Capitolo 24

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Io e Federica tornammo insieme a Cambridge quella sera, grazie all'autista di Luke (Arthur aveva la serata libera e il fidanzato della mia amica aveva insistito).
"È stato bellissimo!" mi stava dicendo Federica, sedute sui comodi sedili in pelle "Ho visto esattamente tutto ciò che io voglio fare in futuro... La giornata è passata così velocemente che quasi mi è dispiaciuto alla fine!"
"E hai visto spesso Luke?"
Federica mi fece un sorrisetto "Beh, diciamo che veniva molto spesso a controllare che tutto andasse bene, abbiamo pranzato insieme ed è stato tutto fantastico!" si vedeva dalla sua espressione che era soddisfatta della giornata "Tu invece cosa hai fatto?"
Raccontai la mia giornata con Jim Foster a Federica, che commentò "Che stronzo! Forse l'ha fatto per metterti alla prova e vedere se ti saresti lamentata. L'hai fatto?"
"No, ho detto di sì a tutto"
"Allora forse domani andrà meglio"
In effetti, il giorno dopo andò meglio. Invece che ordinare mobili e libri passai a dei documenti, sotto al supervisione di Jim, che mi fissava in silenzio. Il giorno dopo ancora, mi fece sistemare i documenti non più in cartelle cartacee ma sul computer, questa volta però mi spiegò cosa fossero quei file e la loro funzione.
Federica aveva ragione: il primo giorno mi aveva messa alla prova, perchè tutto andò liscio e mi divertii anche, però Jim non rideva alle mie battute e così io smisi di farle.
Jade era acida come sempre, ma la vedevo poco e niente, così come il CEO con quei suoi spaventosi occhietti grigi. Anche a Jordan le cose stavano andando bene, ma non avevamo molto tempo di parlare.
Federica, però, era quella più felice di tutti: sia perchè faceva ciò che aveva sperato sia perchè stava tutto il giorno nello stesso edificio di Luke.
La mattina prendevamo il treno insieme e la sera tornavamo insieme, era un'occasione per stare insieme e raccontarci ognuna la propria giornata. Purtroppo non parlammo molto con Arianna e Greta in quei giorni, perchè noi tornavamo a casa esauste e ce ne andavamo direttamente a letto, ma ci scambiavamo messaggi durante la giornata per assicurarci di essere ancora vive. Non vedevo l'ora che arrivasse quel sabato, perchè avremmo passato una serata tutte e quattro insieme come ai vecchi tempi.
Il giovedì pomeriggio, per prepararci alla serata del giorno seguente, io e Federica ci incontrammo dopo il lavoro per andare in un centro commerciale e comprarci dei vestiti per l'evento.
Fortunatamente trovammo i nostri abiti nel primo negozio visitato. Io presi un abito in tela verde petrolio lungo con un sottilissimo collo halter. Avevo una pochette con catenina che potevo abbinare assieme a delle decolté nere.
Federica, invece, comprò una tuta nera elegante, con le bretelle bianche che si incrociavano sul petto per poi riunirsi dietro il collo, si prese delle scarpe nere con un tacco altissimo e una pochette nera, che avrebbe portato a mano.
Il venerdì sera ci preparammo a casa dei nostri rispettivi fidanzati, con i quali avremmo passato la notte. Saremmo tornate a Cambridge la mattina dopo.
Ero nel bagno di Henry a truccarmi, mettendo dell'ombretto nero e oro sfumato e passandomi una linea di eyeliner sull'attaccatura delle ciglia, allungandomele con il mascara. Mi misi del lucidalabbra e poi passai ai capelli, legandomeli lasciando sciolti solo i ciuffi laterali, che si aprivano a tendina sul viso.
I miei capelli sciolti superavano di qualche centimetro le spalle, perciò la mia coda non era maestosa come quella delle ragazze con i capelli lunghissimi, ma era più delicata.
Misi al polso sinistro il bracciale che Henry mi aveva regalato e poi lo raggiunsi in salotto, era intento a sistemarsi la cravatta, nera come i suoi capelli e il suo completo elegante. La camicia bianca spiccava in mezzo a tutta quell'oscurità.
"Come sto?" domandai facendo una giravolta, la gonna del vestito si allargò appena.
"Staresti bene con qualsiasi cosa"
"Wow" incrociai le braccia, poi sorrisi divertita "Grazie per i tuoi complimenti"
Lui sbuffò e scosse la testa "Il colore del vestito ti risalta gli occhi, non ho idea di come tu sia riuscita a metterti quel trucco e i capelli legati ti lasciano le spalle coperte, facendomi morire dalla voglia di baciarle. Meglio?"
"Molto!" mi avvicinai e lo baciai, incrociando le braccia dietro il suo collo "Foster mi ha detto di arrivare lì un quarto d'ora prima, devo andare"
Henry brontolò qualcosa di incomprensibile e poi aggiunse "All'evento di giugno andiamo insieme e torniamo a casa insieme. Chiaro?"
"Chiarissimo"
"Arthur ti aspetta qui sotto" mi disse Henry "Io verrò più tardi con un altro autista"
Ci scambiammo un altro bacio prima di separarci "Sarà una lunga serata" mi gridò Henry mentre mi chiudevo la porta alle spalle.

Le sfumature della notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora