Capitolo 31

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«Adeline è stata la mia prima ed unica vera fidanzata...» le rivelò.
«Quel quadro di me, non l'ho fatto io, lo ha dipinto lei.
Quando stavamo ancora insieme...» il suo tono era diverso, non era serio, né triste, era perso. Perso tra i ricordi, perso tra quelle pennellate probabilmente.

«E la lettera?
Cioè se vuoi parlarmene... se non vuoi e pensi che ti farebbe stare peggio non importa.» maledì la propria curiosità irruenta.
Jade tentennò. Strinse le labbra, pensando attentamente a cosa dire.
«Me l'ha data prima di... lasciarmi e partire...
Non ho mai voluto leggerla.
Mi ero dimenticata della sua esistenza.» spiegò pronunciando quelle parole come una macchina, come se non ne capisse a pieno il significato.

Valentine notò la difficoltà di West nell'aprirsi, sembrava svuotarsi e dissolvere nell'apatia, nella piattezzas grigia.
Turbata decise di cambiare discorso.
Annuì tra sé e sé di risposta, cercando qualcosa per cambiare argomento e ridarle il buon umore.

«Jade... ma io non li ho fatti i compiti per domani.
Non mi metti una nota, vero?» trovò finalmente di cosa parlare.
«Beh, io non ne sarei tanto sicura...
Potrei darti qualche, mh... compito di punizione.» il suo meraviglioso ghigno di perversione tornò al proprio posto.

'Magari...' pensò tra sé e sé l'alunna, contemplando l'allegra dell'insegnante.

*

Jade si sedette sul tronco di un albero spezzato.
Sfiorò con i polpastrelli il muschio verde cresciuto sul legno, provò un leggero piacere al contatto morbido.
Alzò il viso al cielo, chiudendo gli occhi.
Si concentrò sul dolce rumore dello sgorgare del fiume, poco più avanti a lei.
Se avesse aperto gli occhi avrebbe potuto vedere la luce del sole riflettere sul quel dorso limpido, e se avesse fatto molto attenzione  avrebbe potuto notare i pesciolini attraverso l'acqua limpida. Avrebbe potuto seguirli con lo sguardo fino a perderli nel fondo blu notte, irraggiungibile.

Ma Jade continuò a tenere gli occhi chiusi, godendosi il calore del sole che le scaldava la pelle bianca.
Percepí la brezza portarle in viso le microscopiche gocce, che saltavano sui massi del corso d'acqua.
Fece un respiro profondo, riempiendosi i polmoni. Ascoltò il suono dell'aria che usciva dalle proprie narici.

Nessuno alla vista di una scena tanto pacifica avrebbe potuto immaginare, quanto tutta quella serenità le stesse distruggendo.

*

Finalmente Jack era tornato!
I giorni di sospensione erano passati, a Kat pareva di non vedere il ragazzo da un'eternità.
Mancava solo un'ora all'intervallo, poi avrebbe potuto stringerlo tra le proprie braccia e ridere insieme a lui.

Si rallegró alla notizia che la Prof fosse assente.  Quindi quell'ora sarebbe passata senza spiegazioni noiosissime, e fortunatamente, i suoi compagni sembravano troppo presi a vantarsi delle loro imprese da cerebrolesi. Tese un orecchio.
«Sí, Fra! Minchia, la coca di Matt è la migliore.
L'altra sera abbiamo dato fuoco alla cassetta della posto del vecchio di merda, sì quello stronzo! Eravamo troppo in botta, Fra!» risero.

Katherine si sentì in imbarazzo per loro.
«Coglioni...» borbottò tra sé e sé strappando un foglio dal block notes.
Impugnando la matita, si preparò a farsi i fatti proprio tra qualche scarabocchio.

La supplente con una pila traballante di libri entrò in classe.
«B-Buongiorno ragazzi...» approcció con la classe, che la guardò un secondo per poi tornare ad ignorarla.

Katherine incuriosita dalla giovane età dell'insegnante si prese un attimo per osservarla.
Era una donna giovane, dai capelli rossi, più castani dei suoi color tramonto.
La sua espressione insicura le fece capire fosse alle prime armi. Probabilmente era nuova. Trovò fosse molto bella, di un genere di bellezza meno evidente, ma che se messo in risalto avrebbe attirato l'attenzione di tutti.
Era slanciata, abbastanza alta e con gambe lunghe e magre da far invidia ad una modella. Con imbarazzo Kat apprezzó anche il suo seno, fasciato nel maglioncino verde scuro a maniche lunghe.

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