Mi svegliai sul letto e non sul divano, dove mi ero addormentata la sera precedente. Avevo esaurito le lacrime, ma le guance erano ancora umide. La luce naturale era fioca, dovevano essere appena le sette. Sbattei le palpebre, non avevo la forza di mettermi a sedere, così mi limitai a rigirarmi nel letto. Henry era sveglio "Ehi" fece, non si preoccupava di nascondere la preoccupazione nella sua voce.
"Ciao" provai a sorridergli, ma non ce la feci.
Non piangevo più, ma il dolore non era diminuito.
Lui si alzò sul gomito destro e con le dita della mano sinistra mi scostò i capelli dal viso.
"Hai ascoltato il messaggio" sussurrai, la mia voce era a malapena udibile "Sei qui"
"Certo che sono qui" anche lui sussurrava, aveva un'espressione stanca, non osavo immaginare come fosse la mia faccia "La tua chiamata mi ha svegliato, mi sono messo in macchina non appena ho sentito il messaggio"
Mi venne voglia di piangere, ma avevo esaurito le lacrime. O forse non ne avevo più la forza, mi sentivo esausta "Vicki è morta" dissi tutt'un tratto "È..." non fui in grado di continuare, le mie spalle furono scosse da un tremito e mi raggomitolai su me stessa.
"Shh" mi strinse di nuovo a lui, avevo la testa poggiata al suo petto e le braccia lungo il mio corpo inerte "So già tutto" non gli chiesi come, non mi importava, anzi, ne ero sollevata perchè così non avrei dovuto spiegargli io tutto.
"Io e Federica abbiamo trovato il corpo" questo forse non lo sapeva, ma non era poi chissà quanto importante.
Lui mi strinse di più "Eve, mi dispiace così tanto"
Avevo bisogno della sua stretta, non alleviava il dolore ma mi impediva di cadere in pezzi. Ecco perchè Michael stringeva in quel modo la mano di Arianna e perchè Greta non lasciava il fianco di Shawn. Speravo che Federica avesse chiamato Luke, speravo che lui fosse lì con lei.
La morte ci sembrava sempre così lontana, eppure non eravamo esenti da essa.
Iniziai a sentirmi in colpa "Avremmo dovuto notarlo" iniziai a dire con la voce rotta "L'ho vista così poco in questo periodo, siamo state troppo prese da"
"No" la voce di Henry era dura, ne avevo bisogno "Non incolparti di quello che è successo, nessuna di voi deve farlo" non gli risposi e continuò a parlare "Ho parlato al telefono con il rettore, le lezioni per oggi sono annullate e il funerale è alle dieci"
Volli chiedergli come avessero fatto ad organizzare in così poco tempo un funerale, ma non ce la feci "Sono andato al tuo dormitorio" disse "Ho preso dal tuo armadio dei vestiti neri, così puoi cambiarti qui in tutta calma" tutta quella premurosità era inaspettata "Ho annullato la partenza per Stoccolma"
Alzai la testa di scatto, puntando i miei occhi sui suoi "Dovevi partire!" esclamai "Oh, Henry, non devi rimanere per me"
Mi guardò come se stessi dicendo la cosa più stupida del mondo, poi però mi strinse di nuovo a sé, posando il mento sulla mia testa "Stoccolma può aspettare, che tu stia bene è la mia priorità"
"Devo andare dalle altre, devo vedere se stanno bene" feci per alzarmi dal letto, ma la voce di Henry mi bloccò "Ho chiamato Michael" mi disse "Circa mezz'ora fa, Arianna, Greta e Federica dormono ancora. Lui e Shawn sono rimasti con loro"
"L'hai chiamato?" non ero molto attiva, percepivo ogni cosa rallentata.
