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Attraverso il parabrezza sporco, osservo incantata il cielo che si sta tingendo di timidi colori pastello: il rosa pallido si mischia con un arancione vivace e le nuvole creano dei giochi di luce spettacolari, con qualche sfumatura di un bel giallo canarino.

Dopo esserci rivestiti, io mi sono ributtata sul sedile dell'autista e mi sono accesa una sigaretta che non ho nemmeno fumato, ho lasciato che mi si consumasse tra le dita; Peep invece è rimasto praticamente immobile, ancora ansimante e con gli occhi semichiusi a godersi la brezza fresca delle sei di mattina.

"Ti riporto a casa?", gli domando timidamente per spezzare l'imbarazzante silenzio che è calato tra di noi.

Lui annuisce e rimetto in modo l'auto, diretta verso il suo appartamento; mentre Peep tiene gli occhi fissi fuori dal finestrino e la musica di The Weekend ci tiene compagnia per tutto il tragitto.

"Vuoi salire?", chiede con la sua solita calma una volta imboccata la via in cui vive: "Credo di avere ancora qualcosa in frigorifero per fare colazione".

A questo punto la cazzata l'ho fatta, quindi non ha più senso mantenere le famose distanze che mi ero ripromessa di tenere. Parcheggio l'auto e lo seguo fin dentro casa, dove Tracy sta giocando ai videogiochi in salotto. Non appena realizza che siamo noi due, volta la testa di scatto e ci fissa con gli occhi sgranati e un'espressione di autentica incredulità.

Vedo Gus roteare gli occhi al cielo, non credo si aspettasse di trovarlo qui: "Che ci fai ancora sveglio, bro?", gli domanda per cercare di sviare la domanda che Tracy ha sulla punta della lingua.

"In realtà sono tornato poco fa dalla festa di Nate, siete voi ad essere andati via presto". 

Peep apre il frigorifero e toglie una confezione di succo all'arancia, poi spulcia in una credenza e recupera un pacco di cookies al cioccolato. Mi fa accomodare quindi sul divano ma, dal momento che Tracy è seduto esattamente al centro, ci posizioniamo rispettivamente alla sua destra e alla sua sinistra. Mentre guardiamo la sua disastrosa missione in GTA, ci dividiamo i biscotti e il succo di frutta come se niente fosse, deridendolo per la sua incapacità di giocare a quel videogame. 

Chiacchieriamo tra di noi, ci fumiamo un joint e Tracy ci racconta di qualche aneddoto che è successo alla festa quando noi non eravamo presenti, mentre proviamo un paio di volte a testa a superare una missione particolarmente difficile.

Qualcuno però bussa alla porta e il suono delle nocche contro al legno mi riporta alla realtà, facendomi realizzare che sono qui da più di tre ore. Visto che Tracy ha il joystick in mano e che io sono un'ospite, è Peep ad alzarsi per andare a controllare di chi si tratta.

Lo guardo avvicinarsi alla porta e sbirciare attraverso lo spioncino. Esita per qualche istante, ma poi abbassa la maniglia facendo entrare in casa Layla. Lei ha addosso un vestito estivo in pizzo, abbinato con un paio di Dr. Martenes che fanno sembrare i suoi polpacci ancora più minuscoli di quanto già non siano; in testa porta gli stessi occhiali da sole che Gus aveva la notte in cui si è presentato improvvisamente a casa mia, strafatto di pillole.

"Hey, babe", lei gli sorride e gli stampa un bacio sulle labbra: "Ieri sera ti ho scritto se dopo la festa di Wiggy volevi passare da me, ma non mi hai risposto".

"Scusa, avevo il cellulare morto", si giustifica lui.

Layla saluta Tracy ma, nell'istante stesso in cui si accorge della mia presenza, la sua espressione cambia drasticamente: il suo viso diventa visibilmente più teso e il sorriso si trasforma in una smorfia di disgusto.

"Hey", la saluto sollevando una mano in aria, ma lei mi ignora: alza un sopracciglio in un gesto di stizza e volta la testa dall'altra parte, verso Gus.

"Perché quella è in casa tua?", sibila incrociando le braccia al petto, indicando nella mia direzione con un cenno del capo.

"È solo l'amica della nuova ragazza di Wigs".

Layla non sembra particolarmente soddisfatta dalla risposta, continua a fissare Peep con un uno sguardo indagatore, come se volesse fargli ammettere altro. Dopotutto lei gli aveva tirato uno schiaffo la volta in cui lui, strafatto ad una festa, aveva iniziato a chiamarmi come un pazzo perché me n'ero andata via con Bex. 

"Dai, babe, non cominciare con la gelosia. Andiamo di là". Le afferra il polso e lei si lascia trascinare lungo il corridoio, verso la camera da letto, non mancando di lanciarmi un'occhiataccia prima di chiudersi la porta alla sue spalle.

Tracy mette in pausa immediatamente il videogioco e mi guarda mentre mi lascio sprofondare ancora di più nei cuscini del divano, nella speranza di venirne inghiottita per sparire.

Notando il mio stato di disperazione, cerca di darmi un aiuto a modo suo: "Hai bisogno di altra erba? Pillole? MD? Basta chiedere".

Scuoto la testa con un sospiro, prendendomi il viso tra le mani. Mi viene da vomitare e sento un peso sul petto che non mi lascia respirare correttamente.

Si è davvero chiuso in stanza con Layla, ignorando la mia presenza e il fatto che è appena stato con me? Come cazzo fa a comportarsi così, non solo nei miei confronti, ma anche in quelli della sua ragazza? E con che faccia tosta ha avuto il coraggio di definirmi 'solo l'amica della ragazza di Wigs'? C'è da riconoscerglielo, Gustav è davvero bravo a fingere ed a prendere in giro le altre persone.

Dei rumori poco fraintendibili provenienti dall'altra parte del corridoio non tardano ad arrivare, quindi mi alzo di scatto e recupero alla svelta la mia borsa e il cellulare; non ce la faccio a sentire certe cose, è decisamente troppo da sopportare.

"È meglio che torni a casa, grazie per la colazione". Faccio un sorriso tirato a Tracy e fuggo di fretta giù dalle scale, finché la voce del ragazzo non mi intima di fermarmi in fondo all'androne.

"JJ, aspetta". Tracy mi raggiunge con un leggero fiatone e mi guarda con un velo di compassione: "Mi dispiace tu abbia dovuto assistere a certe cose...".

"Non importa", taglio corto.

"Non vorrei chiedertelo, ma è successo qualcosa tra voi?".

"L'abbiamo fatto nella mia auto prima di tornare a casa", ammetto con un sospiro: "Ero ancora ubriaca dalla festa e mi sono lasciata andare, fine della storia, non facciamone una questione di stato. So che non mi devo aspettare niente da Peep e va bene così".

Lui mi sorride e mi accarezza il braccio con fare paternalistico: "Sbagli, invece dovresti aspettarti qualcosa da lui".

Lo guardo confusa e lui non tarda a spiegare quell'assurdo commento che ha appena fatto: "Sai quante ragazze ha portato qui per offrire loro la colazione dopo averci passato la notte?". Solleva quindi una mano davanti al viso, utilizzando l'indice e il pollice per formare un cerchio: "Zero, sei l'unica. Conosco Peep meglio di chiunque altro e so che questo non è un particolare da niente".

"Tracy, ora è in casa che si sta letteralmente scopando la sua ragazza come se niente fosse", gli faccio notare con una punta di esasperazione nella voce: "Non sto dicendo che non dovrebbe essere con lei in questo momento, è solo che ciò che hai detto non ha alcun senso".

Lui sbuffa e si stringe nelle spalle: "Anche se dimostra esattamente l'opposto, so che gli importa di te. E anche parecchio, JJ".

"No, Tracy, invece non gli frega un cazzo". Mi mordo l'interno della guancia e stringo i pugni, conficcandomi le unghie nei palmi delle mani: il male fisico mi aiuta a ricacciare indietro le lacrime. Con la voce strozzata, aggiungo: "Lui ha ottenuto esattamente quello che voleva, non ha perso tempo per farmi capire che non conto un cazzo e che quello che abbiamo fatto non significa assolutamente niente".

Inaspettatamente, Tracy si getta verso di me e mi abbraccia, poi mi stampa un leggero bacio sulla guancia: "Se hai bisogno di me, sai dove trovarmi".

Annuisco con la testa bassa e poi inizio a camminare a passo svelto verso la mia macchina. Non ce la faccio più a restare qui, non voglio restare in zona neanche un secondo di più, voglio essere il più possibile lontano da Gustav.

LET ME BLEED // LIL PEEPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora