Capitolo 11

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Io e Henry eravamo nel giardino d'inverno della nostra casa a Cambridge, la pioggia scorreva lungo i vetri e bagnava il prato del giardino esterno. Eravamo seduti sul divano in tessuto beige, con una coperta di lana rossa sulle nostre gambe. Il riscaldamento era acceso ma continuavo a sentire freddo.
Io stavo leggendo un libro che Federica mi aveva prestato, mentre Henry aveva il suo Mac portatile sulle gambe e stava mandando delle email. Era arrivato a Cambridge circa due ore prima, io e le ragazze avevamo appena finito di pranzare. Ero felice di vederlo, siccome il giorno prima dopo la partita non era stato in grado di venire.
Stare accanto a lui, in completo silenzio con il solo ticchettio della pioggia, mi dava un senso di pace indescrivibile.
Lo sentii sospirare e chiudere il computer con forza, così alzai gli occhi dal libro, chiudendolo e posandolo sul tavolino quadrato accanto al divano "Tutto bene?"
"Sono solo stressato" si massaggiò la fronte con le dita, chiudendo gli occhi "Stiamo cercando di chiudere l'affare con il Giappone, ma sembra sempre esserci qualche problema. Ora è saltato fuori che il palazzo che volevamo comprare è stato preso da un altro acquirente con un'offerta migliore"
"Ma non vi avevano garantito l'acquisto?"
"Il negoziatore che ho mandato, Adam, me lo aveva garantito, ma a quanto pare si è dimenticato che un accordo verbale non vale un cazzo" sbuffò frustrato "Ho chiesto a Williams di risolvere la questione, almeno lui sa il modo di chiudere un accordo"
Perciò Luke stava andando in Giappone, per questo aveva annullato all'ultimo il suo appuntamento con Federica.
"Lunedì mattina devo partire per Tokyo, raggiungerò lì Luke e vedremo il nuovo palazzo che ci hanno proposto"
"Viaggetto romantico"
Lui roteò gli occhi prima di richiuderli e io lo abbracciai di slancio, solo perchè mi andava di farlo. Appoggiai la testa sul suo petto e lo circondai con le braccia, stringendolo forte "Quando tornerai?"
"Quando sistemiamo la faccenda. Secondo te dovrei licenziare Adam?"
"Mhm" che domanda scomoda "È la prima volta che fa un errore del genere?"
"Sì"
"Allora no, poverino! Tu semini terrore"
"Ma ora io e Williams dobbiamo fare del lavoro in più e non ti vedrò per giorni, tutto per colpa sua"
"Ma vai a Tokyo! Dovresti esserne felice"
"Viaggiare da solo con Luke Williams!" finse entusiasmo "Che bello!"
"Devi imparare a vedere il lato positivo delle cose, viaggiare è la cosa più bella che ci sia al mondo"
"Dopo il sesso"
Mi raddrizzai e lo guardai inarcando un sopracciglio "Viaggiare è più bello"
Lui cercò di trattenere un sorrisetto con scarsi risultati "Fare sesso durante un viaggio?"
Feci finta di rifletterci "Non male, ma se dovessi scegliere tra fare sesso e visitare il Louvre, sceglierei il Louvre"
"O fare sesso al Louvre"
"Con tutti i quadri che ci guardano, che orrore"
"Come sei perversa!" si portò una mano al petto, come se fosse sorpreso "Io intendevo Rue du Louvre, dove ci sono dei comodi e lussuosi appartamenti!"
Gli diedi uno spintone "Idiota!"
Henry, scosso dalle risate, cadde all'indietro sul divano posando la testa sul bracciolo del divano. Mi sistemai su di lui e i miei capelli gli ricaddero sul viso, solleticandoglielo "Intendevi il museo"
"Va tutto bene, Eve, non devi vergognarti"
"Non prendermi in giro" arricciai il naso "Ma esiste davvero?"
"Ti porterò a Parigi solo per fartela vedere"
"Certo, come no" smisi di mantenermi sui gomiti e feci aderire il mio corpo al suo, incrociando le mani sul suo petto e posandovi sopra il mento "Dopo la cerco su Google Earth"
"Che ragazza intraprendente"
"Non mi fido di te"
"All'incrocio con Rue du Mail, Rue du Louvre diventa Rue Montmartre e-"
"Montmartre! Ci vorrei tanto andare"
"Rue Montmartre però non si trova sulla collina di Montmartre, quella si trova nel diciottesimo arrondissement, mentre il percorso di Rue Montmartre comprende il secondo e il decimo arrondissement"
"Sembri conoscere bene Parigi"
"Ci sono stato spesso. È splendida, soprattutto di notte"
"Lo dicevano anche in Midnight in Paris!" avevo visto quel film anni fa con mia sorella "Ma non l'ho mai sperimentato sulla mia pelle"
"Je veux t'emmener à Paris" sembrava un perfetto francese, ma io non avevo capito un accidenti.
"Cosa?"
"Impara il francese e lo capirai"
"Mi hai detto ti amo? Il suono è simile... Credo"
"Quello è je t'aime"
Strinsi gli occhi "C'è sempre una em nel suono"
"Ma è diversissimo!"
"Senti, francesino, ti fermi qui anche domani sera?"
Lui mi guardò indeciso, poi mi afferrò per le spalle per sollevarmi e farmi sedere, sistemandosi davanti a me "No, non posso... Io..."
Ridacchiai, era strano vederlo in cerca di parole "Che c'è? Devi rapinare una banca?"
Un angolo della sua bocca guizzò verso l'alto "No, devo incontrare Trevor"
Il sorriso divertito sparì dalla mia faccia "Trevor?"
"Sì Trevor, il fratello perduto"
"Oh" sbattei le palpebre, perplessa "Quando... Insomma, come..."
"Hai ragione tu, quel ragazzo non ha colpe... Anche se sono ancora un po' riluttante, l'ho chiamato l'altro giorno e ci siamo organizzati per domani. Andremo a cena e parleremo"
"Perchè non me lo hai detto subito?" fu la mia prima reazione, anche se ero molto contenta che avesse deciso di incontrarlo "È fantastico, Henry!"
Lui aggrottò la fronte "Non essere così entusiasta, non è detto che mi piaccia"
"Ma è un passo avanti! Dove lo porterai a cena? Secondo me dovresti scegliere qualcosa di informale"
"Gli ho detto di scegliere un posto qualunque e che gli avrei offerto io la cena"
"Ah" annuii "Buona idea... Quando torni a casa voglio che mi chiami e che mi racconti tutto nei minimi dettagli!"
Mi guardò divertito "Certo, saremo come due ragazzine che spettegolano"
Scoppiai a ridere e mi misi a cavalcioni su di lui, facendo pressione con le mie labbra sulle sue "Sono fiera di te"
"Ci vuole così poco?"
"Ah-Ah" strinsi gli occhi e gli diedi un altro bacio "Henry?"
"Mhm"
"Je t'aime"
Lui aprì i suoi occhi, che aveva chiuso mentre ci baciavamo, e un luccichio divertito li animò.
"Che c'è?" chiesi offesa "Ti ho appena detto una cosa romantica!"
"L'hai pronunciato male, è più una e, non una a"
"Je t'aime" ripetei, con un po' di insicurezza "Meglio?"
Henry sorrise "Je t'aime" mi disse prima di stringermi a sé e baciarmi.

Le sfumature della notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora