Cammino avanti e indietro per la casa a causa del nervosismo, macino chilometri vagando da una stanza all'altra come un fantasma. Sono tormentata dal senso di colpa e sono ancora più confusa di prima, non so quanto abbia fatto bene a lasciarmi andare con Gus, che, in questo momento, sgranocchia tranquillo delle patatine in cucina.
"JJ, ti vuoi fermare un secondo, cazzo?!", mi sgrida infastidito, dopo che, per l'ennesima volta, gli sfreccio davanti con la testa bassa, borbottando tra me e me frasi sconnesse.
"Peep, non puoi più restare qui", sbotto dal nulla: "Ho bisogno che tu te ne vada".
Non pensavo di essere il genere di ragazza che tradisce il proprio fidanzato, mi sono sempre reputata una persona corretta ed onesta e ho sempre disprezzato chi agisce di nascosto, ma a quanto pare sono proprio uno di quei vermi che ho sempre giudicato negativamente.
"Ormai è successo, che cazzo di senso ha cacciarmi adesso?", risponde tranquillo, come se non avessimo appena fatto qualcosa di male: "Avresti dovuto evitare di trattenermi prima, quando me ne stavo per tornare a casa mia ma hai insistito affinché rimassi qui a farti compagnia".
"Ti puoi levare dai coglioni e basta?".
In tutta risposta, lui solleva un sopracciglio e lancia il pacchetto di patatine semivuoto sul tavolo della cucina, alzandosi di scatto dalla sedia e facendola strisciare a terra. Mi guarda con un sorriso strano e gli occhi spenti mentre si avvicina di qualche passo a me: "Io posso anche andarmene, ma baby, non puoi cambiare le cose che sono successe. Mi sei saltata addosso e non è la prima volta che non riesci a resistermi, fatti un paio di domande su quello che c'è qua dentro", dice picchiettandosi la punta dell'indice sulla tempia.
"Saltata addosso? Non mi pare che tu ti sia tirato indietro", cerco di difendermi per non passare per la sgualdrina di turno. Dopotutto le cose si fanno sempre in due.
Lui si morde le labbra, guardandomi negli occhi: "La differenza è che io non ho paura di ammettere quello che voglio: non ho avuto problemi a farlo davanti a tutti, su quel palco, e sei vuoi posso ripetertelo anche adesso che mi piaci. Tu invece stai mentendo a te stessa, a Bex e anche a me. Pensi che non l'abbia capito che era tutta una scusa?".
"Di quale scusa stai parlando", aggrotto le sopracciglia e incrocio le braccia al petto, arretrando di un passo per allontanarmi da lui. In questo momento mi da fastidio averlo così vicino, mi mette a disagio perchè mi fa realizzare ogni secondo di più il casino che ho combinato.
Gus scoppia a ridere, scuotendo la testa quasi divertito dalla mia ingenuità: "Mi hai chiesto di aiutarti a capire quello che provi per Bexey e altre cazzate... beh, bel modo per valutare i sentimenti verso qualcuno! Avresti fatto prima a dire che l'ultima volta ti è piaciuto talmente tanto e che ti mancava il modo in cui so soddisfarti. Guarda che non c'è niente di male ad ammetterlo, tranquilla che ti avrei accontentata comunque: non ho bisogno di pretesti per stare con una ragazza, tanto meno con te".
"Fottiti", gli rispondo voltandomi di spalle per evitare di guardarlo in faccia: "Perché non mi lasci in pace e te ne vai?".
"JJ, ti stai nascondendo dietro ad un dito", ci tiene a farmi sapere mentre fa scattare la serratura della porta: "Hai in testa un'idea di te stessa che è completamente scollegata dalla realtà, ti piace immaginarti come la brava ragazza che desidera il principe azzurro e una relazione da favola, ma la verità è che sei diversa da così".
"Che cazzo ne sai di quello che voglio io?", gli rispondo nervosa, voltandomi di scatto verso di lui che ha già un piede fuori casa, sullo zerbino: "Non mi conosci".
Peep scoppia a ridere fragorosamente, come se avessi appena raccontato la barzelletta più divertente della storia: "Baby, mezz'ora fa era piuttosto evidente quello che volevi", constata passandosi la lingua tra le labbra. Poi, non ancora soddisfatto, continua a prendermi in giro con un ghigno divertito stampato in faccia: "In ogni caso, se avrai di nuovo bisogno di me per schiarirti le idee, non esitare a farmi un fischio. Coinvolgimi pure in tutti i tuoi dubbi, mi piace aiutarti a risolverli in questo modo".
Si richiude quindi la porta alle spalle con poca finezza, facendola sbattere rumorosamente. Non appena sparisce dalla mia vista, mi porto le mani sul viso coprendomi gli occhi e stropicciandomeli con vigore; quasi come se stessi cercando di risvegliarmi da questa sorta di sogno (o meglio, di incubo) in cui mi sono cacciata. Ma la bottiglia mezza vuota di Hennessy ed i due bicchieri abbandonanti sul tavolino del salotto mi ricordano che questa è la dura realtà ed io mi sono rivelata per la persona che mai avrei creduto di essere.
Mi lascio cadere a peso morto sul divano, allungando le gambe e affondando il volto nei cuscini. Perchè non appena sembra che le cose mi stiano andando sufficientemente bene, devo mettermi nei casini da sola? Per quale diavolo di motivo non sono capace di tenermi stretto un ragazzo che mi dimostra ogni singolo giorno di tenere a me, in ogni modo possibile?
Quando Gus si è presentato qui ero arrabbiata, triste, confusa e anche un po' alticcia, ma sapevo alla perfezione ciò che stavo facendo, ero consapevole che stessi tradendo il mio ragazzo; eppure in quel momento sentivo la necessità di fare appositamente qualcosa di sbagliato solamente per poter sentire qualcosa.
O forse ha ragione Peep e questa è una scusa che mi sono costruita in testa, perché in realtà in quell'istante non volevo nient'altro che lui?
Ma per lo meno ho capito che non è affatto come credevo, non mi manca nessun pezzo e non c'è nulla di "rotto" in me: il mio cuore e le mie emozioni funzionano normalmente perché quello che ho provato con Gus ne è la dimostrazione. Non era solo sesso, era qualcosa di più, e se ripenso alle sue mani sul mio corpo, sento ancora una morsa allo stomaco. C'era tutto: complicità, impeto, passione, smania, piacere, connessione mentale ed attrazione.
Non mi sono mai sentita in questo modo con nessun altro ragazzo e non sto parlando solo dell'essere soddisfatta fisicamente, ma di tutto il resto. Forse è vero che a me non manca alcun "pezzo", ma sicuramente alla mia relazione sì: tra me e Bex non è affatto la stessa cosa, tra noi non c'è la componente irrazionale, quella scintilla che ti fa perdere il lume della ragione e che ti travolge completamente, portandoti ad agire d'impeto, contro ogni logica.
Su una cosa Gus ha ragione, George incarna esattamente ciò che cercavo da un ragazzo: serenità, ordine e sicurezza. Eppure, a quanto pare, non basta per far scattare qualcosa dentro di me. Forse, se le circostanze fossero state diverse e l'avessi conosciuto prima, adesso saremmo la coppia più innamorata e felice di questo mondo, ma il fatto è che ho sempre avuto quell'inspiegabile pallino in testa, un'incomprensibile attrazione verso Peep che credevo di poter gestire ma, a questo punto, non so nemmeno che cazzo fare perché mi sembra quasi che Gus abbia preso il controllo della mia vita: tutto quello che faccio, di giusto o di sbagliato, dipende sempre in qualche modo da lui.
Per quanto ci abbia provato a controllarmi, ho fallito miseramente e nella maniera più viscida e schifosa possibile.
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LET ME BLEED // LIL PEEP
Teen Fiction"Quando siamo soli dice di volermi e mi mangia letteralmente con gli occhi, mentre di fronte agli altri si diverte a sminuirmi ed umiliarmi. Chi cazzo crede di essere? (...) Vuole giocare con me? Va bene, ma da adesso in poi le regole le faccio io."...