"JJ, guarda questo! Dovresti davvero provarlo, ti starebbe benissimo".
Senza neanche guardare il cartellino, Bexey mi indica uno degli abiti appesi all'interno del negozio: è in raso nero, ha un profondo scollo a V sulla schiena e delle spalline sottilissime, tempestate di brillantini argento.
"Rimettilo a posto", lo intimo senza neanche pensare di toccarlo: "Siamo da Prada, cazzo! Non posso permettermi di comprare neanche la zip di quel vestito".
Lui scoppia a ridere divertito dal mio evidente imbarazzo: "Voglio regalartelo. Dai, provalo".
"Bex, scordatelo", mi impongo scuotendo la testa e incrociando le braccia al petto: "È troppo".
Stamattina George si è svegliato con un grosso accredito sul suo conto corrente: tutte le serate in cui si è esibito ultimamente gli hanno fruttato degli ottimi guadagni, quindi ha insistito per uscire a festeggiare con dello shopping a Rodeo Drive, una delle vie di Beverly Hills in cui si trovano solo negozi di lusso. Abbiamo fatto tappa in praticamente ogni boutique presente sulla strada e lui non si è limitato in alcun modo con gli acquisti; non ho idea di quanto abbia speso finora per sé, ma credo che la cifra preveda fin troppi zeri.
"Okay, facciamo un gioco allora", mi dice rimettendo a posto il vestito. Getta uno sguardo veloce all'orologio che ha sul polso e poi solleva lo sguardo su di me, con un ghigno furbo sul viso: "Ora ho un appuntamento con Dylan in studio per registrare e devo andare, ma stasera voglio portarti a cena fuori in un posto speciale, quindi hai bisogno di qualcosa di carino da indossare".
"Bex, ho centinaia di vestiti nel mio arm...", cerco di controbattere ma lui mi blocca alla svelta. Sfodera la sua carta di credito dal portafoglio e me la porge con un sorriso stampato in faccia.
"Prendila, comprati ciò che vuoi. Scegli quello che ti piace, spendi quanto ritieni più opportuno, non hai alcun tipo di limite".
Mi lascia la sua carta nel palmo della mano e mi stampa un bacio sulle labbra: "Passo a prenderti alle otto, okay? So che sarai bellissima".
Non mi lascia neanche il tempo di realizzare quanto mi ha appena detto, che George esce alla svelta da Prada, imbracciando le decine di borse contenenti il suo ingente bottino della giornata e lasciandomi spiazzata dentro a quel negozio.
Mi riprendo alla svelta dallo stato di confusione momentanea che la sua proposta mi ha causato ed esco anche io di fretta dallo store, cerco di raggiungerlo per restituirgli la carta di credito ma è troppo tardi, perché lo vedo sparire dentro ad un taxi giallo.
Metto al sicuro la tessera nella borsa con uno sbuffo e mi guardo attorno spaesata. Mi sento totalmente a disagio in questo quartiere di lusso, mi sembra di essere la persona più fuori luogo dell'universo: sono ore che sopporto gli sguardi dall'alto in basso della gente e le occhiatacce dei commessi all'interno dei negozi. Mentre io ho vissuto la mattinata nell'imbarazzo costante, Bexey invece sembrava divertito dal fatto di sapere di essere un pesce fuor d'acqua e si autocompiaceva nel vedere gli altri sorpresi che potesse effettivamente permettersi di spendere tutti quei soldi in vestiti e scarpe.
Se George ci tiene tanto a farmi questo regalo va bene, lo farò felice e mi comprerò qualcosa per stupirlo stasera, ma di certo non darò fondo alla sua carta a Rodeo Drive: non rientra proprio nella mia mentalità sperperare tanto denaro in cose futili. Inizio quindi ad incamminarmi verso la fine della strada, con l'idea di immettermi in una delle vie limitrofe e fare shopping in negozi alla mia portata.
Cammino tranquilla, finché ad un certo punto un taxi mi si accosta e si muove a passo a d'uomo. Presa dall'ansia, inizio ad accelerare finché il finestrino oscurato dei sedili posteriori si abbassa lentamente, rivelando il volto dei due passeggeri.
"Ehilà". Gus mi sorride mostrandomi il suo grillz in diamanti rosa e Tracy sventola una mano per aria. Chiedono quindi al taxista di fermarsi e pagano la corsa, lasciandogli anche un'abbondante mancia.
"Questo era letteralmente l'ultimo posto al mondo in cui pensavo di vederti", constata Tracy mentre la vettura da cui è appena sceso sgomma via: "Non credevo fossi una da shopping a Rodeo Drive".
"Infatti non lo sono, me ne stavo giusto andando via".
"Io voglio solo comprarmi delle fottute scarpe Gucci, è l'unica ragione per cui mi sono svegliato stamattina", dice Gus ridendo: "Vuoi accompagnarci?".
Non voglio fargli sapere che, tra un negozio e l'altro, qui ci ho già buttato l'intera mattinata con Bexey, quindi trovo un'altra scusa: "No, odio questo posto e tutti questi ricchi del cazzo che spendono tre stipendi per una nuova giacca".
Scoppiano entrambi in una fragorosa risata, tanto che una signora che ci ha appena sorpassato si volta a guardarci male, con un'espressione quasi schifata, ma loro non sembrano nemmeno accorgersene.
"Io sono proprio uno di quelli che spende tre stipendi per una giacca!", ribatte Tracy divertito.
"Baby, sai che siamo in grado di farlo!", gli da corda Gus.
Se io e Bexey venivamo guardati dall'alto in basso, con Peep e Tracy è ancora peggio: hanno uno stile più appariscente e tutti i passanti li squadrano come se fossero dei fenomeni da baraccone, guardano le loro braccia piene di inchiostro colorato e sussultano quando si accorgono che i tatuaggi sono anche sui loro visi. Si soffermano sulle vistose collane di Tracy e sul fatto che stia indossando una sciarpa come se fosse una babushka; fissano Gus per le sue unghie smaltate di rosa e per bizzarri boots invernali di Louis Vuitton che indossa nonostante ci siano quaranta gradi.
"Però vi mimetizzate bene tra i ricconi di Beverly Hills", constato divertita.
"Sicura di non voler venire con noi?", insiste ancora Tracy.
"Mi piacerebbe, ma non posso. Devo andare a cercare un vestito per stasera".
Gus solleva le sopracciglia e mi sorride facendo brillare il suo grillz alla luce del sole: "Serata fuori con Bex?".
Mi limito ad annuire, un po' a disagio per l'argomento in cui siamo finiti. È vero che siamo rimasti amici, ma sapere che gli piaccio rende le cose strane, mi mette in imbarazzo parlare con lui della frequentazione che ho iniziato con uno dei suoi amici.
"JJ, allora sei nel cazzo di posto giusto per trovare il vestito perfetto!", esclama Tracy allargando le braccia per evidenziare la moltitudine di negozi che ci sono in giro.
"No, è George che insiste perché mi compri qualcosa, mi ha dato dei soldi ma non ho intenzione di spenderli qui. Venti dollari da H&M bastano e avanzano per un abito".
Entrambi i ragazzi sollevano le sopracciglia in un'espressione di sorpresa, ma il viso di Gus si contrae alla svelta in un sorriso finto: "Baby, sei una stupida a non approfittartene. Penso tu sia l'unica al mondo a non sfruttare un'occasione del genere".
Mi guarda in modo strano, è quasi come se voglia aggiungere altro ma si stia mordendo la lingua per non dire di più. Tracy interrompe il momento di silenzio e gli da una pacca sulla spalla: "Dai, Peep! Ora andiamo a comprarti quelle cazzo di scarpe!"
"Se non c'è il mio numero giuro che faccio un macello", mi dice sforzandosi di ridere: "Ci vediamo, passa una buona serata con Bex".
"Quando vuoi venire a trovarci a casa, sei sempre la benvenuta", mi saluta Tracy: "Ciao, JJ".
"Ci vediamo, ragazzi", ripeto a mia volta con un sorriso imbarazzato: "Buono shopping".
Li saluto sollevando una mano a mezz'aria, poi torno sui miei passi e torno a camminare verso il primo Forever21 della zona.
Per quale cazzo di ragione sento l'istinto di voltarmi e tornare indietro?
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LET ME BLEED // LIL PEEP
Teen Fiction"Quando siamo soli dice di volermi e mi mangia letteralmente con gli occhi, mentre di fronte agli altri si diverte a sminuirmi ed umiliarmi. Chi cazzo crede di essere? (...) Vuole giocare con me? Va bene, ma da adesso in poi le regole le faccio io."...