Mistero

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 MATTHEO POV:

Mi stropiccio gli occhi con una mano mentre l'altra accarezza il posto che si rivela vuoto accanto a me.
Mi acciglio nel controllore che sia effettivamente vuoto. 
"Federica?" chiedo ma nessuna risposta mi viene restituita. 
Mi giro verso la finestra e la vedo li seduta sul bordo.

"Buongiorno" dice con voce docile, sorrido di rimando,
"Che ci fai li?" alza le spalle, 
"Aspetto" aggrotto le sopracciglia mentre mi sistemo meglio sul cuscino, 
"Aspetti cosa?" appoggia la testa al muro, 
"Le sette" dice quasi sussurrando, la guardo serio, 
"E perché?" alza le spalle, 
"Non lo so" sembra esausta, 
"Ti senti bene?" scuote la testa, 
"No" abbasso lo sguardo confuso,
"Quanto hai dormito?" chiedo, 
"Due o forse tre ore" dice fissando quel dannato orologio appeso alla parete.

Mi alzo e mi siedo accanto a lei il più vicino possibile.
Le porto una ciocca di capelli che le copre il viso dietro l'orecchio, 
"Che hai?" si afferra le ginocchia con le mani e si nasconde in esse, 
"E' uno di quei giorni" le accarezzo la schiena, 
"Di che parli?" alza lo sguardo verso di me posando la testa sulle ginocchia, 
"Niente, sto bene" dice sorridendo,
"Qualunque idiota saprebbe riconoscere il tuo sorriso forzato" dico alzandomi.

Le porgo la mani,
"Vieni" dico invitandola ad afferrarle, mi guarda spaesata ma le afferra comunque. 
Mi avvicino al letto e mi siedo, la tiro giù con me e la posizioni tra le mie gambe con la schiena sul mio petto, le avvolgo le braccia alla vita e la stringo a me cercando di tranquillizzare qualsiasi cosa abbia. 
"Allora? Che c'è che non va?" scuote la testa, 
"Niente, sono solo stanca" poso il mento sulla sua spalla, 
"Mh e cosa vuoi che faccia?" scuote la testa, 
"Niente" mi mordo il labbro, 
"Conosci solo quella parola sta mattina? Niente?" annuisce, 
"Mi scoppia la testa" dice lasciandosi andare completamente sul mio petto, 
"Sei qui con me, è tutto ok" scuote la testa contrariata, 
"No, non lo è" sospiro.

"Devi dirmi cos'hai altrimenti non posso aiutarti" resta in silenzio, 
"Mi distrugge vederti così" dico baciandole la spalla delicatamente, è vero mi distrugge perché mi sento impotente. 
"Sai ho letto il tuo quaderno" mi mordo la guancia,
"Mhmh" dico invitandola a continuare, 
"Quelle parti che parlano di me" rido divertito,
"Tutte quindi?" sorride debolmente, 
"Non tutte, tre o quattro" mi bagno le labbra, 
"E quindi cos'hai scoperto?" scuote la testa, 
"Che non tutto quello che dici sono bugie" prendo un bel respiro e mi metto una mano sul cuore come segno di colpevolezza. 
"Come osa signorina, dire una cosa del genere su di me, ma per favore" scoppia a ridere divertita dal mio teatrino. 

"Sei così bella quando sorridi" abbassa lo sguardo imbarazzata, 
"Non farlo, non funzionerà" alzo gli occhi al cielo, 
"Ti sto facendo un complimento, nient'altro" annuisce, 
"Mattheo..." torno sulla sua spalla, 
"Cosa?" gira leggermente la testa verso di me,

"Ti amo" sorrido,
"Ti amo anch'io" sospira, 
"Voglio che tu non lo dimentichi mai, qualunque cosa accada" aggrotto le sopracciglia, 
"Cosa dovrebbe accadere? Ma di che parli?" abbassa lo sguardo, 
"Promettimelo" annuisco,
"Te lo prometto" annuisce ripetutamente convinta.

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Abbiamo passato le restanti due ore prima delle lezioni a leggere ogni singola pagina del mio quaderno. 
L'ho proposto io anche se lei all'inizio non ne aveva voglia alla fine si è lasciata trasportare e ora sembra star meglio, ma questa situazione inizia a preoccuparmi.
Ho provato a chiederle cosa c'era che non andava ma non ha mai saputo darmi una risposta. 

Una volta preparati e vestiti le prendo la mano e apro la porta della sua camera pronto a portarla a lezione. 
"Mattheo" dice mentre scendiamo le scale del dormitorio femminile, 
"Dimmi" mi fermo e la guardo, 
"Teniamo per noi la cosa del matrimonio, non voglio che tutta la scuola pensi che io sia incinta" scoppio a ridere, 
"Perché dovrebbero, non sei incinta" sorride, 
"Chi altro si sposa a diciotto anni?" alzo le spalle, 
"Tu non hai ancora diciotto anni" annuisce, 
"E' proprio questo il problema" dice abbassando lo sguardo.

