"Portati delle magliette a maniche corte" mi disse Federica mentre preparavo la valigia "Ho visto il meteo di Parigi e in questi giorni fa caldo"
"Già prese" piegai l'ultimo cambio di biancheria intima e lo misi in valigia, per poi sistemarvi dentro alcuni jeans.
"Nessuna gonna?" domandò Greta "Vai a Parigi, Eve! Portati qualcosa di elegante"
Arianna aprì il mio armadio e prese la mia gonna lunga di pelle nera, assieme ad un altra di camoscio beige "Federica, prendi i suoi collant neri"
Alzai le mani, in segno di resa "Sapete cosa? Fatemi voi la valigia, vi lascio carta bianca"
Le mie tre amiche si illuminarono e mi spinsero sulla sedia dietro la scrivania, parlottando su di loro su quali vestiti sarebbero stati più adatti per una passeggiata a Montmartre o per un giro al Louvre.
"Non ci credo che sto per andare a Parigi" ammisi, sedendomi sulla valigia per aiutare le ragazze a chiuderla "Con Henry, per giunta"
"È un sogno" concordò Greta "Perciò facci tante foto, così possiamo dire di essere state lì con te"
Scoppia a ridere, poi sentimmo bussare alla porta d'ingresso, segno che Henry era arrivato "Ecco il cavaliere dalla chioma nera!" scherzò Federica "La bella guerriera si farà condurre da lui oppure prenderà il comando?"
Noi tre la guardammo stranite "Il romanzo che stai leggendo ti influenza molto" commentò Arianna "Sei strana"
Federica sorrise innocentemente "Chi apre la porta al prode cavaliere?"
Io mi ero già avviata verso l'ingresso permettendo a Henry di entrare, non prima di avergli dato un bacio "Pronta?" mi domandò, prendendo la valigia che gli stavo porgendo.
Annuii "Non vedo l'ora che sia domani pomeriggio!" dissi felice "Parigi ci aspetta!"
"Prima devi affrontare lo stage, domani!" mi ricordò Federica.
Sbuffai, appoggiando la schiena al torace di Henry "Prima il piacere, poi il dovere"
Arianna mi allungò una mascherina per gli occhi che lei usava per dormire durante i viaggi "Tieni, nel caso in cui tu voglia riposare"
La presi e la misi nella borsa, ringraziando la mia amica.
Henry spostò il suo peso da un piede all'altro, per poi darmi una dolce pacca sulla schiena dicendomi "Ti aspetto in corridoio".
Abbracciai tutte le mie amiche, salutandole e promettendo di inviare loro ogni sera un resoconto della giornata. Mi augurarono di divertirmi e di approfittare di ogni momento da sola con Henry, il tutto con un sorrisetto malizioso sul viso di tutte e tre.
"Sicuramente!" risposi, prima di abbracciarle ancora e uscire dall'alloggio.
Io e Henry non avemmo la possibilità di parlare molto durante il tragitto verso Londra, perchè trascorse quasi tutto il tempo a parlare al telefono con Luke, che il giorno dopo sarebbe partito nuovamente per Tokyo. I battibecchi non mancarono, così come le battute acide, e più volte dovetti lanciare a Henry uno sguardo severo per dirgli di essere più gentile. A questi sguardi lui rispondeva aggrottando la fronte e sbuffando, ma poi cercava di aggiustare il suo comportamento. Arrivati a Londra, Luke disse a Henry che doveva urgentemente andare in ufficio, perchè dovevano discutere alcune cose prima della sua partenza "E sarai irraggiungibile per tutto il fine settimana, perciò è necessario che tu venga subito!" aveva aggiunto Luke con impeto, spingendomi a fare una linguaccia al telefono.