"Sapevo che avresti voluto sapere come stavano" il suo tono di voce era basso, cauto "Preparati con calma, o rimani a letto. Non devi per forza andare al funerale"
"Voglio andare" addosso avevo ancora il vestito della sera precedente "Grazie per i vestiti" mi sporsi per baciarlo, ma mi limitai a unire le nostre fronti "Grazie per essere qui"
Henry mi aveva preso dall'armadio dei pantaloni larghi neri e un maglione nero, per fortuna non aveva optato per un vestito. Volevo stare comoda, tutto il corpo mi doleva così come la testa. Infilai le ballerine nere che indossavo la sera precedente e nascosi gli occhi dietro gli occhiali da sole. La doccia che mi feci prima di vestirmi fu benefica e lunga, mi rigenerò un po'.
Anche Henry si era cambiato, in abiti da funerale.
In auto, mentre tornavamo al campus, azzardai a chiedergli "Come sapevi che ero qui?" per cercarmi non era andato al dormitorio, ma direttamente a casa nostra.
"Lo sapevo" fu la sua risposta "Sicura di voler andare?" la macchina si fermò, eravamo arrivati.
Annuii debolmente e uscii dall'auto, Henry mi fu subito dietro cingendomi la vita con un braccio, quasi temendo che le mie gambe potessero cedere.
Ripercorremmo la strada del dormitorio dal quale ero fuggita con tanta fretta la notte scorsa "Usiamo le scale" feci, pensando che avevano trasportato sull'ascensore il corpo senza vita di Vicki.
Arrivati al piano giusto, camminammo fino alla porta del nostro alloggio, cercai di non guardare verso sinistra, dove avrei scorso in fondo al corridoio la porta di Vicki. Sapevo che c'erano dei fiori davanti, li avevo intravisti, ma non volevo guardarli.
Aprii con la chiave la porta e mi tolsi gli occhiali da sole, Henry era ancora accanto a me e ne fui felice, perchè ero seriamente convinta di non riuscire più a camminare.
Federica era in piedi davanti alla finestra in fondo al salotto, stava guardando il fiume Cam che scorreva. Aveva le braccia incrociate al petto e un'espressione vuota, non piangeva più come la notte scorsa.
Arianna era seduta al tavolino della cucina con Michael, la testa posata sulla spalla di lui, afflitta da una stanchezza apparente. Greta era sul divano con Shawn, il busto piegato in avanti e la mano di lui che le accarezzava la schiena.
"Ciao" sussurrai, andando di fretta verso il divano e lasciandomi cadere accanto a Greta. Erano tutti già pronti per il funerale.
Henry rimase appoggiato alla porta chiusa in silenzio, con le mani in tasca, gli occhi fissi su di me. Rimanemmo tutti in silenzio per un bel po', immobili nelle nostre posizioni. Nessuno alzò la testa, nessuno si salutò.
Assoluto silenzio.
Volevo dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma non riuscivo a parlare.
Ad un certo punto, Arianna si alzò di scatto e andò verso Federica, prendendo per mano sia me che Greta. Davanti alla finestra, con i nostri ragazzi che ci fissavano in silenzio, ci guardammo tutte e quattro negli occhi, ormai asciutti.
"Vi voglio bene" ci disse Arianna "Non permettetevi di scordarlo, mai"
Allargai le braccia e abbracciai tutte loro, fummo un groviglio di braccia e teste "Qualsiasi cosa accada, noi siamo insieme" aggiunsi.
"Siamo insieme" ripeté Greta "Non diamolo per scontato"
Federica non parlò, ma serrò la sua presa.
I ragazzi non ci interruppero, perchè in quel preciso momento noi quattro avevamo bisogno di quell'abbraccio, avevamo bisogno di sentire che eravamo ancora tutte lì, tutte insieme.
Non tutti avevano quel privilegio.
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Le sfumature della notte
RomanceSeguito de "Le sfumature del tramonto" Dopo una scioccante rivelazione, Henry, Evelyn e i loro amici dovranno affrontare altre difficoltà tra lacrime, angoscia e delusioni. Evelyn e le sue amiche credevano che il resto del loro primo anno a Cambridg...