Non appena ci svegliammo, misi una mano sul petto di Henry per impedirgli di fuggir via da me "Non ci provare" bofonchiai con la voce impastata "La sveglia non è ancora suonata"
Si sollevò su un gomito e appoggiò la testa sulla mano chiusa a pugno "Non vuoi il tuo caffè?"
Come un flash, la mia mente mi riportò alla mattina dopo il ballo di fine anno del liceo, io simile ad uno zombie e Henry che la mattina mi aveva portato del caffè. Non ci conoscevamo bene come adesso, ma lui aveva già capito come rendermi felice.
Mi rannicchiai contro il suo corpo caldo, nonostante indossassimo solo la biancheria intima e la temperatura della casa improvvisamente calata "Sono le sei di mattina"
"Per arrivare a casa di Chris ci vuole un'ora, non abita in centro"
"E dobbiamo essere lì alle otto" chiusi gli occhi e sentii il sonno ghermirmi con i suoi artigli oscuri "Ma hai dormito almeno un po'?"
Alzai lo sguardo su di lui e sembrava riposatissimo "Ho dormito per un'ora, credo"
Nascosi il viso nel suo petto e avvolsi le braccia attorno a lui "Non devi preoccuparti" gli dissi "Non sarà niente di grave"
"Devo chiamare Dylan" mi afferrò per le spalle e mi scostò delicatamente, mettendosi seduto sul bordo del letto e prendendo il telefono dal comodino.
"Ma sono le sei di mattina!" protestai, passandomi le dita tra i capelli per districarmi i nodi "Dylan starà sicuramente dorme-"
"Dylan!" esordì Henry, ignorando il mio stupore "Ma hai idea di cosa Chris voglia dirci?" mise in vivavoce per mettermi di ascoltare.
"No" rispose Dylan "Io sono pronto per uscire, ma sto aspettando per mantenere un minimo di decenza"
Henry aggrottò la fronte "Tu sei pronto e io no?" mi lanciò uno sguardo e poi riprese a parlare "Alle sette ci presentiamo a casa di Chris, io e Evelyn saremo pronti in pochi minuti"
"Cosa?!" esclamai, ma Henry aveva già chiuso la telefonata e si era avviato verso la cabina armadio per prendere dei vestiti; io mi alzai dal letto e sbuffai rassegnata.
Ci lavammo e vestimmo alla velocità della luce, io optai per dei pantaloni neri e una felpa turchese senza cappuccio, mentre Henry indossò dei jeans chiari e un maglione nero. Rimasi a bocca aperta quando lo vidi: era bellissimo, il nero del maglione era scuro quanto quello dei capelli e risaltava il blu intenso ed elettrico dei suoi occhi.
Sarebbero passati anni, il mondo sarebbe esploso, la nostra storia finita, ma io non avrei mai dimenticato quell'esatta tonalità di blu. La rivedevo quando ammiravo il mare, quando osservavo il cielo che si apprestava alla notte, quando chiudevo gli occhi prima di addormentarmi. Mi ci perdevo, in quel blu, ogni volta che lo guardavo, ogni volta che lo amavo.
Non avevo idea di come apparissi all'esterno, con quel flusso di pensieri che navigavano impetuosi nella mia mente, ma lui mi sorrise e dimenticai come si articolasse una frase.
Dopo tutta la fretta con cui ci eravamo alzati e preparati, quel momento sembrava sospeso nel tempo, una pausa infinitesimale che sembrava durare ore.
"Stai bene?" mi domandò, dimenticando dei suoi amici, delle chiavi dell'auto che aveva in mano e di tutto il resto "Sembri pallida"
Lo ero? Mi sentivo meglio che mai.
Annuii piano, cercando di riprendermi da quel momento di consapevolezza "Sto bene" dissi piano, con la gola secca.
Il momento magico era finito, ci affrettammo a raggiungere una delle sue tante auto e in pochi minuti sfrecciavamo per le strade di Londra.
Sospirai appena, appoggiando la testa al finestrino mentre Henry corrugava la fronte cercando di pensare a cosa Chris avesse da dire. Era così abituato alle cattive notizie che per lui non era concepibile la possibilità di una novità positiva.