Henry ridacchiò, ma la sua voce era seria "Lascio Evelyn a casa e poi arrivo, cerca di essere più paziente"
"Proprio tu mi parli di pazienza!" ribatté l'altro, con una risata priva di divertimento "Ti aspetto"
Henry chiuse la telefonata borbottando qualcosa riguardo a quanto non lo sopportasse, anche se in realtà quei due stavano imparando ad andare d'accordo. Luke, in realtà, stava imparando ad essere più gentile con tutti, anche se a piccoli passi.
Henry mi accompagnò fino dentro al suo attico per assicurarsi che stessi bene, poi mi lasciò per raggiungere Luke. Non avevo niente di importante da fare, perciò gironzolai un po' per casa sua mettendo in ordine le poche cose che erano fuori posto. Mi cambiai indossando il pigiama, che consisteva in un pantalone di tuta nero e una maglia bianca a maniche lunghe con sopra il disegno di un sacchetto di patatine fritte. Meccanicamente, salii le scale che portavano allo studio di pittura di Henry per vedere a che cosa stesse lavorando, ma la tela sul cavalletto era immacolata tranne che per alcune linee curve, ma non riuscivo a capire cosa Henry vi stesse disegnando sopra. La sua tela più recente consisteva in un paesaggio marino visto da una grotta. Sorrisi quando mi resi conto che quella era la grotta dove io e lui avevamo passato una piccola parte del pomeriggio di Natale in Puglia.
Al posto di scattare foto, Henry dipingeva.
Rimasi a fissare i suoi lavori per molto tempo, ma fui interrotta dal mio stomaco che brontolava. Erano circa le nove di sera, Henry non era ancora tornato. Sicuramente anche lui aveva fame, perciò tornai al piano inferiore e mi appoggiai alla grande penisola della cucina, dove c'era un foglietto con i numeri d dei ristoranti migliori e più vicini che facevano anche cibo d'asporto. L'avevo aggiunto io dopo il vano tentativo del mio fidanzato di cucinare, per non morire di fame.
Chiamai uno di quei numeri e ordinai una quattro stagioni gigante che io e Henry avremmo diviso, sperando che lui sarebbe tornato in tempo.
Per evitare che lui, tornando a casa, prendesse qualcosa da mangiare, digitai sul telefono un messaggio e glielo inviai."Ho ordinato la pizza per cena, arriverà tra circa un'ora"
In risposta mi scrisse "Ok" e io mi sedetti sul divano a guardare la tv, cercando su Netflix qualcosa da vedere mentre lo aspettavo. Ero arrivata a metà di un film quando il portiere chiamò dal citofono per avvisarmi del cibo che era arrivato. Fece salire il fattorino fino all'atrio che precedeva l'ingresso dell'attico, io presi il cartone fumante e lo pagai.
L'odore della pizza mi faceva venire ancora più fame, ma mi dispiaceva non aspettare Henry per mangiare. Iniziai a maledire Luke perchè lo stava trattenendo troppo e pensai che un piccolo morso non avrebbe ucciso nessuno: erano le dieci e a pranzo avevo mangiato solo un panino! Jim Foster quella mattina aveva bisogno di molto aiuto e la mia pausa pranzo si era ridotta a soli dieci minuti.
Mentre davo un morso alla prima fetta di pizza, sentii la porta dell'ingresso aprirsi e Henry entrò, posando le chiavi dell'auto e togliendosi la giacca.
Colta in flagrante, rimasi con il pezzo della pizza nella mia mano a mezz'aria mentre Henry mi si avvicinava "Giuro che volevo aspettarti" dissi con un sorriso innocente "Ma avevo davvero molta fame!"
Lui rise e si sedette sullo sgabello accanto a me, il cartone sulla penisola della cucina al centro tra noi due "Anche io ho molta fame" a giudicare dal suo viso, sembrava anche molto stanco. Delle occhiaie, che nel buio dell'auto non avevo notato, gli cerchiavano gli occhi.
"Tutto bene con Luke?" gli chiesi mentre mangiavamo.
Lui annuì debolmente, fissando un punto sulla penisola "Sì, ma sono stato stronzo"
"Perchè?"
