Dangerous Teacher I Manipolazione

Capitolo 9

A Jade aveva fatto piacere vedere Katherine sorridere.
Non poteva non pensarci… Che fosse segno di debolezza?
Questa "cosa" non doveva cambiare i suoi piani, e poi, da quando Jade West si affezionava alle proprie cavie? Probabilmente si stava sbagliando, e nel caso avrebbe soppresso i propri sentimenti, dato che non era nei suoi piani trattarla coi guanti.

Ma solitamente il proprio sadismo patologico faceva si che vederla stare male a causa sua la eccitasse, ed era un'emozione tanto intensa da sovrastare tutte le altre.
Così accantonò il pensiero senza farsene un problema. 
'Sarà che è semplicemente carina quando sorride.' si diede una spiegazione, mentre guardava il soffitto, accomodata nel proprio ruolo con le gambe distese sulla cattedra.

Gli alunni stavano controllando le loro verifiche.
West di tanto in tanto controllava Katherine. 
Quell'espressione felice era durata ben poco sul suo bel visino.
Ora sembrava essersi ricordata di odiarla, così di tanto in tanto, Jade incrociava il suo sguardo adirato, ben lontano dall’essere minaccioso.
'Aw, la piccola deve tenermi il broncio perché ho fatto fuori il suo amichetto.' 

«Valentine, c'è qualche problema?»
la punzecchiò Jade di proposito .
La ragazza abbassò la testa sul foglio della verifica, che la accoglieva con un chiaro 3 scritto in biro rossa.
«No.» rispose gelida.
«Comunque, mi spiace per quello che ti è successo ieri... 
Non devi ringraziarmi per averti difesa da quel pervertito.» trattenne una risata a stento, mantenendo il tono serio e preoccupato.

I compagni incuriositi la guardarono, e poco dopo il chiacchiericcio si diffuse portando il suo nome.
«Stia tranquilla, non lo farò.» rispose Kat a denti stretti, sentendo una morsa al cuore per tutti quelli sguardi su di lei. Si poteva notare bene la rabbia crescere sul volto, e la sua gamba incontrollata agitarsi sotto al banco. 

'Chissà qual’è il suo limite' si chiese West curiosa di scoprirlo.
«Sai non sopporto chi fa del male alle ragazzine indifese, è inaccettabile, non trovi?» si morse il labbro per non scoppiare a ridere. Recitare davanti alla classe era uno dei suoi hobby preferiti.

Kat tremava dalla rabbia.
I compagni continuavano a chiedersi cosa fosse successo.
«Anche se forse è anche colpa tua… forse ti è piaciuto?
Dopotutto le ragazze che abbaiano si riconoscono.»
Ed ecco il commento bastardo che fece scatenare gli sghignazzamenti in classe, mentre Jade alludeva alle loro interessanti vicende.
'Ouch. Chissà quanto le avrà fatto male...'

Kat piú che incazzata, non poteva credere di aver sentito quelle parole.
Jade le aveva appena dato della cagna, e le aveva dato la colpa di quel che le aveva fatto.
Gli occhi le si riempirono di lacrime, non tanto per l'insulto, quanto per la rabbia.
L’alunna fece un lungo respiro per trattenersi, coprendosi la faccia con le mani sussurrò, 
«Potrei risponderle la stessa cosa.» accennó ad un sorriso esasperato.

I compagni si zittirono, lasciando che il silenzio inghiottisse la classe e la tensione soffocasse l’aria.
Jade inarcò le sopracciglia.
«Cosa staresti insinuando, Valentine?» controbattè seria.
«Oh niente, solo la realtà…» rispose sull’orlo, sopprimendo una risatina isterica.

La professoressa non si aspettava di riuscire davvero a farla incazzare, ma meglio così...
Ora agli occhi dei compagni avrebbe avuto una ragione in piú per tormentarla.
«E sarebbe?» si leccò un labbro impaziente di vederla esplodere.
«Che lei è una puttana!» scoppió Kat ad alta voce, fuori di sé. Esasperata ed incapace di sopportare altro. Puntò i propri occhi d’odio in quelli dell’insegnante, disprezzandola con ogni energia.

La professoressa scoppiò a ridere, con gran sorpresa dei compagni e di Kat.
La sua risata risuonava nel silenzio dell’aula come un terribile presagio.
Jade profondamente divertita, non poteva che trovare tenero quello sguardo minaccioso, le ricordava un cucciolo che cerca disperatamente di difendersi.
«Che cazzo ride! Ha finito?» le sbottò contro Valentine alzandosi in piedi. Sentendo l’impotenza rimbombare insieme a quella risata nelle sue orecchie.