Gli misi una mano sul ginocchio mentre guidava, un piccolo gesto per tranquillizzarlo; sentii i suoi muscoli rilassarsi sotto il mio tocco. Non parlammo per tutto il viaggio, immersi nei nostri pensieri.
Non ero mai stata a casa di Chris, ma non prestai molta attenzione alla strada che facemmo, così non mi resi conto in che parte di Londra ci trovavamo, ma era una zona tranquilla con tante piccole case che si alzavano solo sul piano a livello del terreno. Era un posto lontano dai riflettori, Chris diceva sempre quanto amasse la discrezione e la pace, probabilmente quella tranquillità gli serviva per bilanciare il caos della sua carriera da musicista.
Henry lanciò uno sguardo consapevole ad una Tesla nera, dalla quale uscì Dylan con passo concitato "Finalmente" borbottò "Logan e Nate sono già dentro"
Aveva i capelli biondi arruffati, se li era fatti crescere fino a sotto le orecchie e formavano un aureola chiara intorno al viso pallido.
"E perchè tu no?" domandai io, cercando di non ridere per il suo sguardo spiritato.
"Aspettavo voi due" scrollò la testa, forse rendendosi contro del suo aspetto "Andiamo?"
Henry annuì, il corpo in tensione.
Feci scivolare la mia mano nella sua, stringendogliela per dargli forza, anche se non ne avrebbe avuto bisogno, ero convinta che Chris avrebbe dato ai suoi amici una buona notizia.
Dylan suonò il campanello e ad aprirci fu Logan, anche lui con il viso tirato per il sonno perso. Nate non era in condizioni migliori, Chris invece stava preparando del caffè per tutti, mormorando che era assurdo che si fossero preoccupati così tanto da arrivare un'ora prima.
Era incredibile come tutti loro si fossero allarmati, nemmeno Nate sembrava aver dormito molto, erano arrivati tutti in anticipo perchè impazienti e preoccupati.
Chris non fu molto sorpreso di vedermi e mi porse una tazza piena di caffè fumante, così come a tutti gli altri "Dovevo aspettarmi questa reazione" disse con un sorrisetto, sedendosi sul divano della casa.
Non appena si attraversava la porta d'ingresso, si entrava in un ampio spazio riempito dai mobili del soggiorno, tra cui un divano blu scuro, un tavolino con sopra una televisione di circa 49 pollici, un grande giradischi e tante chitarre, acustiche, classiche, elettriche La mia attenzione fu catturata da quelli strumenti bellissimi e colorati, poi notai il tavolo da pranzo dietro il divano e la cucina che era separata dal resto dell'ambiente con un muretto che mi arrivava alla vita. C'era un corridoio che portava sicuramente al bagno e alla camera da letto, ma rimanemmo nel salotto, dove prendemmo posto. Chris sul divano, Logan e Nate alla sua destra e alla sua sinistra, io mi sedetti su un puff rosa ("Sophie l'ha voluto comprare a tutti i costi" mi disse Chris), Dylan si sedette su una poltrona dello stesso colore del divano e Henry rimase in piedi accanto al mio puff. Mentre tutti prendevano posto, lasciai vagare lo sguardo e notai un bellissimo dipinto che si alzava sopra la televisione. Notai subito che rappresentava la Scozia, terra natale di Chris, probabilmente le Highlands; nell'angolo in basso a destra c'era una firma nera, quella di Henry. Sorrisi e feci per guardare Henry, che aveva inconsapevolmente messo una mano sulla mia spalla, ma lui stava rivolgendo la sua attenzione a Chris, che iniziò a parlare "Dato che sembrate sull'orlo dell'esasperazione, vi comunico subito la notizia"
"Muoviti" fece Logan "Non riesco più ad aspettare"
Dylan si allungò e gli diede uno schiaffo sul retro della testa "Stai zitto"
Dopo che quei due si furono ricomposti, Chris si alzò e andò vicino alla finestra che dava sulla strada deserta "Io e Sophie ci sposiamo!" disse spalancando le braccia con un sorriso a trentadue denti.