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FEDERICA POV:

Arriviamo davanti alla porta della classe in anticipo, 
"Ancora non capisco perché sei voluta uscire mezz'ora prima" alzo le spalle, 
"Non mi piace arrivare in ritardo" sbuffa, 
"E da quando?" alzo le sopracciglia, 
"Da adesso" si allontana leggermente, 
"Oh mi scusi principessa non ne avevo idea" gli rivolgo un finto sorriso, 
"Non si preoccupi" prima che possa dire altro entrambi ci giriamo verso il rumore di scarpe contro il pavimento del corridoio. 

"Non posso crederci cazzo" mi faccio avanti ma Mattheo mi riporta tra le sue braccia stringendomi il più possibile a se. 
"Sta buona" scuoto la testa, 
"Che cazzo ci fa qui?" alza le spalle, 
"Non lo so ma se lo uccidi per prima non lo sapremo mai" sospiro per mantenere sotto controllo tutta la rabbia che mi provoca solo il suo sudicio nome. 
"Non me ne frega un cazzo, voglio che se ne vada" mi tiene stretta a se, 
"Aspetta che arrivi" scuoto la testa, ma prima che possa dire altro lui è già qui dinanzi a noi. 

"Non sapevo che foste tornati insieme" scoppio a ridere, 
"Già tutti i tuoi sforzi per separarci sono andati a puttane, che peccato papà" abbassa lo sguardo. 

"Che cazzo ci fai qui?" sospira, 
"Mi ha convocato Silente" rido nervosamente, 
"Oh quindi dopo tredici anni hai deciso solo ora di iniziare a fare il padre, ottimo direi" si bagna le labbra,
"Per quanto andrà avanti questa storia?" sospiro, 
"Beh mettiamola così, finché non ti seppellirò nel fango e ballerò sulla tua tomba, si lì forse finirà" sorride divertito, 
"Grande senso dell'umorismo" dice avvicinandosi ma Mattheo lo ferma prima di fare un altro passo. 
"Non così vicino Peter" alza gli occhi al cielo,
"Sono suo padre" Mattheo annuisce, 
"Si il tipo di padre che prende a schiaffi sua figlia" Peter abbassa lo sguardo, 
"Se non ti uccido qui e ora è solo perché lei mi sta pregando di non farlo" dice il mio ragazzo intuendolo dalla mia presa stretta attorno alla sua mano. 

"Va via" dice Mattheo, 
"Theo...ti va di entrare in classe voglio parlare da sola con Peter"  mi guarda sicuro di se, 
"No, non mi va proprio per un cazzo" incastro i miei occhi nei suoi, 
"Ti prego solo un paio di minuti" si morde la guancia, 
"Va bene" dice contrariato, mi avvicino e gli poso un bacio sulla guancia.
"Grazie" dico, per poi lasciare la sua mano e lasciarlo entrare in classe. 

Non appena entra afferro mio padre per il braccio e lo allontano dalla porta portandolo alla fine del corridoio dopo l'angolo in modo che ne Mattheo ne nessun altro ci veda.
"Ti ho inviato un gufo tre ore fa e tu presenti qui solo ora?" alza le spalle, 
"Non ho colpe se il tuo gufo è un idiota" mi bagno le labbra, 
"Potevi almeno aspettare che fossi sola" scoppia a ridere, 
"E tu potevi risparmiarti la battuta della tomba" incrocio le braccia al petto. 
"Doveva essere credibile" annuisce, 
"Si certo...allora? Come mai mi hai chiamato? Pensavo che non volessi avere più niente a che fare con me" scoppio a ridere, 
"Si ti piacerebbe non è così?" scuote la testa.

"Ti ho cercato perché mi serve un favore" alza le sopracciglia, 
"Di che tipo?" sorrido,
"Mi occorre un invito a cena a casa Riddle" spalanca gli occhi, 
"Sei impazzita?" scuoto la testa, 
"Oh sta zitto" si appoggia al muro, 
"Tom ti ucciderà" sorrido fiera di lui,
"E' per questo che tu esisti, fa il tuo lavoro da fidanzatino premuroso e tutto andrà bene" scuote la testa, 
"Non sai a cosa stai andando in contro" annuisco, 
"Oh no credimi se ti dico che lo so perfettamente." si stropiccia il viso, forse ho qualcosa che potrebbe convincerlo. 

"Facciamo un accordo, tu mi inviti a cena con il tuo famoso amore e io proverò a perdonarti" scuote la testa, 
"No, non posso metterti in un simile pericolo" annuisco, 
"Invece lo farai se vuoi rientrare tra le mie grazie tesoro" mi allontano, 
"Ora sparisci" dico per poi andare via e entrare in classe.

𝑹𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒂𝒎𝒊 𝒄𝒐𝒔𝒊 𝒄𝒐𝒎'𝒆𝒓𝒐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora