Capitolo 6

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Lo sguardo di West furioso avrebbe spaventato anche lo studente migliore. Le labbra serrate dalla rabbia, come i suoi pugni. Fece un respiro profondo per calmare la propria ira.
Alla rossa venne la pelle d'oca appena i loro occhi si incrociarono.

«Valentine Katherine, sei in punizione. 
Finite le lezioni rimarrai un'ora in più a scuola...» ordinó in tono glaciale, facendo rabbrividire l'intera classe.
«con me.» aggiunse, marcando quelle parole con uno sguardo omicida.

Le si avvicinò.
 «Preparati a soffrire.» sussurrò a denti stretti, impercettibile.

L'alunna rabbrividì.
Il cuore batteva a mille nel suo piccolo corpo.
Si rese conto di cosa aveva fatto. Di quanto fosse stata folle e stupida ad agire così. Lo sconforto cadde su di lei.
Era stata coraggiosa, ma davanti a tutti le sue ragioni non contavano, davanti a tutti lei era una studentessa qualunque,  con una pessima media, che trovandosi alla lavagna senza parole, aveva urlato contro l'insegnante.
Deglutì per trattenere le lacrime di sforzo e terrore, che, realizzando le possibili conseguenze, si facevano pesanti sotto le sue palpebre.
Il viso basso, lo sguardo fisso a terra.

*driin*

'Ti amo campanella che mi salvi il culo ogni cazzo di volta!' pensò Kat prima di correre, o meglio, teletrasportarsi in bagno.

Si precipitò nel solito stanzino in fondo, chiudendosi a chiave.
Era l'unico posto che conosceva abbastanza da sentirsi al sicuro. Erano le uniche pareti che la vedevano per ciò che era, che la tenevano al sicuro. La proteggevano dagli sguardi, e le parole di scherno, la nascondevano da tutta quella pressione, accettandola con le sue lacrime.
Appoggió la schiena alla parete abbracciando le proprie ginocchia.

Riprese fiato.
«Oh mio dio...
Che cazzo ho fatto!?» esclamò Katherine realizzando il tutto.
Non sapeva se piangere o ridere.
Quello che aveva fatto era stato... wow! Non poteva crederci!
Aveva avuto la forza di aprire bocca e... porca puttana!

Porca puttana, ora era nella merda!
Da sola, con la Prof, che gliel'avrebbe fatta sicuramente pagare.

Ecco il terrore farsi strada rivoltandole lo stomaco.

Un'ora intera. 
Avrebbe sopportato un'ora intera?
Cosa le avrebbe fatto? L'avrebbe aggredita? Insultatata? Molestata di nuovo? Di sicuro una possibilità c'era..
La possibilità di essere usata ancora.
Usata come un oggetto. Consumata per divertimento.
Quello, dopo le cose che aveva detto, era quasi certo.

Le lacrime le offuscarono la vista delle mattonelle bianche, di quello stanzino due metri per due.
Odiava quelle lacrime.
Le scendevano sempre troppo facilmente, sempre troppo in fretta, e non capiva come non potessero finire, semplicemente prosciugandosi.

Il pensiero di stare ancora sola con l'insegnante le schiacciava lo stomaco.
Cosa avrebbe fatto? Come si sarebbe difesa? Si sarebbe difesa? 
Non ne aveva idea…

Il ricordo del soffitto della propria classe, e la schiena pesante sulla cattedra. Il senso di vuoto, di essere solo un oggetto appoggiato e dimenticato lì. Una fitta dolorosa fece scendere più lacrime.
Voleva davvero subire di nuovo quell'inferno?
La paura e il dolore del ricordo nutrirono la sua disperazione.
Non lo avrebbe permesso. Ci avrebbe litigato, si sarebbe difesa con tutte le proprie armi e non le avrebbe permesso di toccarla!

O almeno ci avrebbe provato…

*

Quella mocciosa, come si era permessa di dire quelle cose davanti a tutta la classe? Di provare ad umiliarla così di fronte al resto degli alunni?
Le dava sui nervi quel suo comportamento ribelle. 
Era semplicemente inaccettabile. Inaccettabile per i propri scopi, ma soprattutto per l'immagine che la classe doveva avere di lei.
L'avrebbe rimessa in riga.
Jade avrebbe avuto la propria vendetta. Poco ma sicuro.
'E che vendetta...' sorrise maliziosamente.

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