Henry aprì svelto la porta di casa, andando dritto in salotto.
La casa era inondata di luce grazie alle ampie finestre, il prato del giardino sul retro sembrava più verde del solito e non sentivo freddo, cosa strana per me. Lo osservavo muoversi e rimanevo ammaliata da come il suo corpo si muoveva con la grazia di un ballerino. Le spalle larghe si alzavano appena quando faceva un passo più lungo del solito, aveva chiuso la mano a pugno davanti a sé, cercando di togliersi una pellicina dall'indice con il pollice con fare nervoso. Io mi strinsi la coda di cavallo che mi ero fatta, le uniche ciocche che avevo lasciato libere erano quelle laterali che mi arrivavano fino agli zigomi e si aprivano a tendina sul viso.
Lo seguii in silenzio mentre mi diceva "Ho qualcosa per te"
"Ma..." aggrottai la fronte "Avevamo detto di non farci dei regali!"
Henry fece spallucce con un sorrisetto innocente "Quando mai faccio quello che mi dici?"
Incrociai le braccia al petto "Io non ho un regalo per te"
"Ce l'hai, ma ancora non lo sai"
Lo guardai confusa "Che cosa..." mi interruppi quando Henry prese da dietro la poltrona una chitarra acustica, nuova di zecca "Oh!" esclamai, sgranando gli occhi "Oddio"
Henry mi indicò con un cenno il divano e io mi sedetti, lui accanto a me "Non hai una chitarra qui, e so quanto ti piace suonarla"
Ero rimasta senza parole, stavo ammirando quello strumento come se fosse il più bello al mondo "E a me piace sentirti suonare"
Gli presi la chitarra dalle mani e la poggiai sulla mia gamba destra, mettendomi in posizione per suonare. Passai leggera il pollice sulle corde facendole vibrare, lo strumento era perfettamente accordato.
"Suonami qualcosa"
"Davvero?"
"È questo il regalo che voglio, suonami qualcosa... Purché non sia Ed Sheeran"
Strinsi gli occhi "E invece suonerò proprio Ed Sheeran!"
"Oh, no! Va bene, allora ridammela" fece per prendermi la chitarra e io mi scansai, ridendo.
Misi la mano sinistra sulla tastiera della chitarra e suonai la prima canzone che mi venne in mente: "Photograph"
Henry si voltò con il busto verso di me, appoggiando al bracciolo del divano la parte bassa della schiena mentre io suonavo e cantavo.
Cercavo di non guardarlo mentre lo facevo, perchè altrimenti avrei dimenticato tutti gli accordi e tutte le parole, persa nei suoi occhi "Loving can heal, loving can mend your soul And it's the only thing that I know..."
Di certo non ero ai livelli di Ed Sheeran, ma me la cavavo abbastanza bene e non stonavo, non osavo alzare lo sguardo su Henry, forse era sul punto di ridere "We keep this love in a photograph... We made these memories for ourselves"
Ad un certo punto fissai un punto sul caminetto, era più facile che guardare Henry "So you can keep me... Inside the pocket of your ripped jeans... Holding me closer 'til our eyes meet... You won't ever be alone" non suonavo la chitarra da Capri, non mi ero resa conto di quanto mi fosse mancato "And if you hurt me... That's okay, baby, only-" non riuscii a finire la canzone, perchè Henry mi prese il viso tra le mani, girandomelo verso di lui e baciandomi, la chitarra stretta tra i nostri corpi.
Per non rovinare quel bellissimo regalo, presi la chitarra e l'appoggiai delicatamente sul pavimento, per poi avvolgere Henry con le mie braccia esili.
Era un bacio dolce, ma che trasudava urgenza, come se da quel contatto delle nostre bocche ne dipendesse la nostra salvezza. Non provammo a spogliarci, ma le nostre braccia restarono strette al corpo dell'altro, le mani di Henry facevano pressione sulla mia schiena, coperta dalla camicia.
Non so se fosse la canzone appena cantata, anche se a metà, o se la felicità per la chitarra, ma non l'avevo mai amato così tanto. Non mi ero mai sentita innamorata come in quel momento, il petto mi sarebbe potuto scoppiare da un momento all'altro e io sarei stata felice, perchè ero tra le braccia di Henry.
Henry, che aveva preso un aereo solo per conoscermi meglio, che mi faceva ridere anche quando ero arrabbiata con lui, che mi faceva credere capace di fare qualsiasi cosa io desiderassi e che credeva nei miei sogni.
Henry, che amavo più di ogni cosa al mondo.
"Il potere che hai..." sussurrò, chiudendo gli occhi e unendo le nostre fronti "Mi hai fatto piacere Ed Sheeran" accennò una risata e l'aria che uscì dalla sua sua bocca mi solleticò il viso.
Chiusi anche io gli occhi "Penso sempre a noi quando la ascolto"
"Allora sarà la nostra canzone" le mani di Henry si chiusero a coppa sulle mie guance "Evelyn..."
"Mhm"
"So che non te lo dico quanto dovrei, ma sono felice di averti nella mia vita"
"Non c'è bisogno che tu me lo dica" sorrisi "Me lo dimostri ogni giorno"
"Non proprio ogni giorno" si incupì e si allontanò da me tirando indietro il busto, entrammo riaprimmo gli occhi "Ci sono stati dei momenti in cui ti ho trattata male"
"Stai esagerando"
Nei suoi occhi vidi la notte in cui sua nonna morì, la sera in cui scoprì di avere un fratello e il crollo a Monte Carlo.
