Io e Olivia siamo arrivate alla festa di Tracy da meno di un'ora e siamo già tutte e due abbastanza ubriache: stasera entrambe abbiamo un buon motivo per lasciarci andare più del solito, visto che Liv sta discutendo ancora con Nate, mentre io sono incazzata nera con Peep.
Quantomeno Wiggy ha avuto la decenza di appartarsi con la mia amica in una stanza per cercare di chiarire con lei la situazione; Gus invece mi sta bellamente ignorando da tutta la sera visto che è presente anche Layla e, a quanto pare, tra loro è già tutto rose e fiori.
Dall'angolo del salone in cui mi trovo, riesco a vederlo senza farmi notare troppo. Sento un nodo in gola e vorrei solo urlargli in faccia quanto sono arrabbiata con lui e quanto è uno stronzo ingrato, ma mi limito a sorseggiare nervosamente il gin nel mio bicchiere con la schiena poggiata alla parete.
Guardo Gus mentre fa sdraiare la sua ragazza supina sul divano, le abbassa leggermente il top con un ghigno esponendole il reggiseno; poi inizia a posizionare delle sottili linee bianche sul suo torace. La guarda soddisfatto per qualche secondo e le scatta anche una fotografia, le stampa un bacio sulle labbra e poi china il capo all'altezza del seno. Le righe spariscono una dopo l'altra nella sua narice, mentre Layla gli accarezza la testa affondando le dita nei suoi capelli, ormai completamente scoloriti.
Perché non mi ha degnato di uno sguardo per tutta la sera? Davvero non ha niente da dirmi dopo essersi presentato a casa mia a notte fonda e avermi trattata di merda questa mattina? Ma soprattutto perché mi da così fastidio vederlo con lei? Quanto cazzo lo odio.
"Hey". Un ragazzo con gli occhi azzurri mi si avvicina e mi riporta alla realtà, costringendomi a distogliere lo sguardo da Gus.
"Sei carina", mi dice senza troppi giri di parole, con un marcato accento britannico: "Perché non ti ho mai vista prima?"
"Mi sono appena trasferita nello stesso quartiere di Wiggy", gli spiego con un sorriso gentile: "Ho conosciuto i ragazzi solo qualche settimana fa, credo sia per questo che non ci siamo mai incontrati".
"Anche io mi sono trasferito a L.A. da poco, saranno tipo sei mesi", mi confida bevendo un sorso dal suo bicchiere.
Iniziamo quindi a chiacchierare della difficoltà di trovarsi in una nuova città, del caos tipico dei nuovi inizi e della fortuna di aver incontrato alla svelta gente con cui fare amicizia.
Mentre il ragazzo mi sta raccontando che ha appena iniziato a fare musica, con la coda dell'occhio intravedo tra la folla Olivia e Nate, stretti l'uno tra le braccia dell'altra. Sorrido impercettibilmente alla loro vista: mi rende felice sapere che sono già riusciti a fare pace e che lei sta bene.
"Non mi hai detto come ti chiami", faccio notare dopo qualche istante allo sconosciuto dagli occhi azzurri.
"Che idiota, perdonami!", esclama portandosi la mano sulla fronte e scoppiando a ridere: "Sono Bexey, ma tu puoi chiamarmi George".
"Jessica".
"Jessica", ripete con un sorriso sul viso: "Ti va di andare a fumare insieme in un posto più tranquillo, magari con meno gente attorno?"
Annuisco convinta e lui mi prende per mano, facendosi strada nel salotto gremito di persone.
Senza averlo preventivato, passiamo davanti a Gus, che si estranea improvvisamente dalla conversazione che sta avendo con Tracy nel momento stesso in cui realizza che sono in compagnia di un suo amico. Sposta di scatto la testa e inizia a seguirmi con lo sguardo: riesco a sentire i suoi occhi trafiggermi la schiena, finché io e Bex non spariamo dal suo campo visivo, uscendo sul balcone e richiudendoci la portafinestra alle spalle.
Qui fuori siamo completamente soli: nessuno si preoccupa di evitare di fumare dentro casa, quindi è comprensibile che non ci sia anima viva tranne noi. Ci sediamo in un angolo poco illuminato del balcone e Bexey si accende una canna, fa qualche tiro per poi passarmela. Ricominciamo quindi a parlare del più e del meno, i discorsi si susseguono in modo totalmente naturale, sembriamo dei fiumi in piena e alterniamo storielle divertenti a fatti anche abbastanza seri.
Sento l'aria calda accarezzarmi la pelle e approfitto di un momento di silenzio per guardarlo meglio: George è un ragazzo decisamente carino, i capelli lisci tinti di biondo gli ricadono ordinati sulla fronte e fanno risaltare i suoi occhi chiari. Ha un fisico abbastanza possente e le spalle larghe, probabilmente è uno di quelli fissati con lo sport e l'alimentazione.
L'effetto dell'erba che abbiamo fumato insieme sale alla svelta e lo sento sommarsi a quello dell'alcol: senza pensarci troppo, mi butto di slancio verso di lui e inizio a baciarlo.
Lui sembra dapprima sorpreso, ma non ci mette molto ad infilarmi a sua volta la lingua in bocca. Tiene entrambe la mani sul mio sedere, in modo da fare una leggera pressione che mi costringe ad appoggiare il mio bacino contro il suo: la sua eccitazione è palese, ma non mi mette affatto a disagio.
Continuiamo a baciarci noncuranti del rumore della portafinestra che si apre e si richiude. Non ci importa nulla se qualcuno è appena uscito sul balcone: complice la sbronza, ci comportiamo come se fossimo soli; gli bacio il collo mentre le sue mani risalgono verso la mia vita, fino a toccarmi il seno.
"Hey, credi che Tracy si incazzi se andiamo in camera sua?", mi domanda tra un bacio e l'altro.
Mi sorride malizioso e ci stacchiamo leggermente: è solo in questo momento che realizzo concretamente la presenza di una terza persona sul balconcino di Tracy. Un ragazzo incappucciato sta fumando con la schiena poggiata alla ringhiera, nell'angolo opposto al nostro. È nascosto nella penombra e non riesco a riconoscerlo a causa del buio, l'unica cosa che si distingue chiaramente sono le scarpe che indossa: un vecchio paio di All Star blu.
Cazzo.
Sussulto al pensiero che la persona che ci ha fatto compagnia finora sia Gus e ne ho la conferma quando George lo saluta in tono allegro, come se niente fosse: ovviamente lui non sa di noi e di quello che è successo ultimamente.
"Peep, bro, non mi ero accorto fossi qui".
Gus scoppia a ridere in tutta risposta, lasciandosi sfuggire dalle labbra una nuvola di fumo che si dissolve alla svelta nel vento: "Bex, quando la smetterai di imboscarti con le tipe alle feste?"
Vedo gli occhi di Gustav brillare nel buio della notte, riesco a sentire il suo sguardo addosso e so per certo che quella non era una battuta per Bexey, ma solo una delle sue solite frecciatine rivolte a me.
"Comunque, piccioncini", aggiunge alla svelta Gus, continuando a ridere: "Spero possiate perdonarmi se ho sentito il vostro discorso, ma qualcuno ha già avuto la vostra stessa idea e la camera da letto di Tracy è occupata. Per quanto riguarda la mia stanza invece... mi dispiace ma ho la precedenza, stasera Layla deve farsi perdonare delle cose".
Non avevo pianificato di incontrare un ragazzo e avere voglia di portarmelo a letto, né immaginavo di farlo sotto agli occhi di Peep. Ma è successo e immagino che, tutto sommato, sia un bene per tutti: io ho bisogno di avere a che fare con altri ragazzi che mi distraggano, mentre lui deve aver ben chiaro il fatto che non sono una marionetta nella sue mani.
Intreccio le mie dita con quelle di George e mi avvicino verso Gustav. Mi mordo il labbro inferiore guardandolo dritto in faccia come per sfidarlo e sollevo un sopracciglio: "Non ti preoccupare, noi andiamo a casa mia: è anche meglio, lì possiamo fare più rumore".
Gli faccio l'occhiolino, poi rientro mano nella mano con Bex. Lasciamo lì Gus e ci facciamo largo tra le gente fino alla porta d'ingresso, per poi scendere le scale insieme e dirigerci verso la mia auto.
So che a Bexey non importa niente di me, così come a me non importa niente di lui. Tra noi c'è attrazione fisica e abbiamo entrambi voglia di divertirci, ci usiamo a vicenza e va bene così, perché in questo caso nessuno dei due sta facendo giochetti strani o sta cercando di manovrare l'altro: è semplicemente sesso, senza niente sotto, e io ne ho un disperato bisogno in questo momento perché voglio smetterla di pensare.

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LET ME BLEED // LIL PEEP
Teen Fiction"Quando siamo soli dice di volermi e mi mangia letteralmente con gli occhi, mentre di fronte agli altri si diverte a sminuirmi ed umiliarmi. Chi cazzo crede di essere? (...) Vuole giocare con me? Va bene, ma da adesso in poi le regole le faccio io."...