Capitolo 47

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Quando la sera precedente, stesi nel letto dopo un'esagerata e bellissima attività fisica, Henry mi aveva detto che mi avrebbe portata a correre, io gli avevo riso in faccia dicendogli che doveva migliorare le sue batture.
Ora stavo correndo per le strade di Londra al suo fianco, minacciando silenziosamente il mio fidanzato per il fianco destro che iniziava a dolermi, ma lui aveva un'espressione felice sul viso "Non vedi com'è bello?" mi disse mentre correvamo, nessun'accusa di fatica da parte sua. Aveva rallentato il suo ritmo per rimanermi accanto, ma anche da lento era veloce e io faticavo per stare al passo "No" gli risposi "Non lo vedo" mi fermai all'improvviso, piegandomi sulle ginocchia per riprendere fiato "Il mio corpo è stanco dopo ieri sera! Dopo tutto il sesso che abbiamo fatto, non puoi aspettarti che io voglia correre!"
Un sorriso idiota gli si formò sul viso e io gli diedi una gomitata debolissima, che mi fece quasi cadere a terra "Stai pensando a me nuda!"
Lui mi sostenne e mi aiutò a raddrizzarmi "E vuoi biasimarmi? In questo momento sto pensando a me e a te sotto la doccia, dopo questa corsa"
Il solo pensiero di sentirmi felice e leggera come la sera precedente mi eccitò e, desiderosa di provare di nuovo tutte quelle emozioni e sensazioni, mi alzai sulle punte per dare un bacio sulle labbra a Henry "Possiamo ridurre il tempo della corsa e andare subito sotto la doccia" inoltre non mi sarebbe dispiaciuto smettere di correre "Se proprio devo scegliere un'attività fisica, ne preferisco una di coppia molto più piacevole"
Henry mi sorrise malizioso e mi alzò il viso mettendo l'indice sotto il mento "Bel tentativo, ragazzina, ma ora continua a correre"
Corrugai la fronte e strinsi gli occhi "Non ti ho mai odiato così tanto"
"Mi odierai ancora di più domani, quando le gambe ti faranno male!" per schivare un mio spintone, iniziò a correre all'indietro facendomi una smorfia, poi si rigirò e corse più velocemente, stargli dietro fu difficile ma riuscii a raggiungerlo, anche perchè ad un certo punto rallentò di nuovo per stare al mio passo.
Dopo una doccia di coppia eccessivamente lunga ma benefica per il corpo e per lo spirito, indossai una maglietta di Henry che mi stava a vestito e dei larghi pantaloni di tuta, i miei capelli erano ancora umidi, così come quelli di Henry, che aveva indossato una maglietta nera e dei jeans. Era sempre strano vederlo vestito in maniera così casual, ma era sempre bellissimo. Ai piedi aveva delle adidas bianche, mentre io indossavo delle infradito.
Erano circa le nove di mattina, Greta si doveva essere già svegliata, così la chiamai per darle gli auguri di buon compleanno. Quel giorno l'avrebbe passato con la sua famiglia, che era venuta a trovarla, mentre la vera festa l'avremmo fatta la sera dopo, al Valerie's. Le avevamo comprato come regalo una collanina con tante stelline pendenti.
"Ehi!" la salutai non appena vidi la sua faccia sorridente "Buon ventesimo compleanno!"
Henry apparse nell'inquadratura del telefono per farle gli auguri, poi ritornò al suo computer per controllare delle email.
"Grazie!" mi sorrise lei, stava camminando per strada ma si era fermata per salutarmi "Sto andando all'albergo dove la mia famiglia alloggerà, dovrebbero arrivare a momenti!"
"Emozionata?" sapevo che era felice di vedere i suoi genitori e la sorellina, Aurora, che aveva la stessa età di mia sorella.
Lei fece di sì con la testa "Non vedo l'ora di vederli! Ma aspetto con impazienta anche la festa di domani!"
Iniziai a ridere "E Shawn come si sente?"
"È fiducioso di se stesso, ci raggiungerà per pranzo Anche se non ho idea di cosa accadrà, stamattina ho realizzato che Shawn non parla l'italiano, spero che l'inglese dei miei genitori non sia così arrugginito"
"Ci sei tu come interprete! E sono convinta che ameranno Shawn non appena lo vedranno"
"Lo spero anche io" mi sorrise un'ultima volta "Ora devo andare, augurami buona fortuna per Shawn"
"Non ne hai bisogno!" ribattei "Ci sentiamo dopo"
Come se avessi premuto un interruttore, passai di nuovo dall'italiano all'inglese "Shawn sarà nervosissimo" dissi a Henry "Tu eri nervoso quando hai conosciuto i miei?"
