Sempre più lontani

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"Io lo odio Loren" si toglie gli occhiali, 
"Lo capisco ma sono passati due mesi ormai, dovresti provare a superare la tua rabbia" rido nervosamente. 
"Superare la mia rabbia?" annuisce, 
"Ti rendi conto che quel merdos-....Peter che dice di essere mio padre mi ha schiaffeggiata?" annuisce, 
"Me ne rendo conto, ma come ti ripeto sono due mesi che la rabbia ti sta divorando" sospiro, 
"Tu non capisci mio padre non l'avrebbe mai fatto" si lascia andare contro lo schienale della sua sedia in pelle.

"Si invece perché quello è tuo padre anche se tu non la vedi così" lei non capisce. 
Sono sessanta giorni che cerco di farlo capire, di fargli capire come mi sento ma niente. 
Si ostina a mantenere la sua posizione come me del resto. 

"Che mi dici dell'altro pensiero che ti tormentava lo hai dimenticato?" annuisco, 
"Si" scuote immediatamente la testa, 
"No non l'hai fatto altrimenti mi avresti detto -chi?-" questa donna continua a fregarmi, è davvero brava nel suo cazzo di lavoro.  

Ha ragione non l'ho dimenticato, a distanza di mesi lui è ancora nei mei pensieri. 
Costantemente,
quando sono sola nella mia stanza,
quando mi sveglio di notte sudata,
quando mangio,
mentre faccio la doccia,
quando guardo fuori dalla mancata finestra, 
quando guardo il vuoto, 
quando leggo il mio libro preferito, 
sempre tranne quando sono con Ethan.  

"Parli solo con me? Hai qualche amico con cui condividere le tue insicurezze?" abbasso lo sguardo, 
"Di amici ne ho e tanti ma sono tutti fuori da qui...l'unico con cui parlo ogni giorno è Ethan" annuisce, 
"Oh si Ethan, ogni tanto viene anche lui a parlare" rimango sorpresa, 
"Davvero? Sembra così forte...sa gestire il suo essere alla perfezione" annuisce, 
"Tutti abbiamo delle debolezze, persino Ethan" sospiro, 
"Lo so ma lui sembra così tranquillo e sicuro e saggio" mi guarda divertita, 

"Federica?" la guardo confusa, 
"Loren?" si morde il labbro, 
"Non ti starai forse innamorando?" scoppio a ridere, 
"Io? Innamorando? E di chi? Di Ethan? Pfff baggianate" sorride, 
"Mi sarò sbagliata" annuisco, 
"Si, decisamente. Il mio cuore è occupato e lo sai" annuisce, 
"Certo che lo so non fai altro che parlare di questo" la guardo offesa, 
"Scusa sei la mia terapista o il mio diario?" sospira, 
"Bene torniamo serie, come ti senti oggi?" sospiro anch'io, 

"Bene, come al solito del resto no? Continuo a vivere e questo mi basta." mi guarda contrariata. 
"Tu non stai più vivendo Federica, tu sei morta dentro ma fingi comunque di essere felice e questo no, non basta" 
"Vorrei essere sincera con te Federica. Eri arrivata completamente devastata, stai facendo molti progressi, mangi e dormi regolarmente anche se poco. A volte mi capita di vederti completamente assente come se fossi in un altro pianeta altre volte quando ci vediamo di mattina ti vedo più serena e più aperta a parlare, più a tuo agio ecco. Ti consiglio di continuare così anche se hai altre cose su cui lavorare. Continua a prendere questa dose di medicine e vediamo come va al massimo aumentiamo ok?" annuisco, 

"Bene ora voglio farti un ultima domanda." la invito a continuare, 
"Chi è adesso per te Mattheo Riddle?" chiudo gli occhi e metto una mano sul petto, ascolto il mio respiro farsi più pesante, il cuore accelera e sento i miei occhi inondarsi ma non posso permetterlo. 

Il suo nome non romperà il mio equilibrio.
Non sta volta.

"E' la mia pace in questo mondo di caos e dolore." annuisce e scrive, sto per alzarmi ma mi fermo a guardarla, 
"Loren?" mi guarda curiosa, 
"Hai mai amato qualcuno al tal punto di preferire il suo bene prima del tuo?" scuote la testa, 
"No, non l'ho mai fatto" annuisco, 
"Ecco perché non riesci a capirmi allora" dico uscendo. 

