Capitolo 39

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Non poteva credere a quello che Jade stava facendo, ma per quanto potesse non crederci, l'angolo che spingeva tra le sue gambe prese a vibrare. Valentine d'istinto si alzò sulle punte, tirando su il busto.
Contrariata, West la spinse a pancia in giù sulla lavatrice, lasciando che il suo corpo, in bilico, venisse scosso dalle vibrazioni.

Lo schiocco di una sculacciata. La mano rossa sulla natica della ragazza. Un'altra più insistente le strappò un urlo.
«Ferma!» ordinò West. Fece un respiro profondo, in preda all'ossessione del controllo.

L'alunna sentì i capezzoli indurirsi contro la superficie vibrante.

«Mh, dimmi... come ti senti, piccola?» senza darle tempo per rispondere, cercò la risposta da sola. Accarezzandole le natiche, tirò gli slip facendoli scivolare nella fessura.
Abbassò lo sguardo sulle natiche scoperte della sua Valentine. Deliziata inspirò accogliendo una scarica di eccitazione e dominio.

Delicatamente il suo dito scivoló sulla schiena, tra i ciuffi rossi, in basso, sopra le fossette di venere, tra le sue natiche. Fino ad arrivare al tesoro proibito, appoggiandosi alle sue labbra raccolte dagli slip bagnati dell'alunna. La sua mano vibrava, schiacciata tra la lavatrice e l'intimità della ragazza. La sentiva calda e bagnata.

Mosse le dita, armeggiando con la lussuria. I loro battiti accelerarono. Valentine singhiozzò eccitata.
«Io...» istintivamente alzò il bacino assecondando le fitte di goduria. Il piacere le allagó il sesso.
West compiaciuta della spaccatura sugli slip, sfilò la mano. Si curò di spingere l'intimità della ragazzina contro l'angolo. Voleva che Kat impazzisse di piacere. E così fece.

Valentine, in punta dei piedi, sentiva le vibrazioni pesare direttamente sul suo clitoride. Sollecitando i nervi ad ogni sussulto. Ansimò, gemendo parole incomprensibili tra i denti. Spezzate dalla vergogna. Con il piacere in gola respirava a malapena. Tremava, succube del calore, delle attenzioni della sua insegnante ad accarezzarle i fianchi, e morderle il collo.

«Mh… molto carino.»
Prendendole i fianchi fece pressione. L'angolo spinse sul tessuto bagnato, manifestando nuove onde bollenti nel suo ventre.
Kat singhiozzó in preda alla disperazione, perdendosi nel caos della propria colpa.
West rise e si bagnò per il proprio potere.
«Godi troppo, eh?
Ma se devo ancora fotterti...» le sussurrò china su di lei.
Le sue unghie le accarezzarono l'inguine.

«È... è troppo...ah, io...ah!» ansimò.
«Troppo? Ma no, che dici...» la Prof avvicinò il bacino al suo sedere. Godendo della vista delle natiche scoperte. Il calore del corpo dell'alunna toccò il suo pube. Lo sfregò piano. Un brivido la passò. Passò entrambe.
Afferrò saldamente i fianchi nudi, tremolanti. Sistemando a pancia in giù il suo bocconcino, le ammirò il culo, ora interamente visibile.

Appoggiò il proprio pube. Valentine la sentì spingere contro la sua entrata. Poi un colpo netto. Uggioló per l'eccitazione. Una scarica la allagó. Sentiva il dominio di West su di sé, sentiva il bisogno di essere presa da dietro, e la propria vergogna soddisfare il masochismo intrinseco.
«So che puoi fare di meglio...
Avanti, Amore...» sibilò con perversione quell'ultima parola. Un sorrisetto arrogante e la presa ai fianchi spinse nella carne.
Passò solo un'istante prima che il leggero corpo di Katherine venisse montato aggressivamente.

Jade West sentiva il piacere espandersi. Nonostante il suo corpo venisse parzialmente toccato, sotto i vestiti. Le urla di Katherine e il suo culo nelle mani, la riempiva di un piacere ed erotismo ben più grande. Il fondoschiena soffice della sua alunna le sbatteva contro, la dirigeva, consapevole del piacere a cui era esposta la sua schiavetta, bloccata tra la lavatrice e la sua voglia.

I colpi in crescendo, rapidi ed intensi. Toglievano il respiro donandolo alle urla e suoni che ripagavano la sua fatica.
La Prof sorrise; sarebbe potuta venire solo per quello spettacolo. Solo per il piacere di fottersi Valentine sulla lavatrice di casa sua.
«Adoro. Fottere.» ghignò tra i denti.
Due colpi netti costrinsero Kat ad afferrare i bordi per tenersi.
«Le. Cagnette. Come. Te.» le bisbigliò all'orecchio prima di far scivolare una mano dentro agli slip. Non l'aveva mai trovata tanto bagnata.

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