Centosettantesimo anno del Drago, ore 12.10. Tra fili di vento spiranti e fumi leggeri di campo distrutto, la scena successiva nel copione creò dubbi all'attore principale che doveva interpretarla: prima che Byakuken Kenji potesse infliggere il colpo di grazia a Garrosh Arrogante, il mantello nero del Black Coat si era staccato dal corpo del suo proprietario senza che questo facesse niente per farlo.
- Ma che... diavolo...
- B-bu... bu...
Come dotato di vita propria, il drappo oscuro era sfuggito da quell'assalto come un ladruncolo a gambe levate, per la paura di essere di nuovo messo in mezzo in un pericoloso affare senza alcuna ragione. Come non capirlo? Gli attacchi di Kenji avevano bruciato i suoi bordi e bucherellato qua e là parti del suo tessuto: chiunque avrebbe abbandonato il cavaliere oscuro se il proprio futuro sarebbe stato avvicinato a quella di uno straccio per pavimenti. Per il Grovyle, tuttavia, tutto ciò non corrispondeva alla sua normalità e routine quotidiana: non era affatto abituato a vedere oggetti inanimati diventare improvvisamente vivi.
- Bu... b-bu...
- (Cosa... cos'è?)
Tra l'adrenalina e l'inquietudine del combattimento, il Legnogeco avanzò lentamente con lo sguardo per controllare il povero mantello. Non immediatamente notò che al centro di questo vi era una piega più sporgente che tremava impaurita, da cui poteva sentire chiaramente quei tristi lamenti.
- (Il mantello...)
Mentre i suoi occhi cercavano di processare quell'informazione, il drappo iniziò a rimpicciolirsi a velocità moderata, arrivando a concentrarsi in un cumulo di stoffa verso il suo centro. Dalla forma stesa che lo affiancava all'identità di cappa nera, si trasformò invece in quella che esprimeva l'insolita verità inaspettata: più che un mantello, era un pupazzetto di peluche, di quelli che potevi prendere al Luna Park mettendo una moneta nella Claw Crane (*) se era la tua giornata fortunata. Invece dello scuro nero, assunse un colore appena più pallido, avvicinandosi più ad un grigio scuro quasi argento che ad un nero pesto, mentre quest'ultima pittura venne raccolta nell'ombra del suo corpo. Da sotto il mantello spuntò una strana coda di legno a zig-zag e aveva delle orecchie a punta piegate verso il basso, nella cui terminazione vi era un nero più spento di ciò che il peluche aveva sotto. Allo spadaccino verde divenne chiaro che, invece di un pezzo di stoffa, esso si trovava davanti ad un pokémon, un pokémon che comunicava a lui insoliti segnali.
- (Un... come si chiamava? Pika-coso?)
Anche se i colori erano diversi, le fattezze dissero a lui di trovarsi di fronte ad un Pikachu, il pokémon Topo di tipo Elettro. La coda e le orecchie non lasciavano dubbi sulla correlazione tra il peluche davanti e quello che pensava, ma tutto il resto lo straniava da questa configurazione. In vita sua, non aveva mai visto un Pikachu con tale colore spento.
- (Il mantello era un pokémon? Ma che c***zo...)
Continuò a guardare quell'essere appena entrato nella sua sfera della realtà, mentre se ne stava con la testa piegata sul suolo. Sentiva da quella cosa gemiti singhiozzanti, così tristi ed eloquenti da presentarlo come un piccolo bambino indifeso, al quale i genitori avevano tirato uno schiaffo più forte del previsto. Non era una reazione fuori dal senso comune: dopotutto il mantello nero aveva subito quelle che, da oggetto inanimato, nessuno si sarebbe potuto sentire in colpa. I buchi erano diventati più piccoli, ma le bruciature di drappo strappato erano rimaste ai bordi così come erano state inferte. Agli occhi del Grovyle apparve chiara la risposta.
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PSMD: le Cronache dell'Oricalco. Primo Intermezzo: la ballata delle Zanne Nere.
FanfictionSequel di "PSMD: le Cronache dell'Oricalco. Secondo atto: il Crepuscolo." Team Skyraiders; team AWD; team Malia. Il tridente d'esplorazione del Centosettantesimo anno del Drago si sono riuniti nel team Oricalco, capeggiato all'unanimità dall'eroe d...