"Ad un certo punto ci siamo messi ad urlarci a vicenda e io gli ho rinfacciato che il padre mi ha obbligato ad assumerlo"
"Henry..."
"Lo so" sospirò "Poi gli ho chiesto scusa, perchè ho pensato all'espressione che avresti fatto non appena te l'avessi detto" alzò gli occhi su di me "Ecco... Sapevo che mi avresti guardato così"
Diedi un altro morso alla seconda fetta di pizza "E poi che è successo?"
"Ci siamo riconciliati e abbiamo bevuto un bicchiere di whiskey" sospirò di nuovo, questa volta in modo più esasperato "Tutto questo affare di Tokyo mi sta stressando troppo, non vedo l'ora che sia tutto sistemato"
Mi morsi il labbro inferiore "Possiamo rimandare Parigi, se è quello che ti serve in questo momento" non volevo che la partenza lo stressasse ancora di più, era già abbastanza stanco e non doveva sentirsi obbligato.
"No, no, no" mi disse velocemente, incrociando i nostri sguardi di nuovo "Partire è esattamente quello che mi serve in questo momento, devo rilassarmi" si sporse verso di me e mi diede un bacio, che sapeva di sale e di funghi "Sei arrabbiata con me?"
"Perchè dovrei esserlo?"
"Per Williams"
Gli sorrisi, sia intenerita sia divertita dalla sua domanda "Non sono arrabbiata, è questo che temevi?"
"È l'unica cosa che temo" ammise, quando era stanco diceva sempre delle cose dolcissime "Oltre a te che ti rendi conto di che grande stronzo io sia e che mi lasci sapendo che potresti trovare di meglio"
Aveva distolto lo sguardo dal mio, abbassando gradualmente la voce mentre parlava fino ad un sussurro. Aveva gli occhi persi e profondi a causa della stanchezza, e probabilmente era a causa di questa che mi aveva detto quelle cose.
Aggrottai appena la fronte, frustrata da quella sua paura "Non devi neanche pensarci" gli dissi con voce dura "Mai più, hai capito?"
Non ero brava con le parole, così come non lo era lui, e cercai a lungo quelle giuste per esprimergli i miei pensieri "Se ho una certezza del mio futuro, è che io e te staremo insieme. Perciò smettila di tormentarti inutilmente, perchè io non potrei mai lasciarti. Nessun'altro andrebbe bene per me come te" misi la mia mano sulla sua, posata sul suo ginocchio "Tu ed io siamo complementari, Henry"
Mi guardò serio con i suoi occhi blu, come se riuscisse a penetrare il mio sguardo e a vedermi dentro "Scusami" mi mise una mano su una spalla e io pensai che in quel momento dovevamo far molto ridere: lui con la camicia e la cravatta, io con il pigiama con sopra disegnate delle patatine fritte "Sono solo molto stanco, non so cosa dico"
Sorrisi appena "Finiamo di mangiare e poi andiamo a dormire"
"Dobbiamo essere riposati per Parigi" mi sorrise spensierato, cercando di nascondere il suo tormento interiore "Dovrei farti un corso intensivo di francese"
Iniziai a ridere "Sull'aereo mi insegnerai l'essenziale"
Continuammo a scherzare come se la conversazione profonda di prima fosse stata solo un sogno, ma quando quella notte ci stendemmo nel letto l'osservai mentre dormiva e pensai che, se mai ci fossimo lasciati un giorno, io avrei perso una parte di me stessa.Ciao!!! Ho ripreso ad aggiornare con più regolarità... Spero di aver reso tutti contenti!
Cosa pensate della storia fino ad adesso??
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Le sfumature della notte
RomanceSeguito de "Le sfumature del tramonto" Dopo una scioccante rivelazione, Henry, Evelyn e i loro amici dovranno affrontare altre difficoltà tra lacrime, angoscia e delusioni. Evelyn e le sue amiche credevano che il resto del loro primo anno a Cambridg...