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Mi trascino verso casa mia con la testa che mi scoppia e con la sensazione che mi manchi quasi la terra sotto ai piedi. Mi sembra che il mondo abbia improvvisamente smesso di ruotare sul proprio asse, è come se il tempo si fosse fermato. Non riesco a capacitarmi di quello che è successo stasera, non riesco a rendermi davvero conto di tutto quello che mi ha detto Peep e, soprattutto, più ci penso, più non riesco a capire.

Ero convinta che le cose sarebbero andate diversamente. Dentro di me, nel profondo, mi aspettavo che accadesse esattamente l'opposto. 

Mi pulisco il viso dalle lacrime e dal mascara colato sulle guance con il dorso della mano, tiro sul con il naso per cercare di ricompormi prima di passare accanto ad un gruppo di ragazzi. Li sento parlottare, sento i loro occhi addosso e, mentre li supero, vorrei solo urlare loro che devono andarsene a fanculo. Vorrei gridare, ma invece resto zitta e continuo a camminare con la testa bassa, stretta nella mia giacca e con il vento che mi scompiglia i capelli.

Gus non ci ha mai provato a rendermi felice, non ha mai fatto niente per farmi stare bene, eppure con lui mi sono sempre sentita al posto giusto. Forse perché a lui in primis non frega niente di stare bene, tuttavia in sua compagnia riuscivo a sentirmi... leggera. Me stessa. Anche quando mi faceva incazzare, anche quando sentivo di odiarlo, in realtà mi piaceva che fosse lui a farmi impazzire. Per ironia della sorte, ha saputo farmi stare bene senza mai impegnarcisi, molto di più di quanto non ci siano riuscite altre persone che, invece, si sono fatte in quattro per tentare di non farmi mai mancare niente. 

Proprio per questo, adesso sento il cuore sbrindellato in microscopici pezzetti. 

Mi sento impotente, delusa, arrabbiata, frustrata, triste. Mille emozioni insieme mi stritolano lo stomaco e fanno pressione sulla trachea, non lasciandomi scampo e rendendomi difficile anche solo respirare. 

Lui mi vuole ed io lo voglio, cosa c'è di tanto complicato? Perché non può bastare questo? Gli ostacoli che vede non sono immaginari, non sono solo nella sua testa, è vero che il tour imminente potrebbe essere un problema, ma per quale cazzo di motivo chiudersi per paura di fottere tutto quanto, senza nemmeno provarci? 

Sono peggio i rimorsi o i rimpianti? 

Non so neanche come, non saprei ricostruire mentalmente il percorso che ho fatto, ma riesco in qualche modo a tornare a casa. Non mi tolgo nemmeno le scarpe, mi butto sul letto con indosso ancora la giacca, stringo forte il cuscino e ci affondo la faccia, soffocando il pianto nelle piume.

Non avevo mai visto Gus tanto serio, era estremamente sicuro di quello che stava dicendo. Non era in balia delle sue emozioni, si è espresso in modo passionale ma comunque, al contempo, razionale. Non ha traballato neanche per un secondo e, anche se non l'ha detto esplicitamente, ha deciso che da adesso in poi non siamo altro che due sconosciuti. Vuole tenermi lontano, non vuole che faccia più parte della sua vita, vuole proteggermi da se stesso, dalle cazzate che fa e che farà, dalla sua natura problematica ed inquieta. Ed io vorrei solo aver avuto voce in capitolo. Vorrei solo che non avesse deciso per entrambi, in maniera così drastica, senza darmi la possibilità di dirgli che sta facendo una cazzata.

Non posso costringerlo a cambiare idea, a vedere le cose diversamente, a farlo ragionare. Non posso farci niente e mi fa ancora più male essere costretta a lasciare che le cose vadano così. 

Mi rigiro nel letto tutta la notte, incapace di prendere sonno. La testa mi fa male perché ho pianto troppo e non riesco a darmi pace in nessun modo. Ora che ho esaurito le lacrime, mi ritrovo a fissare la chiavetta USB lanciata sul comodino, un secondo prima di gettare il mio corpo stanco a peso morto sul materasso. Non posso fare a meno di pensare alle parole che mi ha detto Gus: "quando torni a casa collegala al computer, ti renderai conto da sola che non ho mai detto cazzate".

La passo da una mano all'altra e ci tamburello sopra con le dita finché, alle cinque del mattino, non mi decido ad inserirla nella porta USB del mio laptop. Nel giro di un secondo, sulla schermata del pc compare la cartella corrispondente, contenente ancora il pdf del mio libro, ma ci sono due nuovi file a fargli compagnia. Mi accorgo immediatamente che sono stati salvati sulla chiavetta la sera stessa in cui mi ero presentata a casa di Peep per chiedergli consigli sul romanzo. 

Clicco sulla prima traccia audio e regolo il volume del computer, sospiro e chiudo gli occhi, sentendo il cuore perdere un battito nell'istante stesso in cui la voce di Gus riempie la mia camera da letto. 

Ain't nobody ever told you how I love you,
Nobody ever told you how I feel about you.
Okay, I admit I wanna fuck you,
But it doesn't change the way I feel about you.
I been by myself for a long time,
I just wish that I could know if I was on your mind.
Runnin' out of time,
I just wish that I could know if you were by my side.
On the day I die, would you even cry?
If I end my life, would you hold me tight then?

Ricomincio a piangere senza neanche rendermene conto e, prima che possa partire anche la successiva canzone rinominata "fingers", spengo il lettore musicale. Un silenzio assordante, interrotto sotto da qualche singhiozzo, cala inesorabilmente nella stanza. E' pesante, quasi asfissiante, ma non riesco ad ascoltare altro. 

Una volta ho letto una frase, che adesso riaffiora prepotentemente tra i miei ricordi, fa capolino tra un pensiero e l'altro, mandandomi completamente in tilt: "l'amore è dare ad una persona la possibilità di distruggerti ma confidare nel fatto che non lo faccia". 

Ha detto di dover stare lontano da me perché altrimenti finirebbe per ferirmi. Ma anche così non è tanto meglio. La verità è che preferirei farmi calpestare il cuore, il fegato, i polmoni, lo stomaco e tutti gli altri organi, anziché venire tagliata fuori in questo modo. Preferirei avere un motivo per soffrire, piuttosto che stare di merda per non aver avuto neanche una chance.

Magari tra cent'anni mi riguarderò indietro e lo ringrazierò per avermi spinta via e rifiutata, probabilmente sarà così, ma ora mi sembra solo una cazzata enorme, che due canzoni non mi aiuteranno di certo a metabolizzare più in fretta. 

Non siamo mai stati niente e siamo destinati a non diventare nient'altro se non due sconosciuti. Un po' come il Sole e la Luna, che condividono lo stesso cielo ma non si incontreranno mai. Le nostre vite si sono sfiorate, a tratti intrecciate, ci siamo rincorsi per un po', ma senza sapere dove stessimo andando a parare. Il fatto è che non stavamo andando da nessuna parte, perché non esiste un futuro, non esiste un "noi", non esiste più niente. 

Non tutte le storie hanno un lieto fine, alcune non sono destinate neanche ad iniziare. 

E purtroppo la nostra è una di queste. 



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NDA: Aaaand that's it. Questo era l'ultimo capitolo della storia, nessun happy ending per i personaggi, sorry. Ci tenevo a ringraziarvi per tutti i commenti e le stelline che mi avete lasciato sotto ad ogni capitolo, dimostrandomi sempre grande supporto <3 grazie grazie grazie raga, vvb 

LET ME BLEED // LIL PEEPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora