Capitolo 38

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«No...» sussurrò Kat.
Gli occhi bruciavano. Non voleva piangere.
Si guardò le mani, sentendosi distante dal proprio corpo. Era come se l'intero mondo le fosse precipitato sulle spalle.
Non poteva respirare, non poteva credere a tutto quello.
Pensare di essere un esperimento, di essere buttata via così.
Si sentì terribilmente dispiaciuta per la professoressa Violet, ma non riusciva, non voleva credere che tutto quello fosse ciò che l'attendeva.

«A me dispiace, dispiace tantissimo.
È terribile, Prof…
Non lo so, mi fa star male solo pensare...» ingoió un boccone amaro.
Desideró di mancare di empatia, ma purtroppo immaginava fin troppo bene le emozioni che Violet poteva provare.

«Ma sono passati cinque anni... e non possiamo essere certe che sia così.
Insomma lei è cresciuta, e anche Jade deve esserla. Eravate giovani entrambe...
Non è più così. Sono sicura.
È diverso… Con me non è così.
È tutto diverso. È sincera, non mi illude...»
Valentine provò invidia e si sentì in colpa, e poi confusa.

Erika era stata davvero fidanzata con West, al contrario suo.
Le aveva detto ti amo. Come poteva Jade non averle raccontato nulla?
Si rispose da sola. Perché era tutto finto.
Come aveva potuto Jade fingere tanto? Era stata terribile con la Prof Violet.
Capiva perché Erika si preoccupasse tanto, ma non doveva per forza essere così.

Il cervello di Kat correva alla ricerca di un'ancora.
'Se fosse così allora fingerebbe di amarmi.
Se fosse un esperimento anche con me allora avrebbe finto di amarmi come ha fatto con Violet. Invece è sincera. Per quanto sia stronza, è sempre chiara e sincera.
Forse ha smesso con gli esperimenti, ed ora si vive solo quel che capita…' si rassicurò alla ricerca di risposte logiche.

«È passato tanto tempo, anche West sarà cambiata. Si sarà resa conto della follia della cosa crescendo. Non possiamo, non può saperlo per certo.»  non si accorse nemmeno della propria voce strozzata dal bruciore che le seccava la gola.

«Valentine...» Erika rimase in silenzio riflettendo.
Quel che diceva Kat poteva essere vero, ma il problema in sé era che l'alunna non voleva affrontare la realtà. Leggeva la negazione sul suo volto, tra le sue scuse bisbigliate. Vedeva se stessa, e Jade che l'abbracciava dandole una bugia a cui aggrapparsi.
Non voleva essere brusca, sapeva quanto fosse difficile per la ragazzina.
«Oh ma che cazzo!» si passò una mano sulla faccia, senza trovare parole delicate. Esasperata dal veleno di West che le intorpidiva.

«Senti, a me... a me dispiace.
Ma sappiamo entrambe che stai cercando una scusa per non credere a queste cose.
L'ho fatto anche io. A volte rischio di farlo ancora. Sei convinta di amarla e che non ci sia niente di più bello, ma non è reale.
So come ti senti.» le si avvicinò.

Kat venne ferita bruscamente da quelle parole. Non era pronta ad ascoltarle. Erano come coltelli che le si conficcavano nella schiena.
Perché doveva per forza affrontare tutto quel dolore? Perché la Prof Violet voleva farle male?
Non sarebbe stato meglio lasciarla alla propria stupida speranza, ai propri stupidi sogni?
Perché non poteva lasciarla stare, lasciarle vivere le sue emozioni, la sua favola?

«Non può sapere se il mio amore è reale.
Non sa niente di me e West.» la guardò ferita. Come un animale in trappola, spaventato dalla verità.
Stava odiando, la stava odiando troppo.
Anzi no, non era Erika che stava odiando.
Stava odiando se stessa.

Odiava sentire la paura di perdere West formicolare lungo la spina dorsale.
Odiava la paura di accettare che quella fosse la verità.
Odiava aver tanta paura, sentirsi debole, sentirsi strappata dalle proprie rassicuranti illusioni.

Strinse i denti quando sentì gli occhi bruciare. Non voleva piangere, non davanti ad un'altra persona.

West aveva ragione.
Le sembrava lontanissimo quel ricordo, il suono di quelle parole riecheggiò nella sua mente.
Piangere è un momento di debolezza e mostrarsi debole al nemico è stupido.
Dopo essere crollata davanti a Jack e aver ricevuto solo uno sguardo glaciale, capace di trapassare il cuore, non aveva più intenzione di esporsi tanto.

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