Ethan come sempre ormai mi sta aspettando fuori dalla porta con un pacchetto pieno di schifezze di vario genere. Mi chiedo chi gli dia tutti i soldi per comprare tutta questa roba. 
"Ehi Peach che dice Loren oggi?" sbuffo, 
"Le solite cose, dolore, mio padre, Mattheo" annuisce e mi passa il pacchetto, 
"Beh allora hai bisogno di mangiare" annuisco per poi scuotere la testa, 
"No ehi devo prendere le medicine tra un po', devo restare a digiuno per un altro paio d'ore" alza gli occhi al cielo, "Ah si scusa, hai ragione" rimane a fissarmi e già ho capito quello che sta facendo così gli do una gomitata. 

"Ti ho detto di non farlo" sospira e abbassa lo sguardo. 
"E anche io ti ho detto di non farlo ma continui a farlo" sbuffo infastidita e mi strofino gli occhi. 
"Senti non posso controllare anche i miei sogni" alza le sopracciglia, 
"E' il tuo cervello, puoi farlo dato che sei tu a reggere i fili" 

"Devi smetterla" dico, 
"E tu smetti di sognare quel maledetto giorno in quel cortile. Capisco che hai un trauma ma cazzo ti stai distruggendo." ha ragione ma come posso smetterla? Ho incubi continui su quel giorno fin dalla prima notte. 
"Eh no bello Loren ha detto che sto meglio" alza gli occhi al cielo, 
"Si ma Loren non ti entra nella testa" gli rivolgo un sorrido mancato e vado verso la mensa. 

Afferro un vassoio dell'acqua e dei bicchieri poi vado dall'infermiera e ritiro le mie medicine. 
Mi siedo a un tavolo riempio il bicchiere e mando giù la prima, 
poi la seconda, 
poi la terza, 
e poi la quarta. 
Non ho più la forza di fare questo continuo giochetto ogni mattina.

"Peach sorridi un po'" gli rivolgo il il più finto dei miei sorrisi. 
"Uno sincero?" mi innervosisco, 
"Dite sorridi vai avanti, non ci riesco cazzo ok? Come faccio a sorridere se l'unico motivo per cui sorridevo è lontano da me e mi ha lasciato qui come se nulla fosse? Come faccio a sorridere se da quando lui non c'è è tutto una merda? Come faccio a sorridere se ha preso il mio cuore e l'ha distrutto? Come faccio a sorridere se lui non è qui? Come faccio a sorridere se tutte le sue promesse erano puttanate? Come faccio a sorridere se ha sgretolato ogni mia speranza? Me lo spieghi, come cazzo faccio a sorridere?!" 

"Va bene Peach scusa..." grido infastidita.
"Smettila di chiamarmi pesca!" lo guardo furiosa, lo sorpasso e corro nella mia camera. 

Non riesco a stare bene. 
L'unica vita che ho a disposizione non riesco a godermela. 
Non so fare neanche questo. 
Non capisco se sono sbagliata io o il mondo in cui vivo. 
Mi chiedo mai se in un futuro riuscirò a cavarmela anche con i problemi della mia vita. 
Mi pentirò delle scelte che ho fatto in questo periodo?
Non voglio essere delusa di me stessa in futuro, vorrei solo vivere la mia vita serena. 
Chiedo solo questo.

Sono davvero stufa di questo maledetto posto.
MA HO TUTTO SOTTO CONTROLLO.

Penso a lui;
Quanto vorrei che un giorno ti mancassi così tanto da piangere a singhiozzi. 
Non perché voglio vederti triste, ma solo per vedere se davvero tenevi a me e magari ci tieni ancora a riavermi. 
Perché qui si è un inferno. 
E tu come tuo solito mi hai lasciata sola nel nostro stesso inferno e io mi sono finalmente bruciata.

MATTHEO POV:

Lo sai che comunque ci penso.
A distanza di mesi sei ancora nella mia testa. 
Sei sempre nei miei maledetti sogni.
Ma d'altronde questi sogni sono l'unico modo che ho per vederti. 
Devo resistere altri due mesi e tornerai da me, ne sono certo. 
Perché sei la mia pace in questo mondo pieno di caos e dolore.

Scrivo nel mio quadernino sgualcito, spero che Denise alla fine gli abbia dato la mia lettera. 
Scrivo ogni giorno di lei nel mio quaderno mi aiuta ad immaginarla qui con me. 
Un paio di giorni fa ho avuto una discussione più tosto pesante con Peter. 

Mi ha detto che è andato da lei, l'ho persino pregato di dirmi dove si trovasse ma nulla. 
So che ho promesso di starle lontano, di non cercarla ma non posso lasciarla.
Ho fatto lo stronzo con lei e questo non riesco a perdonarmelo. 

Per quanto io ci stia provando, non ce la faccio.



𝑹𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒂𝒎𝒊 𝒄𝒐𝒔𝒊 𝒄𝒐𝒎'𝒆𝒓𝒐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora