Capitolo 2

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Jade non poteva essere più felice. 
Allora aveva intuito bene... la ragazzina era lesbica. Ora si spiegava il suo atteggiamento.
'È fin troppo facile così!' sorrise prevedendo la propria vittoria.

Guardò Katherine alla lavagna.
I compagni continuavano a ridere, lei stava tremando. Tremava, come una foglia colpita dal vento. Non si sarebbe stupita di vederla scoppiare a piangere da un momento all'altro.
'Povera bambina.' pensò divertita da quella situazione. 

Non provava alcuna empatia, ma non era colpa di quella ragazza.
Non era mai stata capace di sentirsi dispiaciuta per qualcuno, ad eccezione di se stessa. 
Per qualche ragione, da sempre, il dolore umano la affascinava, soprattutto se osservato da vicino.

Trovava incredibile il modo in cui scintillava negli occhi che si riempivano di lacrime, l'intensità con cui veniva esposto alla luce.
Jade era ossessionata dalla sofferenza.

Ma in quella situazione, non le andava giù che i compagni facessero piangere quella ragazzina. Non le andava proprio giù che fossero i suoi compagni a farla piangere e non lei...
Inoltre, come poteva non odiare quelle teste di cazzo omofobe? Erano semplicemente patetici.

«Tu, ragazzino. 
Ah, anche tu...» indicò gli alunni che avevano fatto quelle battute.
«Nota. Datemi il libretto.» ordinò, guardando con la coda dell'occhio la ragazza che a malapena tratteneva le lacrime.

«Ma Professoressa, non è giusto!
La sta prendendo in giro anche lei! » protestò il ragazzo in cerca di scuse.
«Uh, tu non hai proprio capito, eh?» quella domanda retorica scaturì calma dal falso sorriso di Jade.
«Chi è la Prof? Io.» si rispose, senza dare spazio al silenzio, alzando il tono di voce.
«E io faccio quel che voglio!
Mentre voi, cretini che non siete altro, in mia presenza dovete chiudere quelle cazzo di bocche. 
È chiaro?» sorrise poi, ricomponendosi.

I ragazzi ammutoliti consegnarono i libretti. Jade sorrise fulminandoli con lo sguardo.
Segnó le note con la motivazione: "Lo studente aggredisce verbalmente una sua compagna, dimostrando l'intelligenza di un bambino dell'asilo. 
Inoltre non sembra abbastanza sveglio per seguire le indicazioni della professoressa."

Con un sorriso bastardo sul volto riconsegnò i libretti. 
'Cristo, quanti due prenderanno sti coglioni… Mi stanno proprio sul cazzo.'

*Driiin*
La campanella suonò la fine dell'ora.

La Professoressa sospirò soddisfatta. 'Beh, sembra proprio un ottimo inizio.'
Ricordandosi improvvisamente della presenza di Katherine alla lavagna, si girò verso di lei.
La ragazzina era ancora lì, stava per correre fuori quando l'insegnante la fermò, afferrandole il polso.

«Oh no, cara, non mi scappi così. Non credere di farmi pena per la tua ignoranza. 
Pff, che ragazzina inutile.» commentò sbuffando apatica.
Quando la guardò negli occhi rimase di nuovo affascinata da quel velo di lacrime.
Sul suo viso tondo e delicato, il dolore aveva un ottimo aspetto.
Era davvero tenera.
La sua voce si addolcì.
«Quindi sappi che domani non mi scappi.» marcó le ultime parole con nota perversa.
«Ora puoi andare… invertita.» le lasciò il polso ridendo.

Kat corse fuori dalla classe, corse fino ai bagni. Entrata si chiuse dentro a chiave. Si sedette per terra, rannicchiandosi sul pavimento freddo. Il gelo le diede i brividi.
Lasciò uscire tutte quelle lacrime.
Scesero silenziose rigandole le guance. Cadevano come lei; senza farsi sentire.

Quasi non riusciva a crederci.
Come se la sua vita non fosse stata abbastanza deprimente senza quell'insegnante.
Era così... così stronza!
Superava i limiti del normale.
Di certo avrebbe fatto invidia a Satana.

Come poteva sfotterla davanti a tutti? 
Perché certi professori si permettevano di trattare così gli alunni?
Per Katherime era incomprensibile, non capiva come maltrattare qualcuno potesse essere piacevole.
Non capiva come i suoi compagni, la sua professoressa godessero nel distruggerla in pezzi.
Come poteva l'essere umano essere così sadico? A quale scopo?

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