"No, sono bravo a piacere alle persone"
Ridacchiai e, seduti sugli sgabelli della penisola della cucina, gli avvolsi le braccia attorno al collo "E anche poco modesto"
"Ma è vero! Tuo padre mi adora"
"Mio padre ti tollera, è diverso"
"Non è vero! Io e tuo padre siamo migliori amici, sono il figlio che non ha mai avuto"
"Hai una considerazione troppo alta di te stesso" Henry mi diede un bacio mentre parlavo "Potresti piacergli tra un paio d'anni, forse"
"Comunque" fece "Anche io credo che Shawn se la caverà, si vede che è un bravo ragazzo, mi sta simpatico"
Era la prima volta che esprimeva un giudizio aperto sul ragazzo della mia migliore amica e non trattenni il sorriso che mi si formò sulla faccia, poi ripensai alla storia di Luke e Federica e sospirai, Henry capì subito i miei pensieri "Federica come sta?" mi chiese.
"Non bene" replicai raddrizzandomi "Soffre molto, ma cerca di non darlo molto a vedere"
Chiuse il computer e si voltò col busto verso di me, le nostre ginocchia si toccavano "Sapevo che Williams era uno stronzo, ma non l'avrei mai creduto capace di" scosse la testa "Non ho mai capito il tradimento" sapevo che stava pensando anche ai suoi genitori, il comportamento di Luke gli aveva ricordato quello del padre.
"Credo che nessuno lo capisca fino in fondo" risposi "A volte ami tanto una persona, ma non è sufficiente" lo guardai con tenerezza, ma triste per la mia amica "Io penso che Luke ami davvero Federica, ma non è stato in grado di" mi bloccai a metà frase, ma ripresi dopo pochi secondi "Di impegnarsi"
"L'ho riassegnata" mi disse, mettendo una mano sulle mie ginocchia "Ho invertito lei e Giselle, così ora tocca a Federica seguirmi per tutto il giorno"
"Perchè l'hai fatto?"
"Così se incontra Luke, ci sarò io con lei"
"Davvero?" era un pensiero così dolce che quasi non ci credevo.
Lui scrollò le spalle, come se non avesse fatto niente di che "È che mi sono affezionato anche io alle tue amiche, così come tu ti sei affezionata ai miei. Se posso aiutare, lo faccio con piacere" esitò prima di continuare "E poi mi sento in colpa, ha scoperto tutto grazie a me"
Henry, Henry, Henry.
Non hai idea di come il mio amore per te stia aumentando in questo momento.
"Grazie" gli dissi, più sincera che mai "Per quello che hai fatto"
"Non è poi chissà quale gesto, Crystal si è occupata della riassegnazione e-"
Lo interruppi con un bacio "Grazie" ripetei "E non sentirti in colpa, è Luke che l'ha tradita"
Un sorriso divertito gli illuminò il viso "Mi ringrazi anche dopo tutta la corsa che ti ho fatto fare?"
Sapevo che non avrei potuto rimangiarmi le mie prossime parole, ma le pronunciai comunque "Non è stato poi così male" studiai la sua espressione, che si illuminò ancora di più "Potremmo farlo ancora, ma non tutte le mattine! Forse una volta a settimana"
"Sul serio?" mi era strano credere che correre assieme a me lo rendesse così felice.
"Sì, sul serio"
Lui mi baciò di slancio, ma io lo fermai prima di andare troppo oltre "Aspetta!" tutto il mio corpo mi implorava di continuare, ma la ragione prese il sopravvento "Devo preparare la torta per stasera!"
Un'espressione confusa gli attraversò il volto, poi si ricordò "Ah, la cena"
"Che c'è? Pensavo ne fossi felice"
"Perchè vedrò Trevor, ma sono anche intimorito da me stesso, incontrare la donna con cui mio padre ha tradito mia madre"
"Temi la tua reazione" non era una domanda "E non devi, perchè ci sarò io con te"
"Riesci sempre a calmarmi" ammise.
Il ricordo di lui nel suo studio di pittura, dopo aver scoperto che Trevor fosse suo fratello, balenò nella mente di entrambi. Non l'avevo mai visto così disperato, così arrabbiato E a Monte Carlo era triste, molto triste.
La mia voce era bassa e dolce "Ti ricordi cosa ti ho detto a Monte Carlo?"
La sua espressione non era più divertita, ma serissima e anche preoccupata, ma non per me "Che siamo una squadra"
"Esatto" gli sorrisi, accarezzandogli una guancia con la mano "Io e te ci sosteniamo a vicenda, l'abbiamo sempre fatto e sempre lo faremo" stavo diventando brava con i discorsi, ma nelle mie parole non c'era altro che pura sincerità e amore "Questa cena è soltanto un'altra cosa che supereremo, insieme"
Gli occhi di Henry indugiarono sul mio viso, una miriade di pensieri dietro ai suoi occhi, in quel momento il tempo si fermò, eravamo sospesi nello spazio e nel tempo, i nostri sguardi legati come se non vedessero nient'altro "Siamo invincibili insieme" le sue parole fecero battere il cuore più velocemente "Ma promettimi che andremo subito via, se le cose vanno male"
Annuii piano "Va bene" dentro di me, però, sapevo che sarebbe andato tutto a meraviglia e che ci sarebbero state altre cene, altri incontri Se Henry non voleva essere così ottimista, lo sarei stata io per tutti e due.


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