Psichiatria

5.1K 205 110
                                    

Ah i babbani, 

sono così noiosi, 

sono qui da un giorno e già mi sento in trappola. 

E' tutto così grigio e triste, 

tutto così spento, dalle persone, alle pareti, alle finestre...

Mi sento di merda, 

non riesco a smettere di pensare alla sua reazione, 

non voleva farmi andare via quando è stato proprio lui a causare tutto questo. 

Dovrebbe essere lui quello rinchiuso in un istituto psichiatrico per la sua folle pazzia e non io, 

certo ho i miei motivi per essere qui, 

sono caduta in depressione e poi non ho un altro posto dove andare e per quanto vorrei fuggire questa mi sembra l'unica soluzione.

Appena sono arrivata mi hanno immediatamente rinchiusa in una stanza minuscola, 

niente compagni di stanza, 

niente luce naturale per via delle finestre coperte da sbarre di ferro, 

si può girare liberamente per i corridoi ma fino ad una certa ora, 

quasi tutti qui sono come me, ho intravisto un ragazzo della mia età quando sono entrata. 

Era accanto ad una strana macchina piena di merendine, 

la fissava mentre un pacco di patatine di una strana marca cadeva a terra. 

Vorrei provare a parlarci ma ho paura di tutti qui dentro, 

non che io sia diversa da loro ma...alcuni incutono timore.

E' un vero inferno.

A volte mi chiedo se sia meglio l'inferno nell'amore o l'inferno stando qui dentro. 

_______________________________________

La notte è lenta e silenziosa, 

e io ovviamente non riesco a dormire. 

Mi siedo a gambe incrociate e osservo quel filo luce lunare che filtra dalla povera finestra. 

Mi concentro sul mio respiro,

cerco di farlo sembrare regolare ma sembra impossibile. 

Mi sento in trappola in questo buco che chiamano stanza. 

Corro in bagno e mi bagno la faccia e il collo. 

Mi guardo allo specchio e il mio sguardo arriva ai miei capelli. 

Li sciolgo e cerco in tutti i modi di replicare l'acconciatura che Denise mi faceva tutte le mattine, 

ci metto tutto l'impegno del mondo ma non ci riesco. 

"Dannazione!" urlo, per poi tapparmi la bocca per aver alzato la voce, 

è notte fonda e sono in una casa di cura piena di pazzi forse è meglio mantenere la calma. 

Vado verso la porta della mia camera la apro lentamente ma non vedo nessuno per il corridoio e chissà mai perché, 

è severamente vietato girovagare a quest'ora di notte ma sto soffocando qui dentro. 

Esco in punta di piedi sperando che nessuno mi becchi e mi rinchiuda per sempre nella mia stanza.

Vado verso il salottino mi siedo vicino a una finestra appannata dalla pioggia, 

𝑹𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒂𝒎𝒊 𝒄𝒐𝒔𝒊 𝒄𝒐𝒎'𝒆𝒓𝒐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora