Olivia ha deciso di passare da me per vedere finalmente la casa finita, quindi senza alcun tipo di preavviso si è presentata alla mia porta e ora sta fumando il mio blunt seduta sul mio balcone.
"Sta attenta a non spargere la cenere per terra, ho appena pulito", la ammonisco in tono severo, avvicinandole una noce di cocco che utilizzo come posacenere.
"Non iniziare a fare la casalinga isterica adesso".
Roteo gli occhi all'indietro e le rubo la canna dalla dita, facendo un tiro profondo e riempiendomi i polmoni.
"Ti ricordi dei tizi contro cui ho sclerato giorni fa?", le chiedo distrattamente giusto per parlare di qualcosa, mentre mi diverto a creare dei cerchi con il fumo che espiro.
Vedo Liv sollevare di scatto la testa e portare dietro le orecchie i suoi boccoli biondi, mostrandosi decisamente interessata all'argomento: "Sì e ancora non mi spiego perchè tu abbia fatto una scenata del genere a dei ragazzi così carini".
Io scoppio a ridere attorcigliandomi i capelli corvini sulla punta dell'indice: "Ma se nemmeno li hai visti!"
"Mentre tu facevi la pazza, ho sbirciato tutto dalla finestra della camera. Avrei voluto fermarti ma non volevo che pensassero che anche io fossi pazza quanto te, quindi ti ho lasciata fare". Solleva le spalle e scuote la testa in modo ironico, tenendo gli occhi fissi sull'orizzonte davanti a noi.
Le tiro una leggera gomitata sulle costole senza farle male, poi riprendo il filo del discorso: "Stamattina ho incontrato uno di quei tizi nell'alimentari sotto casa, quello con la videocamera. Hai presente?"
Liv ha una reazione decisamente inaspettata: sgrana gli occhi e spalanca leggermente la bocca per la sorpresa. Si mostra eccitata dal mio racconto e capisco subito che sì, ha decisamente presente il soggetto a cui mi sto riferendo perchè è interessata a quel tizio. Ha sempre avuto un debole per i ragazzi carini ma dall'aspetto poco raccomandabile e lui in effetti ha esattamente queste caratteristiche.
"Si chiama Nate e, a quanto pare, vive qui vicino, a tipo tre case di distanza da me", dico mantenendo un tono distaccato, in netto contrasto con il suo entusiasmo. Aggiungo poi un particolare che però mi pento subito di rivelarle: "Comunque sia, per scusarsi del comportamento suo e dei suoi amici, mi ha invitato ad una festa domani sera".
Olivia spalanca ancora di più gli occhi e il suo sorriso diventa ancora più ampio: "Indovina chi scopa domani sera?", chiede in maniera retorica, puntando i suoi stessi pollici verso il suo petto.
Non posso fare a meno di scoppiare a ridere per la sua solita esuberanza e per poco non mi strozzo con il fumo della canna: "Non ci pensare nemmeno, non ci andiamo a quella festa".
"JJ, non essere la solita rompipalle", mi ammonisce in tono severo, riprendendosi il blunt e facendo un tiro.
"No".
"Jessica Jane".
Solo mia madre usa il mio nome completo, che tra l'altro odio, e fatico a trattenere le risate nel sentire Liv chiamarmi in quel modo.
"Ci sarà anche quel suo amico idiota e hai sentito anche tu in che modo mi ha parlato. Non ho intenzione di incontrarlo ancora!". Cerco di spiegarle il motivo del mio rifiuto categorico, ma lei non sembra disposta ad accettare un no.
"Quello tutto tatuato con i capelli rosa? Era carino".
In tutta risposta scuoto la testa e sospiro. Mentirei a me stessa se dicessi che non aveva catturato subito la mia attenzione: non appena mi ero affacciata al balcone i miei occhi si erano incollati su quel mingherlino tatuato che molleggiava a ritmo. Nonostante fossi dannatamente irritata dal suo comportamento irriverente e strafottente, quel ragazzo aveva qualcosa di particolare che mi aveva intrigato e il motivo non era il suo look eccentrico, c'era qualcosa in più, sebbene non saprei dire cosa esattamente, dato che si era comportato da autentico deficiente con me.
"Non mi va di rivederli", ripeto scuotendo la testa.
Mi basta guardare la mia amica negli occhi per capire che non ha alcuna intenzione di cedere, so già che ha diversi colpi in canna per cercare di convincermi a presentarci alla festa di domani: "JJ, ti sei trasferita da tipo dieci giorni e non sei ancora praticamente uscita di casa, non conosci nessuno eccetto me e hai visto a malapena la città. In più, nella mia lista delle cose da fare c'è proprio quel Nate, quindi..."
Scoppio a ridere e mi dirigo in cucina per prendere uno snack. Nel tentativo di distrarla le offro delle patatine; ma lei continua a punzecchiarmi: "Ti prego, fallo per me".
Continua a ronzarmi attorno ed a tormentarmi per tutto il pomeriggio con questa storia, finché non mi vedo costretta a cedere solo per farla smettere: "D'accordo, hai vinto! Andremo a quella stupida festa, ma decido io quando andarcene!"

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LET ME BLEED // LIL PEEP
Teen Fiction"Quando siamo soli dice di volermi e mi mangia letteralmente con gli occhi, mentre di fronte agli altri si diverte a sminuirmi ed umiliarmi. Chi cazzo crede di essere? (...) Vuole giocare con me? Va bene, ma da adesso in poi le regole le faccio io."...