I quattro amici rimasero in assoluto silenzio, mentre io scattai in piedi e battei le mani, entusiasta "Ma è una notizia fantastica!" andai verso di lui e lo abbracciai, lui ricambiò la stretta e poi si voltò verso i suoi amici. Henry era in piedi, con le mani in tasca, e con la fronte corrugata, Logan si era inclinato in avanti con il busto e lo guardava confuso, così come Nate, mentre Dylan aveva la bocca spalancata.
Aggrottai le sopracciglia e guardai Henry, per cercare di scuoterlo da quel suo stato di trance, ma fu Dylan, con la sua voce profonda ma squillante, a risvegliare i suoi amici "Fottiti, Chris!" esclamò "Ci eravamo così preoccupati"
"Non potevo dirvelo per messaggio!" si difese lui "E non potevo aspettare che ci riunissimo tutti per una delle nostre serate"
I quattro si avvicinarono a Chris e io mi feci da parte, osservandoli mentre lo abbracciavo e si congratulavano con lui, tra una risata e l'altra. Non riuscii, però, a togliermi dalla testa un lampo di tristezza che avevo visto sul volto di Henry, che però era sparito in un attimo.
"Quando vi sposate?" domandò Nate.
Le guance di Chris si colorarono di rosso "Il venti giugno"
"Il venti giugno?" ripeté Henry "Pensavo ci volesse almeno un anno per organizzare un matrimonio"
"Faremo una cosa molto, molto intima" spiegò "A Cork. Sophie è nata lì"
Logan sorrise "Si va in Irlanda!"
"Perchè non ce lo hai detto prima?" chiese Dylan "Quando e come glielo hai chiesto? Devi darci i dettagli, Bisset"
Chris rise e iniziò a raccontare, il volto gli si illuminava ogni volta che pronunciava il nome della promessa sposa. Quando gliel'aveva chiesto circa tre mesi prima, stavano visitando il castello di Blackrock, sempre a Cork, era una mattina piovigginosa e il cielo era grigio, ma lui aveva l'anello in tasca e aveva deciso che gliel'avrebbe chiesto, non avrebbe lasciato che niente glielo impedisse. Gli occhi di Henry scivolarono su di me mentre l'amico parlava, ma io ero presa dal racconto di Chris e non me ne accorsi.
Sophie era scoppiata a piangere per la gioia e lui era rimasto in ginocchio per diversi minuti prima che lei riuscisse a proferire parola "Sì, mille volte sì, amore mio" gli aveva detto con voce rotta ed entusiasta. Quasi riuscivo a vedere il castello, il Sole coperto dalle nuvole Chris era un abile narratore.
Mi lasciai scappare una lacrima di gioia, ero felicissima per lui e per Sophie, e soprattutto felice che stesse per accadere qualcosa di bello dopo tutte le tragedie che c'erano state.
Raccolsi velocemente la lacrima con l'indice della mano destra, ma Dylan se ne accorse e mi cinse le spalle in un veloce abbraccio fraterno facendo una battuta a Henry che non compresi perchè in quel momento Logan disse qualcosa ad alta voce "Ho sempre pensato che Henry e Evelyn sarebbero stati i primi!" tutti risero a quella battuta. Tutti, eccetto Dylan, Henry e me.
Io non risi perchè l'espressione improvvisamente frustrata sul viso di Henry mi spaventò, ma in un attimo calò di nuovo la sua maschera e mi convinsi di essermelo immaginato.
Henry e Dylan si scambiarono una rapida occhiata, parlando silenziosamente di qualcosa che solo loro due conoscevano.
Nate iniziò a fare domande a raffica sul numero degli invitati ("Saranno pochissimi"), se sarebbe stata una cerimonia religiosa o laica ("Siamo entrambi anglicani") e se avesse deciso chi sarebbe stato il suo testimone ("Mio fratello maggiore"). Ci disse che avevano aspettato così tanto a comunicarlo perchè avevano il terrore dei media, volendo tenere il tutto il più privato possibile per godere in pace della loro gioia.
