chiesero all'unisono, guardandosi negli occhi per una manciata di secondi.

Scossi il capo «La mia carta d'identità me lo permette»

«Vada per il drink più forte; la vodka ti piace?»

«Qualsiasi cosa pur di perdere fino all'ultimo briciolo di lucidità» non mi sarei fermata, non quella sera.

Una mano si posò sulla mia schiena, un tocco troppo delicato per essere quello di un uomo «Anche per me la stessa cosa»

«Non ti avevo vista» lasciai un bacio sulla guancia alla mia migliore amica.

«Eri con Adrien?» chiese l'unica sudamericana del gruppo.

Annuì «Abbiamo appena fatto del sesso pazzesco in bagno; poi mi ha detto di non essere sicuro di volere una storia» ammise.

Rimasi scioccata «Stai dicendo sul serio?»

Pensami anche domani -Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora