Capitolo 41: Nelle Paludi (Seconda Parte)

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All'uscita, i cunicoli dell'Antro della Belva non sembravano più gli stessi. Dal lungo combattimento passato, essi suonavano quanto più estranei che conoscenti. Con sopra le sue spalle l'eroe di Borgo Tesoro, tenuto saldo grazie alla pelliccia-schiuma, Shinikage d'Arc Shinso procedeva spedito, senza guardarsi indietro e senza perdere il ritmo della sua corsa, nonostante avrebbe avuto ogni motivazione per tentennare. Elliot Dandelion ascoltava i passi del ninja silenzioso, cercando di combattere il dolore delle ferite subite per rimanere lucido. Non aveva occhi per l'ambiente circostante come ce li aveva il Frogadier: dopotutto, di quel luogo conosceva solamente quella fredda prigione dove era stato tenuto segregato per quasi un giorno e l'ultimo piano, la dimora del boss delle Kuroi Kiba, che ora stava lottando con la quarta persona più coraggiosa che avesse mai conosciuto. La ranocchia, invece, sembrava interessata ad ogni cosa: quando raggiunse il settimo piano, la sua preoccupazione era per i piccoli Totodile, Sandile e Pawniard. Conoscendo l'entità del combattimento che il suo capitano stava affrontando, quella grotta non era più un luogo sicuro per loro. Con sua sorpresa, però, non sentì la benché minima presenza tra quelle rocce.

- (Sono già andati via...) - Pensò.

Da un lato, si sentì sollevato: sarebbe stata una preoccupazione in meno, molto importante visto l'entità del ferito che portava con sé. Dall'altra, si chiese se la loro lealtà sarebbe stata compromessa da tale azione. In questi pensieri discordanti tuttavia non si fermò: attraversò l'intero piano senza pensarci troppo e raggiunse il secondo corridoio per il sesto piano. In tutto questo, Elliot non staccò mai gli occhi di dosso dal Frogadier. Continuò a guardare il suo Meisoku nero dalle sfumature viola, quella stessa aura che lo aveva messo in guardia e provocava in lui inquietudine nei confronti del ninja di Neronotte. Allo stesso tempo, però, vi leggeva dentro di esso qualcosa di ben differente da quello che aveva sentito con il Jikū no Sakebi. Nella sua mente scorsero le immagini che aveva assistito durante il combattimento contro Sobek: dalla coordinazione nell'attaccare e nel difendere, dal cercare di proteggere il suo capitano mettendosi in prima linea, nell'usare al meglio le sue tecniche per portare lo scontro dalla sua parte, e con la maestria nel controllare gli elementi di acqua e ombra che caratterizzavano il suo essere. Ma, più di tutto, ciò che aveva cambiato il suo pensiero su Shinikage d'Arc Shinso era stata la sua determinazione nel compiere la missione e la sua lealtà nei confronti del piccolo licantropo, di quello stesso pokémon che aveva difeso il Ninja di Neronotte senza nemmeno sapere quale maledizione portasse il sangue della Schiumorana. Quella stessa lealtà, che ora lo stava portando a fuggire dal luogo dello scontro con un ferito, abbandonandolo al suo destino.

- Sei sicuro... che vada bene così?

La domanda di Elliot non fu inaspettata per il ninja di Neronotte. Aveva rispettato lo stesso ordine di chi era sopra di lui senza battere ciglio, senza nemmeno dire una parola.

- Stai lasciando il tuo capitano... da solo contro un mostro. Senza sapere se ne uscirà vincitore.

Non rispose. Nella sua mente scorsero le immagini delle sue avventure con l'essere umano diventato esploratore, quella persona leale che lo spronava ogni giorno alla migliore versione di sé.

- Senza sapere... se lo rivedrai o meno.

In quel pensiero rivisse i suoi momenti con lui. Un'ombra era calata sul suo volto e non dava cenno di mostrare le sue emozioni, in quelle tavole Van Gogh con un misto di Ugo Foscolo.

- Va bene così? Andare via senza dire nient-

- Il capitano... è un eroe.

Il pinguino rimase in silenzio, continuando a guardarlo. Nonostante quei pensieri, egli non si era fermato.

- Tutti quanti gli vogliono bene... è sempre pronto a salvare qualcuno anche se non c'è speranza. Ed è sempre questa la sua priorità.

Lo sapeva bene. Sapeva perfettamente che la sua vita era in pericolo. Sapeva perfettamente che il piccolo e coraggioso Riolu forse non sarebbe più potuto tornare con lui a Brusilia ed essere la colonna portante che lo avrebbe liberato da sé stesso. Che quella stesso pokémon che aveva fatto tanto per lui non avrebbe avuto indietro tutto quello che meritava. E che neanche in quel preciso istante avrebbe potuto farlo.

PSMD: le Cronache dell'Oricalco. Primo Intermezzo: la ballata delle Zanne Nere.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora