Mi affretto a infilarmi qualcosa di pulito.
"Perché fai così?" dice uscendo dal bagno con solo l'asciugamano in dosso.
Cerco di rimanere girata verso la finestra per evitare che questo mi distrugga ma lo sento arrivare nella mia direzione e lo blocco prima che sia troppo tardi.
"Per favore...rimani li dove sei..." lo sento fermarsi ma poi riprendere il passo.
"Perché? Perché ti fa paura avermi accanto..." continua a camminare.
"Starmi vicino ti spaventa..." deglutisco e faccio dei passi avanti nella direzione opposta per allontanarmi da lui.
"Continui a scappare da me...ma perché?" mi porto le dita alla bocca e inizio a mordicchiare le unghie.
"Insomma...torni qui e flirti con mio fratello, vengo da te e mi dici cose orribili, mi provochi continuando ad usare mio fratello, mi baci e scappi via, dici di avere un ragazzo ma mi inviti qui a fare una doccia con te e poi ti allontani...mi spieghi qual è il tuo fottuto problema?" abbasso lo sguardo.
"E' orribile non è così? Sentirsi usati e poi buttati via come il niente" dico girandomi leggermente verso la sua direzione.
Annuisce mordendosi fortemente il labbro inferiore.
"Si lo è" sorrido,
"Beh e pensa che questo è solo l'inizio Riddle"
"Era un tuo piano fin dall'inizio...non è così?" giro la testa di lato quasi dispiaciuta, e scuoto la testa.
"No, il mio piano non è ancora iniziato in realtà...questa era solo l'introduzione" dico sorridendo innocentemente.
"Non capisco cosa ti stia succedendo" mi giro del tutto nella sua direzione.
"Ho semplicemente aperto gli occhi" scuote la testa, e cerca di avvicinarsi ma io faccio ancora un altro passo indietro. Mi guarda soddisfatto.
"E questo allora cos'è?" scuoto la testa,
"Niente" si avvicina di nuovo e io ripeto il mio gesto allontanandomi.
"Niente? Se sei così sicura di te allora perché non riesci a stare a meno di un metro da me, dici di aver aperto gli occhi ma cosa vedi in realtà? Andiamo dillo, dimmi quello che provi per me, il tuo atteggiamento lo dimostra ma voglio sentirtelo dire" abbasso lo sguardo e lui non perde occasione per avvicinarsi.
"Dillo" scuoto la testa mentre lui annuisce.
"Ti sfido" alzo lo sguardo ad occhi spalancati. Oh no, non avresti dovuto dirlo.
"Niente. Io non provo NIENTE" si ferma dal suo avanzare e mi scruta con fare interrogativo.
"Oh ma davvero?" annuisco e mi avvicino anch'io a mia volta con fare di sfida.
"Si, davvero"
"Dimostralo" alzo le sopracciglia,
"Lo sto già facendo, tra un po' a quella porta busserà il mio ragazzo o magari tuo fratello, io aprirò e farò quello che devo fare. Perché io ormai sono QUESTA." sbatte le palpebre ormai quasi lucide e mi si spezza il cuore nel vederlo così e sapere che ne sono io la causa.
"Molto bene allora...molto bene" si gira e inizia a raccogliere la sua roba.
Vorrei dirgli che tutto quello che dico sono solo menzogne,
vorrei dirgli che tutto quello che dico di non provare in realtà lo provo amplificato,
vorrei dirgli che mi manca da far schifo,
ma non posso.
I miei occhi si inondano nel guardarlo ma tiro la testa all'insù per evitare che le lacrime scendino e mi bagnino il viso.
Mi giro dalla parte opposta per evitare che lui mi veda così debole e disperata per lui stesso.
Afferra la sua roba freneticamente e la butta sul letto frustrato.
"Stai diventando assurda cazzo. In tutto quello che fai porca puttana. Non ti riconosco, non so più chi tu sia. Mi confondi cazzo, mi manipoli e mi fai un male fottuto e io sono ancora qui. Spiegami come cazzo è possibile Federica!" mi copro il volto con le mani per nascondere il mio malessere.
"Spiegamelo!" non una parola esce dalla mia bocca mentre lui si riveste.