"Smettila di tormentarti" questa volta fui io a prendergli il viso tra le mani "Non sei perfetto, Henry, e io non sono di vetro, posso sopportare più di quanto tu creda"
"Lo so che sei forte, non ho mai dubitato di questo" si girò a guardare un punto davanti a sé e il suo viso mi sfuggì dalle mani "Ma non mi dà il diritto di comportarmi in quel modo"
Ero convinta che fosse tutto passato, invece c'era ancora qualcosa da sistemare.
Mi alzai dal divano e mi inginocchiai davanti a lui, per stabilire un contatto visivo "Negli ultimi mesi hai passato dei momenti difficili" come avevo fatto a non vedere che era ancora tormentato? "L'importante è che alla fine tu ne sia uscito" gli feci un sorriso dolce "Se avessi solo avuto la sensazione che tu mi trattassi male, ora non sarei qui davanti a te"
Mi accarezzò una guancia, inspirando rumorosamente "Da quando sono diventato un amante dei discorsi?" il fatto che scherzasse mi tranquillizzò "Sul serio, da quando sto con te parlo molto di più"
"Ispiro il tuo lato migliore, lo hai detto tu stesso!"
"L'ho fatto? Non ricordo"
Ridacchiai e mi alzai, tirandolo per le mani "Andiamo, andiamo a divertirci a Londra"
"Avrei qualche idea su come divertirmi qui con te, ora"
"Non se ne parla!" scossi la testa e i capelli raccolti oscillarono "Mi porterai sul London-Eye e poi andremo avanti con il tuo programma"
"Magari il mio programma consiste solo nel fare l'amore nel mio appartamento"
"E allora lo faremo, ma dopo il London-Eye"Non avevo mai visto Henry così impacciato, il bello era che si trovava nella sua stessa casa!
"No, no, no!" mi misi le mani tra i capelli, disperata "Ma che fai? Il guanciale va..."
"Evelyn, so quello che faccio!" mi ripeté lui per la milionesima volta "Siediti sul divano mentre io finisco di cucinare"
Henry aveva avuto la brillante idea di cucinarmi l'amatriciana, ma non stava andando come si era aspettato "Rilassati" mi disse mentre io mi sedevo, cercando di ignorare i rumori spaventosi che provenivano dalla sua postazione. Essendo tutto un ampio spazio, riuscivo a vederlo mentre cucinava.
Provai ad accendere la televisione per distrarmi, guardando la prima cosa che capitò, ma dopo non so quanto sentii puzza di fumo e Henry imprecare in inglese.
Mi alzai di scatto e vidi una fiamma che si alzava dalla padella in cui stava cucinando e imprecai in italiano. Ormai io e Henry parlavamo sempre inglese, in italiano solo con la mia famiglia, ma quando sussultavo non riuscivo a non esclamare qualcosa nella mia lingua madre.
Henry spense velocemente il fuoco con dell'acqua e spense tutti i fornelli, mettendo le mani sui fianchi irritato "Sai cosa? Prendi la giacca, andiamo al camioncino"
"Al nostro camioncino?" mi si illuminarono gli occhi.
"Sì, non ho più voglia di mangiare pasta"
"Camioncino!" alzai le braccia al cielo, esultante.
Ci mettemmo in macchina ed Henry guidò verso il mio "ristorante" preferito, vicino al Tower Bridge. Con nostra grande sorpresa, c'erano altre persone quella sera a mangiare lì, ma erano tutte in piedi.
Henry prese due hamburger e una vaschetta di patatine fritte e ci sistemammo sulla nostra panchina come al solito "Sì" disse Henry "Ci voleva proprio"
Mi venne da ridere "Di solito sei un amante dei ristoranti di lusso"
"Non quando mi è quasi andata a fuoco la cucina" morse l'hamburger "Mi ha ricordato il perchè non mi piace cucinare"
"Beh" replicai prendendo una patatina fritta "Mangiare qui è molto più romantico"
"E meno stressante"
"Sei tu che non sai cucinare"
"Eppure lo stavo facendo per te"
"Ma non c'è bisogno che incendi casa tua per dimostrarmi il tuo amore"
"Davvero? Volevo paragonarlo al fuoco della passione"
Il mio telefono iniziò a squillare mentre ridevo, Henry protestò dicendomi di non rispondere ma scossi la testa, confusa "È Arianna... Non mi chiamerebbe ora se non fosse importante"
"Forse è un altro dramma... Vita da college parte..." fece finta di pensarci "Ho perso il conto, ormai"
Risposi al telefono, portandolo all'orecchio "Ehi, tutto bene?"
"Evelyn" disse lei con un filo di voce, sembrava che avesse pianto "Michael e Shawn hanno fatto un incidente"
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Le sfumature della notte
Storie d'amoreSeguito de "Le sfumature del tramonto" Dopo una scioccante rivelazione, Henry, Evelyn e i loro amici dovranno affrontare altre difficoltà tra lacrime, angoscia e delusioni. Evelyn e le sue amiche credevano che il resto del loro primo anno a Cambridg...