"Dove sarà la luna di miele?" chiesi, unendo le mani sotto il mento e intrecciando le dita.
"Pensavamo ad un safari in Africa, ma Sophie vorrebbe andare in Giappone"
"Potete fare tutte e due!" scherzò Henry, benché forse un po' forzatamente "Perchè fermarsi in un solo posto?"
Chris poi ci raccontò del modo in cui le loro famiglie avevano reagito, la nonna di Sophie per poco non sveniva dalla felicità e il padre di Chris aveva pianto. Tanta allegria, ne avevo bisogno in quel momento.
"Ah!" esclamò ad un tratto, rivolgendosi a me "Arianna, Greta e Federica sono invitate, naturalmente! Possono portare un accompagnatore, ma comunicatemelo entro la settimana prossima"
Nate inarcò un sopracciglio "Vi state organizzando all'ultimo"
"Abbiamo organizzato tutto!" Chris sorrise "Non sarà un problema aggiungere o togliere un paio di posti a tavola"
Era bello vedere come i suoi amici si fossero rallegrati venendo a conoscenza del suo matrimonio, non faceva altro che sottolineare il loro legame.
"E quando potremo diventare zii?" chiese Logan dando una gomitata a Chris "Non vedo l'ora di fare da esempio"
"Se mai avremo dei figli" intervenne Henry sorridendo beffardo "Stai certo che non li lasceremo mai da soli con te"
Logan si finse offeso mentre il resto di noi scoppiò a ridere, ma Chris era visibilmente arrossito e appoggiò la schiena al muro bianco "Ecco..." iniziò a dire "Lei è già incinta"
Questa volta non ci un interminabile silenzio, ma un esplosione di grida, di congratulazioni e di pacche sulla spalla "È incinta di un mese" specificò lui, con un sorriso "Diventerò papà!"
Logan e Nate iniziarono a prenderlo in giro affettuosamente, dicendogli cosa avrebbero fatto con il bambino "Io lo porterò in un pub" disse Logan, mentre Nate annunciò che gli avrebbe comprato l'Allegro Chirurgo. Dylan era troppo felice per parlare, sembrava che si fosse tatuato il sorriso in faccia, invece Henry scherzò indicando una delle tante chitarre dell'amico "Sarà un musicista come il padre?"
Quando i quattro ruppero la schiera che si era formata attorno a Chris, riuscii ad abbracciarlo di nuovo e a dirgli che sarebbe stato un genitore formidabile.
Allegria. Allegria. Allegria.
"Chris che si sposa e che diventa padre" Logan scosse la testa, esasperato "State tutti dicendo addio al celibato, rimarrò da solo. Ora Nate ci dirà che ha trovato l'amore della sua vita e Henry che lui e Evelyn si sposano domani"
Mi strozzai con la mia stessa saliva, ma Henry sorrise all'amico rispondendo "Nate trova l'amore della sua vita una volta ogni settimana" una battuta per deviare, una sua specialità.
Dylan aggrottò la fronte "E io che fine faccio?"
"Tu farai a tutti da babysitter" intervenne Nate, ignorando la battuta di Henry "E vivrai con Evelyn, Henry e la loro famiglia numerosa. Solo lui potrebbe sopportarti in eterno"
Eccola di nuovo, quell'espressione sul viso di Henry carica di angoscia e di risentimento, ma sparì di nuovo nel giro di pochi secondi e, di nuovo, mi chiesi se me lo fossi immaginato. Henry mi guardò, cercando di capire se avessi colto qualcosa e io gli sorrisi amorevolmente, fingendo di non aver visto il suo sguardo poco prima. Parve sollevato e mi sorrise a sua volta, continuando a fare battute con i suoi amici.
Allegria. Allegria. Allegria.
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Le sfumature della notte
RomanceSeguito de "Le sfumature del tramonto" Dopo una scioccante rivelazione, Henry, Evelyn e i loro amici dovranno affrontare altre difficoltà tra lacrime, angoscia e delusioni. Evelyn e le sue amiche credevano che il resto del loro primo anno a Cambridg...