"Bene, non vuoi parlare? Te lo spiego io." si infila la camicia e guarda la mia figura che gli da nuovamente le spalle.
"Ti amo e sono così stupido da rimanere qui e farmi manipolare da una stupita ragazzina." dice finendo di abbottonare gli ultimi bottoni.
Mi giro con le lacrime a gli occhi e incontro il suo volto arcistufo del mio comportamento.
Ci guardiamo negl'occhi come mai prima d'ora.
"Perché mi hai detto di aspettarti se poi torni qui e ti ritrovo fidanzata con un altro?"
"Perché il motivo c'era, ma ormai era troppo tardi" dico tra le lacrime.
"E allora per quale motivo ora stai piangendo?"
"Perché è dannatamente difficile lasciare andare una persona che hai amato più di te stessa" distoglie lo sguardo per un momento brevissimo e sospira affranto cercando di trattenere l'acqua salina che sta per uscirgli da gl'occhi.
"Mi stai lasciando andare?" deglutisco e cerco di calmare il mio respiro e il mio pianto ma tutto sembra così inutile.
Annuisco lentamente e questo lo spezza.
Sospira pesantemente e si passa le mani sul volto stressato.
"Tu non capisci il dolore che mi hai causato Mattheo e forse non lo capirai mai" dico sorpassandolo e asciugandomi le lacrime.
Apro il cassetto della scrivania, afferro i miei flaconi di medicine e li butto sul letto davanti a lui.
"Le vedi queste?" si gira verso il letto per poi guardarmi.
"Queste sono quelle che mi reggono in piedi e che mi distruggono al tempo stesso. Tu non hai la minima idea di quello che ho passato io in questi mesi mentre tu ti divertivi con il tuo meraviglioso fratello. Non hai idea di quante volte io abbia pianto per te, di quante volte io abbia sofferto, di quante volte io abbia patito un dolore immenso. Non hai idea di come io mi senta quando prendo questa merda. Non hai idea di come io mi sia sentita quando ti ho lasciato qui per andare a stare in un istituto psichiatrico. Non sai neanche perché io sia andata li probabilmente. E la cosa che mi fa più ridere è che ancora non mi hai chiesto scusa." abbassa lo sguardo imbarazzato, sa che ho ragione è solo che è troppo orgoglioso per ammetterlo.
"Hai avuto persino il coraggio di dare tutta la colpa a me. Di scaricare le tue azioni e i tuoi sbagli su di me. Di sollevarti da ogni responsabilità perché sai in cuor tuo che sei una cazzo di merda."
Mi avvicino per guardalo meglio.
"Vuoi sapere la verità? Mi manchi da far schifo ma non posso assolutamente permettermi di soffrire di nuovo. Perché sta volta non ce la farei."
"E non mi importa se dovrò usare te o tuo fratello per sopravvivere."
"Mi vuoi non mi vuoi, ti manco non ti manco porca troia prendi una cazzo di decisione Federica!" va verso la porta e prima di uscire.
"Cerca di capire cosa vuoi perché poi potrebbe essere troppo tardi" dice per poi uscire sbattendo la porta.
"SI SCAPPA PURE! SAI FARE SOLO QUELLO!" dico urlando sperando che mi senta.
Cado a terra singhiozzando.
Lo comprendo, lo sto confondendo e la cosa lo disturba ma io so benissimo cosa voglio la cosa che mi frena è lui stesso.
E finché non capirà che sta sbagliando io non posso fare un passo verso di lui.
E' proprio lui con il suo smisurato ego che rovina ogni cosa.
La porta si apre e per un momento ho davvero pensato che potesse essere lui invece incontro il volto del mio ipotetico ragazzo.
"Ehi?" mi giro nella sua direzione sommersa da lacrime. Si precipita da me in un battito di ciglia.
"Tienilo a bada o ti distruggerà" dice prendendomi tra le braccia e baciandomi la fronte.
"Ti avevo detto di stare attenta" mi attacco ancora più a lui.
"Q-questo non mi aiuta" annuisce e mi accarezza i capelli.
"Si lo so ma devi sentirtelo dire per evitare di ripetere lo stesso sbaglio" mi rannicchio sul suo petto.
"P-perché fa così male?" sospira,
"Perché ti stai lasciando dominare. La tecnica migliore per la manipolazione è saper tenere sotto controllo le proprie emozioni" annuisco,
"Lo so, ma è così difficile" sorride,
"E proprio questo il punto no?"
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Mi sveglio con la testa che scoppia.
Gli occhi pregano di restare ancora un po' a letto ma purtroppo oggi è il primo giorno e devo andare a lezione.
Ethan sta ancora dormendo beatamente al mio fianco e per il momento meglio non svegliarlo.
Mi alzo e in punta di piedi mi infilo nella doccia.
Poi inizio a prepararmi.
Mi trucco se pur leggermente,
indosso la divisa e arriccio i capelli.
Esco dal bagno per svegliare il mio amico a quanto pare è già sveglio se pur ancora a letto.
"Ethan" si toglie le coperte dalla testa e mi guarda,
"So che hai dimenticato come funziona qui ma tra circa venti minuti abbiamo lezione" si ricopre il viso con le coperte disperato.
Inizio ad infilarmi i calzini e le scarpe mentre lui cerca di alzarsi invano.
Si siede sul bordo del letto ma poi ricade di schiena sul materasso assonnato.
Lo guardo ridendo.
"Sei davvero buffo lo sai?" mi guarda serio,
"Gnegnegne sei davvero buffo sai" dice imitando la mia voce.
Gli tiro un cuscino dritto in faccia.
Lui fa lo stesso, "Sta zitta e pensa a prendere le medicine" alzo gli occhi al cielo.
Mi ero completamente dimenticata di quelle fottute pillole.
Apro il cassetto della scrivania e ne prendo una per ogni flacone.
Vedremo oggi in che panni mi metteranno.
Della ragazza allegra e euforica o dello zombie depresso?
Spero nessuna delle due.
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Arriviamo a lezione in stranamente in anticipo.
Ci sono solo un paio di persone in classe e noto Colin isolato e decido di sedermi accanto a lui.
"Buongiorno occhi verdi" dico baciandogli la guancia inaspettatamente.
Mi siedo e lo vedo guardarmi sorpreso ma senza dire una parola.
"Che c'è il gatto ti ha mangiato la lingua?" dico iniziando a posare i libri e la piuma sul banco.
Lo guardo ma non si decide a dire una parola.
"Sei sicuro di stare bene?" chiedo preoccupata, è strano.
Il mio occhio cade su Mattheo che entra nella sala e si sedie di due posti avanti a noi.
Fulmina Colin con lo sguardo ma lui si limita ad abbassarlo quasi spaventato.
Lo sapevo.
"Dovevo intuirlo...ora mi sente" dico alzandomi e andando verso di lui.
Mi posiziono davanti a lui e sbatto i palmi sul suo banco infastidita.
"Devi mettere il tuo fottuto zampino ovunque non è così?" alza le spalle,
"Non so di cosa tu stia parlando" mi avvicino minacciosamente verso la sua direzione.
"Oh ma davvero? Non sai niente? Ti conviene sapere qualcosa o prendo Ethan che è seduto circa tre posti alla tua destra e me lo scopo davanti al tuo sguardo da santo"

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𝑹𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒂𝒎𝒊 𝒄𝒐𝒔𝒊 𝒄𝒐𝒎'𝒆𝒓𝒐
Fanfiction"𝑇𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑔𝑜 𝑓𝑎 𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑠𝑎 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑎, 𝑙𝑎𝑠𝑐𝑖𝑎𝑚𝑖 𝑎𝑛𝑑𝑎𝑟𝑒" "𝐸 𝑠𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑐𝑖 𝑟𝑖𝑢𝑠𝑐𝑖𝑠𝑠𝑖?" "𝐴𝑙𝑙𝑜𝑟𝑎 𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑎𝑚𝑖" ___________________________________________ 𝙰𝚃𝚃𝙴𝙽𝚉𝙸𝙾𝙽𝙴; ;𝚀𝚄𝙴𝚂𝚃𝙾 𝙴' 𝙸𝙻 𝙲�...